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Figli di Portici famosi: : il pittore Enrico Giannelli

di Stanislao Scognamiglio

Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende.  Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.

Enrico Giannelli è nato ad Alezio, in provincia di Lecce, il 30 dicembre 1854, da Andrea Giannelli e da Agnese Ferrari dei duchi di Parabita.

Giovinetto, ha seguito gli  studi ginnasiali nel collegio Capece «… di Maglie, ove mostrò subito una forte inclinazione per il disegno, che vi era insegnato dal valente maestro  Paolo Emilio Stasi.»

Nel 1874, abbandonati gli studi classici, si è trasferito a Napoli, dove, su consiglio del maestro, si è iscritto all’Istituto di Belle Arti, «… allora diretto da Cesare Dalbono.»

Iscritto alla classe dei frammenti di gesso, ha frequentato «… dapprima i corsi di F. Maldarelli, quindi ebbe come guida il pittore abruzzese G. Smargiassi», insigne paesista «abruzzese, membro della Scuola di Posillipo che promuove un rinnovamento della pittura napoletana del paesaggio.»

Nel corso degli studi, con un disegno di un paesaggio tratto dal vero, ha ottenuto due medaglie e un premio secondo in denaro e un’altra medaglia per disegno geometrico.

Per tutto l’arco della sua carriera, la sua predilezione per il paesaggio è stata sempre «… centrale e costante, se non esclusiva.»

Napoli dai Granili

L’aver prediletto particolarmente le marine, l’ha portato a ritrarre «con schietto ma non soverchio naturalismo i paesaggi e gli scorci più suggestivi del golfo di Napoli e della natia costiera salentina, presso Gallipoli, nonché le umili attività quotidiane dei pescatori e della gente di mare.».

Nel 1877, ottenuto il diploma di professore di disegno, si è dedicato  «… a una intensa attività pittorica che lo vide partecipare a diverse esposizioni, in Italia e all’estero»

I suoi lavori, ovunque presentati: «… alla Esposizione Universale di Torino e di Melbourne, e poi di Milano e di Roma», hanno sempre riscosso un buon esito e vinto premi e concorsi.

Nel 1878, per la prima volta, è stato presente alla Mostra della Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti in Roma e alla Promotrice di Torino.

Dal 1879 al 1911, ha spesso preso parte alle mostre indette dalla Società promotrice Salvator Rosa di Napoli.

In questi stessi anni, ha partecipato poco alle esposizioni nazionali e internazionali, per essersi  dedicato primariamente  all’insegnamento.

Nel 1877, infatti, conseguita «… la patente di abilitazione all’insegnamento del disegno nelle scuole tecniche, normali e magistrali e per quattordici anni», ha di darsi alla didattica.

Libero docente, nel 1882, è stato nominato «… assistente per l’insegnamento di questa disciplina nella R. Scuola Superiore di Agricoltura di Portici, posto ottenuto per concorso fra ventinove concorrenti.»

Nel corso dell’anno 1883, su «… incarico del compianto ed illustre Comm. Fiorimo, aveva eseguito per il R. Conservatorio di San Pietro a Maiella in Napoli, un ritratto ad olio dell’Hummel.»

Nell’anno accademico 1890, successivamente alla morte del docente titolare, ha avuto affidato l’incarico dell’insegnamento del disegno.

Intanto, nello stesso anno, in riconoscimento dei suoi meriti artistici, dal consiglio accademico dell’Istituto di Belle Arti di Napoli ha avuto conferito il titolo di professore di pittura ad honorem.

All’Esposizione regionale artistica pugliese, tenuta a Bari nel 1900, ha ricevuto «… una medaglia d’oro per il dipinto Marina di Napoli [… ] ed un diploma d’onore per una raccolta di Disegni a penna di monete de’Re di Napoli e di Sicilia.»

Dopo aver tenuto lodevolmente lezione per oltre quattro anni, purtroppo, al termine dell’anno 1896, si è visto costretto a dimettersi dalla Regia Scuola Superiore di Agricoltura.

Rassegnate le dimissioni, ha lasciato «… sdegnato la cattedra, non avendo ottenuto la nomina di titolare, cui credeva di aver diritto.»

In suo libello Per una questione di giustizia, pubblicato a Napoli nel 1898, ha ricordato lo spiacevole episodio raccontando «… come e perché il R. Governo ha tolto al Prof. Giannelli, dopo oltre 14 anni di lodevole servizio, il posto di Assistente alla Cattedra di Disegno nella R. Scuola Superiore di Agricoltura in Portici, al quale posto lo aveva chiamato con decreto del 2 giugno 1882, in seguito a pubblico concorso.»

Nel 1896, ha eseguito con la tecnica della pittura ad acquarello, «… per incarico del prof. Luigi Viola, allora Ispettore del Museo di Napoli, il facsimile di un bronzo antico ritrovato a Taranto (legge municipale romana); lavoro encomiato dalla R. Accademia de’ Lincei, che lo reputò meritevole d’inserzione in uno dei volumi dei suoi Monumenti inediti.»

Nel 1897, ho realizzato, «… per commissione del console di S. M. Britannica in Napoli, una pergamena a colori, omaggio che la colonia inglese offriva a S. M. la Regina d’ Inghilterra in occasione del 60.° anno di regno. Il console Neville Rolf tributò all’autore i migliori attestati di simpatia.»

Nell’anno 1904, l’improvvisa perdita «… della buona e cara compagna della sua vita, signora Teresina Astarita, lo distolse per parecchi anni dal lavoro, lasciandolo desolato con l’unica sua figliuola Ida.»

Nel dicembre dello stesso anno, eletto consigliere segretario della Promotrice Salvator Rosa di Napoli, ha assunto la carica.

Grazie alla dedizione con cui si è prodigato nella cura dell’ufficio di segreteria, più volte riconfermato, ha mantenuto la carica fino al 1910.

Ritiratosi a Parabita, in provincia di Lecce, in seconde nozze, ha sposato Letizia Leopizzi.

Risiedendo nel Salento, è stato «…nominato direttore della Scuola tecnica comunale “R.Gentile”, membro della Commissione per la tutela dei monumenti della Provincia di Lecce».

Nella cittadina pugliese, nel 1908, ripreso a interessarsi all’insegnamento, ha fondato e diretto una scuola di disegno applicato alle arti, prodromo dell’attuale Istituto d’Arte.

Nel 1916, a Napoli ha pubblicato una «… ponderosa opera di carattere storico-documentario: Artisti napoletani viventi. Pittori, scultori ed architetti. Opere da loro esposte, vendute e premi ottenuti in esposizioni nazionali e internazionali, con prefazione di E. Dalbono.»

Il volume, alla cui realizzazione ha lavorato «… con meticolosa passione fin dagli anni del soggiorno napoletano, raccoglie le biografie di 243 pittori, 78 scultori, 22 architetti (171 di esse sono accompagnate da un ritratto fotografico): esso costituisce ancora una fonte preziosa di notizie altrimenti difficilmente reperibili per la conoscenza del panorama artistico partenopeo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del nuovo secolo ed è stato un punto di partenza imprescindibile per molti degli studi successivi dedicati agli stessi argomenti.»

Appassionato collezionista, nel 1924, ha destinato al Comune di Parabita la sua collezione di opere d’arte, composta da dipinti di scuola napoletana dell’Ottocento e del primo Novecento, opere di amici e colleghi, quadri propri e alcune sculture.

Oltre ai ritratti di famiglia, disegni e vario materiale fotografico ha donato anche la collezione numismatica, «… in cui raccolse, da egregio conoscitore, circa 2000 monete dei re di Napoli e di Sicilia, e che provvide poi a trascrivere graficamente al tratto in un album di disegni.»

Il pittore Enrico Giannelli si spegne a Parabita, il 15 luglio 1945.

Tra i suoi lavori, citandone titolo e tenutario, ricordiamo:

Palazzo Medina a Posillipo (1879), Strada nuova presso Capodimonte (1880), II fiumicello al Carmine (1886): Provincia di Napoli;

La turre de Lu Sapea = Effetto dopo Pioggia (1880), Teresa Astarita;

Bastione S. Francesco (1882), Gallipoli in Terra d’Otranto (1882): Società per la lotteria;

Burrasca (1883), Nisida e Posillipo dalla marina del Granatello – Portici (1883), Nel golfo di Napoli (1887): Giuseppe Buonomo, Ministero d’Agricoltura Industria e Commercio, Municipio di Napoli;

Marina di Gallipoli (1883), Marina (1888): Vittorio Dente residente a Mosca;

Capo Miseno (1884), Posillipo dalla marina di Resina (1884): Municipio di Napoli;

La pesca delle vongole nel golfo di Napoli (1885): Banco di Napoli;

Marina di Napoli (1900): Vito di Cagno, banchiere;

Alla Marinella (1911): Eugenio Vilers, direttore dei Tranvai Napoletani.

Altri suoi lavori sono esposti a Tunisi, Mosca, Londra e New-York.

Profili precedenti 1

Profili precedenti 2

 

 

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