biografie

Figli di Portici famosi: il generale Armando Diaz

di Stanislao Scognamiglio

Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende.  Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.

Armando Vittorio Antonio Giovanni Nicola Diaz è nato a Napoli, il 5 dicembre 1861, da  Ludovico Diaz e da Irene Cecconi.

Discendente da una famiglia dalle lontane origini spagnole, ancora adolescente, è stato avviato alla carriera militare dal padre, ufficiale di Marina ingegnere del Genio Navale.

Ha maturato la sua formazione prima come allievo della Scuola militare Nunziatella a Napoli e, poi, come allievo della Regia Accademia militare di Torino.

Ufficiale, con il grado di tenente, nel 1884, ha prestato servizio presso il X Reggimento di artiglieria da campo.

Promosso capitano, dal 1890, ha prestato servizio nel I Reggimento di artiglieria da campo.

Nel 1894, ha frequentato il corso della Scuola di guerra, classificandosi primo.

Dal 1895 al 1896, assegnato allo Stato Maggiore del Regio Esercito, è entrato a far parte della segreteria dell’allora capo di Stato maggiore, generale Alberto Pollio (Caserta, 21 aprile 1852 – Torino, 1° luglio 1914).

Nel corso dell’anno 1899, avanzato maggiore, per 18 mesi, ha avuto il comando di un battaglione del XXVI Reggimento fanteria.

Il 23 aprile 1896,  a Napoli, ha sposato Sarah De Rosa-Mirabelli.

Nel 1905, tenente colonnello,con funzioni di capo di Stato maggiore, è stato di stanza alla Divisione di Firenze.

Nel 1910, colonnello, al comando del XXI Reggimento fanteria, ha partecipato all’impresa di Libia, voluta dal Regno d’Italia contro l’Impero ottomano, per la conquista delle regioni nordafricane della Tripolitania e della Cirenaica.

Nel corso della guerra italo-turca, nel 1911, ha assunto anche la guida del XCIII Reggimento fanteria, rimasto improvvisamente senza comando.

L’8 giugno 1912, combattendo nei pressi di Zanzur, piccolo centro della Tripolitania, è rimasto ferito, fortunosamente senza gravi conseguenze.

Rimpatriato, nel 1914, è stato confermato segretario del nuovo capo di Stato maggiore, generale Luigi Cadorna (Pallanza, 4 settembre 1850 – Bordighera, 21 dicembre 1928).

Nel 1915, alla dichiarazione di intervento dell’Italia nella prima guerra mondiale, nominato maggior generale, ha avuto «… l’incarico di addetto al comando supremo del reparto operazioni».

Volendo partecipare attivamente alle operazioni belliche, Nel giugno del 1916, ha chiesto e ottenuto  di essere spostato a un reparto combattente.

Promosso tenente generale di divisione, inizialmente, ha assunto il compito di guidare il comando della XLIX Divisione nella III Armata.

Successivamente, nell’aprile del 1917, ha preso la carica superiore al XXIII Corpo d’Armata impegnato sul Carso.

Sempre in prima linea, durante una fase bellica precedente alla battaglia di Caporetto, ha riportato una ferita alla spalla.

Per il suo ardimento in battaglia è stato premiato con la medaglia d’argento al valor militare.

Dopo la disfatta di Caporetto, la sera dell’8 novembre 1917, con regio decreto, è stato chiamato a prendere il posto di Luigi Cadorna nella carica di capo di Stato Maggiore del Regio Esercito.

Traendo «… gli opportuni insegnamenti dall’esperienza di Cadorna», un «… Ufficiale di grande energia, determinazione e spirito offensivo, ma eccessivamente rigido e chiuso a consigli e interferenze esterne, ha immediatamente iniziato il recupero di quello che rimaneva dell’esercito italiano dopo la pesante sconfitta subita a Caporetto.

Ufficiale dal temperamento umano, ha ridato fiducia ai soldati scioccati e demotivati.

Contando «… sulla fede e sull’abnegazione di tutti» e decentrando «… diverse funzioni ai suoi sottoposti, riservando a sé un compito di supervisione generale», è riuscito a  creare una maggiore coordinazione tra tutti i reparti e il governo di Roma.

Forte dell’esperienza diretta della guerra di trincea maturata sul Carso, ha avviato la riorganizzazione della resistenza sul fiume Piave e sul Monte Grappa.

All’atto della presa di comando «… poteva schierare solo 33 divisioni intatte e pronte al combattimento, circa metà di quelle disponibili prima di Caporetto».

Necessitando dover rafforzare adeguatamente i ranghi, il governo ha fatto ricorso alla mobilitazione dei diciottenni.

Con l’arruolamento dei nati nel 1899, quelli, poi detti i Ragazzi del 99, nel mese di febbraio del 1918, ha potuto  schierare altre 25 divisioni.

Nell’autunno del  1918, ha  guidato alla vittoria le truppe italiane, lanciando l’offensiva il 24 ottobre.

Nei pressi di Vittorio Veneto, sono schierate 58 divisioni (51 italiane, 3 britanniche, 2 francesi, 1 cecoslovacca, 1 reggimento statunitense) contro le 73 austriache.

Nella notte tra il 28 e 29 ottobre,  passato all’attacco, ha spezzato il fonte dell’esercito austro-ungarico.

Il 30 ottobre, l’esercito italiano è arrivato a Vittorio Veneto, mentre altre armate, passato il Piave, continuando nell’avanzata, sono arrivate a Trento il 3 novembre.

Portata a termine la Grande Guerra con una schiacciante vittoria, il 4 novembre 1918, subito dopo la dichiarata capitolazione dell’Austria-Ungheria, ha stilato il famoso Bollettino della Vittoria.

Con questo ha annunciato la rotta dell’esercito nemico e il successo italiano.

Terminata la guerra, il 24 febbraio 1919, è stato nominato senatore del Regno d’Italia.

Nel corso del 1918, è stato insignito  del titolo di: Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Equestre per il Merito Civile e Militare (riconoscimento attribuito dalla Repubblica di San Marino).

Nel 1919, ha avuto assegnati i titoli nazionali di: Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro; Cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata;  Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Militare di Savoia.

Nonché di varie onorificenze straniere: Balì di Gran Croce d’Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta; Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Bagno in Inghilterra.

Al termine della guerra, con regio decreto motu proprio di re Vittorio Emanuele III (Vittorio Emanuele Ferdinando Maria Gennaro di Savoia; Napoli, 11 novembre 1869 – Alessandria d’Egitto, 28 dicembre 1947),emanato il 24 dicembre 1921 e le Regie Lettere Patenti dell’11 febbraio 1923, è stato insignito del titolo di Duca della Vittoria.

Nel 1921, è stato il primo italiano a essere stato onorato da una ticker-tape parade a New York, tenuta durante un suo viaggio negli Stati Uniti. Negli States, l’1 novembre, si è recato a Kansas City, città del Missouri, per partecipare alla cerimonia inaugurale del Memoriale della Libertà, un monumento nazionale statunitense eretto per ricordare la Prima Guerra Mondiale.

Nel 1922, andando contro il parere del generale Pietro Badoglio (Grazzano Monferrato, 28 settembre 1871 – Grazzano Badoglio, 1 novembre 1956), ha suggerito «… di non ricorrere a una soluzione militare per risolvere la crisi iniziata con marcia su Roma».

Nello stesso 1922, su insistente richiesta del sovrano Vittorio Emanuele III, che voleva nell’esecutivo una figura di prestigio e leale sostenitore della monarchia,. ha accettato l’incarico di Ministro della Guerra nel primo governo Mussolini (Dovia di Predappio, 29 luglio 1883 – Giulino di Mezzegra, 28 aprile 1945).

In carica fino al 1924, durante il suo mandato ministeriale, ha varato la riforma delle forze armate e ha approvato  la costituzione della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.

Nello stesso anno, unitamente al generale Luigi Cadorna, ha avuto attribuito il grado di Maresciallo d’Italia.

Una nuova carica militare creata durante il Fascismo, istituita espressamente da Benito Mussolini, per onorare i comandanti che sono stati a capo del Regio Esercito nella prima guerra mondiale.

Conclusa l’esperienza governativa, il 30 aprile del 1924 si è ritirato a vita privata nella sua Napoli.

Ha vissuto gli ultimi anni della sua vita nella villa al Vomero: villa Presenzano, circondata da tantissimo verde al confine con la Floridiana

A seguito di gravi problemi cardiaci, all’età di sessantasette anni, il generale Armando Vittorio Antonio Giovanni Nicola Diaz muore a Roma, il 29 febbraio 1928.

Le sue spoglie mortali sono sepolte nella chiesa romana dedicata a Santa Maria degli Angeli e dei Monti.

Il Consiglio comunale di Portici, nella seduta di mercoledì 13 novembre 1918, ha celebrato il trionfo del generale Armando Diaz nella guerra contro l’Austria.

Con delibera n. 17, «… approvata per acclamazione dai consiglieri e dal pubblico presente», ha conferito all’eroe nazionale, artefice della brillante vittoria, «… la cittadinanza onoraria».

Con lo stesso atto, ha determinato anche di «… dedicare al vincitore della prima guerra mondiale la più bella strada della Portici».

Pertanto, la strada Nuova di Bellavista, in applicazione della precitata delibera, cambiando nome, viene intitolata al nome di Armando Diaz.

Il generalissimo Armando Diaz, in passato e per vari anni, ha trascorso ore liete a Portici soggiornando «… durante la villeggiatura nella villa Consiglio».

Poco dopo la morte, per onorare la memoria dell’illustre concittadino onorario, nella giornata di giovedì 24 maggio 1928, sulla parete della villa Consiglio, che affaccia su via Nuova Bellavista, dove si trova l’appartamento abitato dal generale, l’Amministrazione comunale fa apporre una lapide.

Sulla lastra di marmo bianco è stato inciso per intero il testo del bollettino della vittoria.

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Comando Supremo IV novembre MCMXVIII

LA GUERRA CONTRO L’AUSTRIA-UNGHERIA CHE, SOTTO L’ALTA GUIDA DI S. M. IL RE, DUCE SUPREMO, L’ESERCITO ITALIANO, INFERIORE DI NUMERO E DI MEZZI, INIZIÒ IL XXIV MAGGIO MCMXV E CON FEDE INCROLLABILE E TENACE VALORE CONDUSSE ININTERROTTA ED  ASPRISSIMA PER XLI MESI È VINTA.

LA GIGANTESCA BATTAGLIA INGAGGIATA IL XIV DELLO SCORSO OTTOBRE ED ALLA QUALE PRENDEVANO PARTE CINQUANTUNA DIVISIONI ITALIANE, TRE BRITANNICHE, DUE FRANCESI, UNA CZECO-SLOVACCA ED UN REGGIMENTO AMERICANO, CONTRO SETTANTATRE DIVISIONI AUSTOUNGARICHE, È FINITA LA FULMINEA E ARDITISSIMA AVANZATA DEL XXIX CORPO D’ARMATA SU TRENTO SBARRANDO LE VIE DELLA RITIRATA ALLE ARMATE NEMICHE DEL TRENTINO, TRAVOLTE AD OCCIDENTE DALLE TRUPPE DELLA VII ARMATA E AD ORIENTE DA QUELLE DELLA I, VI E IV HA DETERMINATO IERI LO SFACELO TOTALE DEL FRONTE AVVERSARIO.

DAL BRENTA AL TORRE L’IRRESISTIBILE SLANCIO DELLA XII, DELL’VIII, DELLA X ARMATA E DELLE DIVISIONI DI CAVALLERIA, RICACCIA SEMPRE PIÙ INDIETRO IL NEMICO FUGGENTE.

NELLA PIANURA, S. A. R. IL DUCA D’AOSTA AVANZA RAPIDAMENTE ALLA TESTA DELLA SUA INVITTA III ARMATA, ANELANTE DI RITORNARE SULLE POSIZIONI CHE ESSA AVEVA GIA’ VITTORIOSAMENTE CONQUISTATE, CHE MAI AVEVA PERDUTE.

L’ESERCITO AUSTRO-UNGARICO È ANNIENTATO: ESSO HA SUBITO PERDITE GRAVISSIME NELL’ACCANITA RESISTENZA DEI PRIMI GIORNI E NELL’INSEGUIMENTO, HA PERDUTO QUANTITÀ INGENTISSIME DI MATERIALE DI OGNI SORTA E PRESSOCHÉ PER INTERO I SUOI MAGAZZINI E I DEPOSITI; HA LASCIATO FINORA NELLE NOSTRE MANI CIRCA TRECENTO MILA PRIGIONIERI CON INTERI STATI MAGGIORI E NON MENO DI CINQUE MILA CANNONI.

I RESTI DI QUELLO CHE FU UNO DEI PIÙ POTENTI ESERCITI DEL MONDO RISALGONO IN DISORDINE E SENZA SPERANZA LE VALLI, CHE AVEVANO DISCESO CON ORGOGLIOSA SICUREZZA.

DIAZ

La lapide è sormontata da una lunetta, in cui è incastonata una scultura, del maestro porticese Ettore Sannino. L’opera bronzea, realizzata in altorilievo, riproduce il volto del vincitore di Vittorio Veneto avvolto da una corona d’alloro in una cupola di soldati lanciati all’attacco.

Nastrini delle onorificenze e dei riconoscimenti nazionali ricevuti:

Medaglia d’argento al Valor militare – 1917

Croce al Merito di Guerra, seconda concessione

Medaglia commemorativa della guerra italo-turca

Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918

Cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata – 1919

Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro – 1919

Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine militare di Savoia – 1919

Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona d’Italia – 1919

Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia

Medaglia commemorativa italiana della vittoria

Medaglia Mauriziana

Nastrini delle onorificenze straniere conferitegli

Bali di Gran Croce d’Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta – 1919

Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine equestre per il merito civile e militare – Repubblica di San Marino – 1918

Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Legion d’Onore – Francia

Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Leopoldo – Belgio

Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Bagno – Inghilterra – 1919

Collare dell’Ordine di Carlo III – Spagna – 1921

Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Polonia Restituita – Polonia – 1922

Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Leone Bianco – Cecoslovacchia – 1926

Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Crisantemo – Giappone

Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Principe Danilo – Montenegro

Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Grano Dorato, Prezioso e Brilalnte – Cina

Cavaliere di 1A Classe dell’ordine dell’Aquila Rossa di Prussia

Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Torre e della Spada – Portogallo

Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine militare di San Benedetto d’Avis – Portogallo

Cavaliere dell’Ordine della Libertà – Estonia

Membro di 1A Classe dell’Ordine di Michele il Coraggioso – Romania

Croce di Commendatore dell’Ordine Virtuti Militari – Polonia

Commendatore dell’Ordine di Francesco Giuseppe – Austria

Commendatore dell’Ordine del Dragone – Annam

Medaille militaire – Francia

Croix de Guerre 1914-1918 – Francia

Croix de Guerre 1914-1918 – Belgio

Distinguished Service Medal – Stati Uniti d’America

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