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Al MAS la cultura non si ferma

Napoli, il Museo delle Arti Sanitarie non si ferma: propone eventi sul web, iniziative su Facebook, partecipazione alla rete ExtraMANN

NAPOLI  – Il MAS – Museo delle Arti Sanitarie di Napoli, sito nel Complesso Monumentale degli Incurabili, aderisce alla campagna MiBACT #iorestoacasa: nonostante la chiusura imposta dai decreti “anti contagio”, continua a tenere aggiornati i suoi sostenitori sui canali social.

In questi giorni volontari ed esperti, sotto la direzione del professor Gennaro Rispoli, approfondiscono storie di epidemie e malattie partendo dalle schede di strumenti medici e documenti conservati nel Museo.

Si possono seguire le attività culturali ulla pagina Facebook del Museo

https://it-it.facebook.com/museodelleartisanitarie

e scoprire la storia attraverso contributi e documentazioni fotografiche. Un modo per poter continuare a fruire da casa delle bellezze storiche e culturali di un pezzo di Napoli, in attesa della riapertura.

Il Museo delle Arti Sanitarie fa parte della rete ExtraMANN che ruota intorno al Museo Archeologico Nazionale. Il direttore Giulierini e il suo staff hanno meritato l’attenzione della stampa nazionale come Museo più attivo sui social… È con orgoglio che il MAS partecipaalla rete con i suoi contributi. 

L’impegno verso la tradizione religiosa di Napoli.  Carità e scienza al servizio di chi soffre: san Giuseppe Moscati è il medico che vorremmo accanto durante l’epidemia di Covid. 

Il presente e il passato. Il Museo attraverso la pagina Facebook vuole ricordare anche le epidemie che nel corso dei secoli hanno flagellato il nostro Paese cogliendo inaspettate analogie e rimandi alla situazione odierna. Uno studio di Carmen Caccioppoli, responsabile della programmazione culturale del MAS rievoca il caso della peste che funestò Palermo fino all’estate del 1576 combattuta con Oro, Fuoco e Forca. Giovan Filippo Ingrassia, medico di Regalbuto, adottò tre strumenti per sconfiggere il morbo: ingenti investimenti pubblici per realizzare i lazzaretti e le strutture sanitarie e per sostenere gli strati deboli della popolazione (Oro); misure molto severe di igiene e profilassi per arginare il contagio (Fuoco) e infine l’isolamento forzato dei malati e dei casi sospetti con pene durissime per i trasgressori (Forca). 

Napoli e la peste. Il contributo di Caccioppoli parla anche dell’isolotto del Lazzaretto posto fra l’Isola di Nisida e la terraferma, costruito nel 1619 per arginare le pestilenze che flagellavano continuamente le coste della Penisola. Il Lazzaretto  rappresenta uno dei luoghi che meglio descrivono gli eventi di allora. Le navi che qui giungevano venivano ispezionate dai Deputati della Salute: dopo il controllo delle bollette sanitarie e della patente, se risultavano “limpide” e “di buona salute”, erano autorizzate all’ingresso nel porto. Invece, se sospette o infette, venivano dirottate a Nisida, dove gli equipaggi trascorrevano la quarantena in appositi edifici.

Napoli e la Cina. Un museo può svolgere anche una funzione sociale. I rapporti tra la comunità cattolica cinese napoletana e il museo hanno consentito a don Paolo Kong, guida episcopale dei cinesi cattolici napoletani, di ricevere in dono presidi di protezione provenienti dalla Cina che, grazie anche alla Croce Rossa, sono stati distribuiti ad associazioni e parrocchie del territorio di Caponapoli su cui insiste il museo. 

Le Quattro Giornate di Napoli. La storia degli Incurabili narra l’insurrezione contro gli occupanti nazisti. Una lapide testimonia grande prova che medici ed infermieri attraversarono in quei tempi. I documenti e le fotografie raccolte nel Museo delle Arti Sanitarie raccontano le tante storie di morti e i feriti soccorsi sulle scale dell’Ospedale, per mancanza anche di barelle, e di tanti episodi trasmessi dal ricordo di vecchi infermieri e chirurghi – scrive il direttore del Museo delle Arti Sanitarie, Gennaro Rispoli – Anche conservare la memoria di questi momenti coraggiosi, per trasmetterla in un tempo difficile come quello di oggi, è la nostra missione.

“Il Giuramento è per sempre…” Il Museo di storia della medicina dedica attraverso il contributo di registi e attori che collaborano come volontari, un omaggio a medici, infermieri, farmacisti, operatori socio-sanitari che hanno perso la vita nella battaglia contro il coronavirus. E lo fa con Il giuramento è per sempre…, un video, scaricabile sulla pagina fb, ideato e realizzato dal regista Mario Staiano protagonista, nelle vesti di un medico a riposo che ha vissuto la medicina come una missione, al pari di un attore che con pathos recita la sua parte a teatro. L’iniziativa è a cura del Museo delle Arti Sanitarie in collaborazione con l’associazione culturale Kaire Arte Capri.

Il video ha avuto numerose visualizzazioni da semplici cittadini, ordini professionali e categorie di sindacati medici e operatori della sanità che, essendo molto impegnati in questi giorni hanno apprezzato particolarmente il sostegno morale tra il duro lavoro e le difficoltà ambientali della limitazione del contagio.

Un museo non deve essere solo un insieme di carte vecchie e strumenti – sottolinea  il direttore del Museo professor Rispoli – ma occasione di incidere nel presente  attraverso esempi e soluzioni del passato. Ecco perché chiunque voglia, può entrare in contatto con noi attraverso la mail info@ilfarodippocrate.it Troverà giovani ricercatori, volontari disposti ad aiutarli per rispondere a interrogativi su malattie, epidemia e i loro risvolti sulla storia della città. E’questo un modo per tenerci attivi preparandoci alla riapertura.

Non tutti sanno che… È la rubrica Facebook che svela le collezioni del Museo delle Arti Sanitarie e di Storia della medicina di Napoli. Comincia dall’inizio, dall’atto del nascere: clamps a forma di cicogna. Questa simpatica cicogna veniva usata per clampare (e non recidere) il cordone ombelicale del neonato prima di procedere alla legatura e al taglio.

Era conservata come amuleto bene augurante per il neonato e per essere donata più tardi in ricordo della nascita. Si appoggia su un ranocchio, animaletto porta fortuna, e nella doppia cavità all’interno delle ali presenta un bimbo in fasce.

Per maggiori informazioni: www.museoartisanitarie.it

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