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De Crescenzo e la prima presentazione del suo libro

Portici, al Convento di Sant’Antonio di Padova la prima presentazione della 15esima opera del professor Gennaro De Crescenzo sui Primati del Regno duosiciliano dal 1734 al 1860

di  Lucio Sandon

Nella Sala Massimiliano Kolbe del complesso religioso più antico di Portici, il Convento di Sant’Antonio di Padova dei Frati Minori Conventuali, venerdì 6 dicembre si è tenuta una interessante presentazione dell’ultimo prezioso lavoro del professor Gennaro De Crescenzo Il Libro dei Primati del Regno delle Due Sicilie.

Laurea in lettere, docente di Italiano e Storia, giornalista, saggista, specializzato in archivistica presso l’Archivio di Stato di Napoli, De Crescenzo nel 1993 è stato tra i fondatori dell’Associazione culturale Movimento Neoborbonico, di cui è presidente.

Da sin. Sandon, De Crescenzo, Scognamiglio

Quale miglior cornice allora per un pubblico attento e numeroso, a due passi dalla magnifica residenza reale voluta da Carlo di Borbone – di cui il convento originariamente era parte integrante – per la prima porticese del volume edito dalla prestigiosa casa editrice napoletana Grimaldi & C: Il libro dei Primati del Regno delle due Sicilie |dal 1734 al 1860. 135 record descritti, illustrati e documentati.

Dai Lavori Pubblici al Diritto, dalle produzioni specialistiche alle scoperte scientifiche, dalle conquiste sociali alle tecnologie più avanzate: scorrendo tra i documenti della nostra storia e le notizie relative ai primati del Regno delle Due Sicilie, emerge un quadro inedito di una nazione che fino al 1860 stava seguendo un suo percorso politico, sociale, economico e culturale sostanzialmente coerente con le scelte delle sue classi dirigenti, con le aspettative dei popoli governati, e sostanzialmente pacifico.

Il libro descrive sinteticamente ma con puntiglio i primati più significativi: in qualche caso si trattò di episodi importanti ma isolati, altri hanno costituito le basi e le premesse per ulteriori progressi. Tali primati restano la rappresentazione più efficace della storia di un Regno, delle sue popolazioni e dei suoi governanti, oltre che l’esempio di ciò che i napoletani sapevano fare appena un secolo e mezzo fa.

Con gli interventi eruditi dello storico porticese Stanislao Scognamiglio e degli scrittori Alfredo Carosella e Vincenzo Russo, la serata è volata sulle ali della cultura, e nel nome di un ricordo che, ben lontano dall’essere nostalgico, è semplicemente lo stimolo per la rinascita di un popolo per troppo tempo tenuto all’oscuro di un passato luminoso.

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