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Il Complesso Monumentale di Donnaregina

di Michele Di Iorio

Negli antichi luoghi di Napoli si respira un’aria magica, non solo per le bellezza che li circondano o per l’arte in cui sono immersi , ma soprattutto perché ogni angolo, ogni pietra sprigiona un’aura arcana, fonte di  una leggenda da narrare …

Questa volta vi racconterò le fantastiche vicende  che avvolgono il Complesso Monumentale di Donnaregina.

Al Largo Donnaregina, in via Santi Apostoli, sorge l’antico Convento di Donnaregina, fondato nell’anno 700 da Giovanni duca di Napoli, dove  sua figlia Anastasia divenne badessa del monastero. Nel 717 le successe nella carica la figlia dell’imperatore di Bisanzio Anastasio.

Il convento, dedicato originariamente a San Pietro, nel 1066 fu dedicato a Santa Maria, nel 1307 divenne di Donnaregina, dalla nobile donna Regina dei Baroni Toraldo che a 19 anni si fece suora insieme con le due sorelle minori Romita e Albina ed entrò nel monastero, che dal 1307 era passato a questo ordine monastico. Donna Regina Toraldo, che prese i voti in seguito ad una delusione amorosa, portò una ricca dote che poi  le permise di diventare badessa.

La Regina Maria D’Ungheria fu benefattrice del convento, e per sua volontà nel 1323 fu seppellita nella chiesa sotto un monumento funebre opera di Tino da Camaino

Dopo gli incendi del 1390 e 1391 che danneggiarono importanti affreschi della chiesa il monastero venne restaurato. Da quel momento molti giuravano di aver visto i fantasmi di donna Regina Toraldo e delle sue sorelle passeggiare di notte per Napoli fino alla statua del Nilo, e cosi di quello della regina Maria d’Ungheria che invece si aggirava per il convento.

Nel 1581 nacquero problemi con alcune suore del Donnaregina, tanto che intervenne la Santa Inquisizione. Una delle consorelle, suor Alfonsina Rispoli, terziaria francescana, girava per Napoli mostrando al popolo le sue false stimmate, operando a pagamento presunte guarigioni. Venne perciò arrestata e torturata dall’istituzione ecclesiastica.

Nel 1608 un’altra terziaria francescana, Aquila Galasso, detta Mamma Maria , faceva la guaritrice a pagamento: ebbe la stessa sorte della precedente.

Nel 1611 la giovane terziaria suor Giulia Di Marco, nata a Sepino in Molise nel 1575, ebbe un bambino da un servo e lo portò alla Ruota dell’Ospedale dell’Annunziata. In seguito suor Giulia con il suo nuovo amante Aniello Arceri,confessore del convento , complice l’avvocato Giuseppe De Vicariis, fondò la setta dell’Amore carnale, cui aderirono 313 suore del Donnaregina, sacerdoti, nobili e popolani. I tre fondatori vennero arrestati su denuncia dei padri Teatini di San Paolo Maggiore in Napoli il 12 luglio del 1615 nella chiesa di Santa Maria della Minerva e rinchiusi a vita in Castel Sant’Angelo a Roma. Da allora si generarono strane apparizioni dei fantasmi di strane suore corrotte e aumentarono i bambini portatiti all’Annunziata, si disse provenienti dal Donnaregina.

Un ultimo strano caso si verificò nel 1630 con suor Elena De Ruggiero: era posseduta da demoni, tanto che venne esorcizzata dal padre Carlo Boldini.

Le monache Clarisse chiusero poi la vecchia chiesa costruendone una nuova, consacrata dal cardinale Caracciolo nel 1649. Aveva una sola navata e la volta affrescata dal Solimena.  Quando però vollero traslare le spoglie della sovrana e spostare il monumento funebre del Camaino, non trovarono nè la salma nè il prezioso anello di diamanti con cui era stata seppellita.

Il monastero di Donnaregina venne chiuso nel 1862 per ordine delle nuove autorità italiane e le monache clarisse furono trasferite a quello di Santa Chiara.

Divenuto proprietà del Comune di Napoli venne restaurato tra il 1928 e il 1934, e quindi affidato alla Curia arcivescovile che nel 2007 adibì la parte nuova a Museo Diocesano. L’antico palazzo baronale ospita il MADRE, il Museo di arte contemporanea, mentre la parte più vecchia del complesso di Donnaregina venne destinato a abitazioni private, prima dati in fitto alla Curia Arcivescovile su via Duomo e poi dal  1948 a singoli inquilini, che ancora oggi raccontano di strane ma positive presenze di monache e di inspiegabili rumori che riecheggiano tra gli antichi muri di piperno…

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