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Artemisia Gentileschi, un’artista coraggiosa

Il mondo dell’arte si arricchisce di una preziosa monografia dedicata ad Artemisia Gentileschi (Roma, 1593 – Napoli, 1654), la pittrice più nota del Rinascimento italiano, partenopea d’adozione poiché ha trascorso gran parte della sua vita a Napoli. L’opera a lei dedicata fa parte della collana d’arte del Gruppo Menarini in collaborazione con Pacini Editore, ed è un omaggio ad una donna determinata e straordinariamente attuale.

Artemisia Gentileschi, infatti, non solo riuscì ad affermarsi in un ambiente prevalentemente maschile, conquistando le corti italiane ed europee, ma con il supporto del padre Orazio, anch’egli pittore, denunciò la violenza sessuale subita da adolescente dal suo maestro Agostino Tassi, aprendo  di fatto il primo processo per stupro di cui si abbia piena testimonianza in Italia. Artemisia trovò il coraggio di denunciare l’abuso solo dopo molto tempo, e ciò le valse una gogna che seppe affrontare con grande dignità.

Rifugiatasi a Napoli, la sua permanenza influenzò moltissimo la pittura napoletana, avviando una importante fase evolutiva. La sua attività fu molto prolifica e alcune sue opere sono oggi custodite al Museo di Capodimonte.

A Napoli Artemisia incontrò anche Velasquez con cui lavorò per la regina Maria d’Austria, mentre nell’ultimo periodo dipinse per conto di Don Antonio Rufo di Sicilia.

Nonostante le sue capacità, la sua reputazione e la sua importanza, su di lei non era stato scritto molto: «È solo a partire dal secondo dopoguerra che è rinata la fortuna di Artemisia Gentileschi nella letteratura artistica, con una vera e propria impennata negli ultimi decenni – ha affermato Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze – Romanzi biografici, numerose monografie, articoli, mostre, hanno visto un progressivo viraggio dell’attenzione sulla sua figura di valente pittrice, rispetto alla vicenda personale e umana. Giuditta che decapita Oloferne, ad esempio, è il secondo quadro degli Uffizi più cliccato su Instagram dopo la Medusa di Caravaggio”.

Così ha sottolineato Lucia Aleotti, presidente del Gruppo Menarini: «Dedicare il volume d’arte ad Artemisia Gentileschi  non solo conferma la grande vocazione artistica dell’azienda, ma omaggia anche una donna vittima di violenza che ha avuto la forza e il coraggio di rinascere. Menarini sostiene da sempre iniziative a tutela delle persone più fragili e proprio quest’anno ha dato il suo supporto non condizionato per una serie di corsi di formazione per giornalisti su un tema delicato come quello della violenza di genere. Ci auguriamo che il coraggio di Artemisia sia d’ispirazione per tutte quelle vittime silenziose che ancora non hanno la forza di denunciare».

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