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Figli di Portici famosi: il geniale artista Michele Tedesco

di Stanislao Scognamiglio

Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende.  Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.

Michele Tedesco è nato a Moliterno, in provincia di Potenza, il 28 agosto 1834, da Giacomo Tedesco e da Anna Racioppi.

Abbandonato dal padre, costretto a vivere presso uno zio materno, ha trascorso l’infanzia in campagna.

Ben presto ha rivelato la sua attitudine per il disegno.

Per ciò, ha compiuto i primi passi della sua «… formazione a Spinoso sotto la guida dello zio Abate Antonio Racioppi, figura di primissimo piano nella cultura del tempo e appassionato pedagogista di idee liberali». Dimostrando «… un precoce talento per l’arte e la letteratura», nel 1842 seguendo lo zio, si è trasferito nella Capitale del Regno delle Due Sicilie per studiare alla Scuola di Lettere e di Belle Arti.

Nel maggio del 1848, ha partecipato ai moti rivoluzionari.

Negli «… anni di cospirazione politica e intellettuale ha rapporti con Cefaly, Morelli, Palizzi e gli altri pittori del Vicolo San Mattia, fucina di rinnovamento artistico e culturale».

Arrestato per reati politici e, poi, liberato per insufficienza di prove, ha ripreso l’attività artistica frequentando il Regio Istituto di Belle Arti, con il sostegno della Provincia di Potenza.

All’Accademia di Belle Arti napoletana, ha studiato frequentando il corso di pittura tenuto del pittore  Domenico Morelli (Napoli, 7 luglio 1823 – ivi, 13 agosto 1901).

Nel 1860, arruolatosi nella Guardia Nazionale, ha seguito Giuseppe Garibaldi (Nizza, 4 luglio 1807 – Caprera, La Maddalena, Sassari, 2 giugno 1882) in Toscana.

Completati gli studi, «… non essendo totalmente soddisfatto dalla formazione napoletana», si è stabilito a Firenze, per approfondire gli studi sui maestri della pittura toscana del Quattrocento.

Nella città gigliata, al Caffè Michelangelo ha conosciuto gli artisti componenti del gruppo di pittori seguaci di Telemaco Signorini (Firenze, 18 agosto 1835 – Firenze, 10 febbraio 1901), pittore, incisore e letterato fiorentino, elemento di spicco della corrente dei macchiaioli.

Dal 1861 al 1862, ospitato a Castiglioncello, nella tenuta del critico d’arte Diego Martelli (Firenze, 29 ottobre 1839 – ivi, 20 novembre 1896), ha collaborato al suo Gazzettino delle Arti del Disegno, curando la rubrica Corrispondenza artistica.

Durante il suo lungo periodo fiorentino, ha compiuto molti viaggi in Italia e in Europa.

Esponendo i suoi lavori in diverse città italiane ed europee, è entrato in contatto con i circoli artistici tedeschi e vittoriani di Londra.

Nel corso di un soggiorno in Baviera, ha conosciuto l’artista Julia Hoffmann (Würzburg, in Baviera, 30 ottobre 1843 – Napoli, dopo il 1918).

Nel 1873, ha sposato Julia Hoffmann; grazie al matrimonio con la pittrice tedesca ha potuto, maggiormente, avvicinarsi alla cultura artistica tedesca.

Verso la fine della permanenza fiorentina, ha collaborato come critico d’arte a Il Giornale Artistico,  portavo voce della fronda artistica fiorentina, diretto da «… Enrico Cecioni, noto più che altro per essere fratello di Adriano».

Nello stesso anno, ha  lasciato  definitivamente Firenze, per recarsi a Roma, dove ha soggiornato per qualche tempo.

Nel 1876, con la moglie Giulia, ha trascorso «… qualche mese a Perugia, ospiti del pittore Annibale Brugnoli; li raggiungerà anche Vincenzo Cabianca».

Tornato a vivere a Napoli, nel 1877, si è stabilito infine a Portici, «… dove ancora lavoravano Marco De Gregorio e Federico Rossano».

Pagando un canone di 800 lire all’anno, ha abitato il «… quartiere a pianterreno del lato sinistro del palazzo provinciale di Portici».

Nella cittadina vesuviana, «… come insegnante di pittura e direttore della Scuola dei disegni e dei bozzetti», ha fondato la Scuola Artistica per gli operai.

Durante questo nuovo periodo napoletano, è stato presente alle Esposizioni: Nazionale di Napoli, nel 1877; Universale di Parigi, nel 1878; Nazionale di Torino, nel 1880; Italiana di Londra, nel 1888; Nazionale di Palermo, nel 1891.

In queste due ultime mostre: all’Esposizione Italiana di Londra, per conto del Governo italiano, in segno di gratitudine, ha donato alla città la monumentale tela I Sibariti, realizzata nel 1887.

All’esposizione Nazionale di Palermo, è stato premiato con la medaglia d’argento con il dipinto Il Testamento.

Nel 1892, vincitore della cattedra di figura all’Istituto di Belle Arti, ha ottenuto l’insegnamento di disegno dalla statua all’Accademia di Belle Arti di Napoli, incarico che mantenne fino alla morte.

Nel settembre del 1903, ha realizzato il dipinto celebrativo della visita del presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Zanardelli (Brescia, 26 ottobre 1826 – Toscolano Maderno, Brescia, 26 dicembre 1903) in Basilicata.

Il colto e geniale artista lucano Michele Tedesco muore a Napoli il 3 febbraio del 1917.

Tra le altre sue opere di maggior rilievo, ricordiamo:

  • Veduta del Vesuvio da San Giuseppe Vesuviano, 1854-1858;
  • A Volterra, 1861 circa;
  • Una ricreazione alle Cascine di Firenze, 1863;
  • Dopo una visita, 1869;
  • I vincitori della battaglia di Legnano, 1867-1872;
  • Il ricamo, 1880-1883 circa;
  • La tempesta, 1888 circa;
  • Giudizio di Paride, 1896.

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