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Addio Gigi, one man band dello spettacolo

Se n’è andato il grande mattatore Gigi Proietti nel giorno del suo ottantesimo compleanno. Grazie di tutto, Gigi!

di Tonia Ferraro

ROMA – «… come Viviani, adotta uno specialissimo modo di comunicare, riconducibile a movimenti del corpo, a espressioni del volto e ad un uso della voce con una forte e marcata sonorità che rende originale  anche il suo grammelot. Elementi che lo accomunano a Raffaele Viviani ed alla grande tradizione attoriale/autoriale italiana che parte dai Comici dell’Arte e giunge fino ad oggi». Questa la motivazione del Premio Raffaele Viviani che Gigi Proietti ritirò nel 2017 alla Reggia di Quisisana.

Difficile aggiungere altro, per ricordare “Giggi”,  l’amico di tutti.

Il 2 novembre 2020, giorno di Ognissanti e suo ottantesimo compleanno, se n’è andato per gravi problemi cardiaci in una clinica della sua Roma.

Autore, attore teatrale e cinematografico, comico, cabarettista, doppiatore, poeta, conduttore televisivo, regista, cantante, direttore artistico e insegnante di recitazione, persino una laurea Honoris causa all’Università di Tor Vergataaveva una formazione prevalentemente teatrale.

Un vero mattatore, affabulatore e trasformista, che esprimeva la sua Arte attraverso il divertimento che provava egli stesso del trasmetterla.

Fece studi giuridici, ma senza portarli a termine, Poi, travolto dalla sua passione per lo Spettacolo, esordì come cantante di night club, mentre il suo debutto nel mondo del Teatro nel 1963. Entrò da subito nel cuore degli italiani con Can can degli italiani di Giancarlo Cobelli. Poi nel 1970 con il musical Alleluja brava gente, anche se il successo si consolidò definitivamente solo nel 1976 con A me gli occhi, please e, nel Cinema, con Febbre da cavallo.

Ma vorrei astenermi dall’elencare tutti i suoi personaggi e le sue interpretazioni, perché un prezzettino di ognuno di questi è entrato nella nostra personale galleria di ricordi, e non andrà più via. E come pure vorrei smettere di cercare di ingabbiarlo in una serie di definizioni: non è giusto né possibile limitare il suo Genio, la sua intelligenza, la sua ironia, il suo garbo, il suo sapersi “ricreare” continuamente.

E Gigi Proietti non è morto, perchè i grandi non muoiono. Gli rendiamo omaggio concludendo con una frase che disse qualche anno fa: «Non ho rimpianti, rifarei tutto, anche quello che non è andato bene.»

Grazie, Gigi.

(Foto di copertina: © la terza isola, 2008, on Flickr)

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