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Figli di Portici famosi: il principe di Sannicandro Domenico Cattaneo

di Stanislao Scognamiglio

Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende.  Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.

Domenico Cattaneo è nato a Napoli, il 20 dicembre 1696, da Baldassarre Cattaneo, principe di San Nicandro e da  Isabella Caetani, dei principi di Caserta e duchi di Sermoneta.

Nel 1717, ha convolato a nozze con donna «… Giulia de Capua, erede del ducato di Termoli in Capitanata, dalla quale ebbe quattordici figli, nella maggior parte a lui premorti».

Alla morte del padre, nel 1739, divenuto terzo principe di San Nicandro, ha ereditato i feudi di San Nicandro, Casalnuovo e Casalmaggiore in Capitanata.

Accrescendo il preesistente stato patrimoniale, ha aggiunto tali domini ai feudi di Termoli, San Martino e Donna Ritella, anch’essi in Capitanata, ottenuti dal matrimonio.

Nel 1740, sotto il regno di Carlo di Borbone (Carlos Sebastián de Borbón y Farnesio; Madrid, 20 gennaio 1716 – Madrid, 14 dicembre 1788) è stato inviato ambasciatore in Spagna alla corte di Filippo V di Borbone (Versailles, 19 dicembre 1683 – Madrid, 9 luglio 1746).

Nel 1742, nominato presidente della Giunta istituita dal sovrano per la redazione di un nuovo codice, ha assistito il giurista Giuseppe Pasquale Cirillo (Grumo Nevano 1709 – Napoli, 20 aprile 1776) nella compilazione del Codice Carolino.

È grande di Spagna di I classe, cavaliere dell’Insigne Real Ordine di San Gennaro e dell’Ordine del Toson d’Oro.

In riscontro al suo operato a favore della corona, ha ottenuto  i titoli di «… maggiordomo maggiore della Real Casa Borbone, reggente della Gran Corte della Vicaria e gentiluomo di camera di re Carlo».

Inoltre, dall’anno 1742 ha potuto fregiarsi della massima onorificenza del Toson d’Oro e, quindi, del titolo di grande di Spagna.

Dal monarca Carlo di Borbone è stato chiamato a corte e, nominato aio, ha avuto affidata l’istruzione del principe ereditario.

Nel 1759, re Carlo, per salire sul trono spagnolo, è stato costretto a lasciare il Regno di Napoli.

Dal sovrano, in procinto di partire per la Spagna, data la minore età del principe, per governare il Regno, è stato nominato un Consiglio di Reggenza.

Pertanto, «… quale istitutore del piccolo Ferdinando», di soli otto anni, di diritto, è entrato a far parte di tale organo.

Nel suo ruolo di precettore del giovanissimo regnante, «… persuaso com’era che ai gentiluomini, ed al sovrano dei gentiluomini convenisse coltivare unicamente le arti cavalleresche, cioè gli esercizi del corpo, l’equitazione, la giuda dei cocchi, la caccia e i festini e le partite di campagna», ha improntato la formazione del ragazzo su scelte che hanno determinato «… un’educazione triviale, poco attenta alle cose di Stato e molto incline al divertimento».

Al raggiungimento della maggiore età di re Ferdinando IV di Borbone (Ferdinando Antonio Pasquale Giovanni Nepomuceno Serafino Gennaro Benedetto; Napoli, 12 gennaio 1751 – Napoli, 4 gennaio 1825), sciolto il Consiglio di Reggenza, il Cattaneo è stato membro del Consiglio di Stato, appena istituito.

Amante delle arti, è stato amico di artisti, primo fra tutti Francesco Solimena, noto come l’Abate Ciccio (Canale di Serino, 4 ottobre 1657 – Barra – Napoli, 5 aprile 1747) al quale ha commissionato una serie di ritratti dei componenti della famiglia Cattaneo  e  il disegno del pavimento in maioliche della chiesa di San Michele ad Anacapri.

Ritiratosi a vita privata, ha trascorso gli «… ultimi suoi anni nel casino che aveva da queste parti, e che anche oggi si chiama Sannicandro. Ma noi sappiamo tutti dov’è posto questo casino; e nondimeno quella iscrizione dice che è posto ad Leucopetra».

Il principe di Sannicandro Domenico Cattaneo si spegne nella villa di sua proprietà a Barra – Napoli, il 2 dicembre 1782.

I suoi resti mortali riposano nella chiesa di Santa Maria della Stella a Napoli.

Nastrini delle onorificenze attribuitegli:

Grande di Spagna di I classe

 Cavaliere dell’Insigne e Reale Ordine di San Gennaro

 Cavaliere dell’Ordine del Toson d’Oro

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