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Figli di Portici famosi: il sacerdote don Benedetto Cozzolino

di Stanislao Scognamiglio

Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende.  Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.

Benedetto Cozzolino è nato a Resina, l’odierna Ercolano, in provincia di Napoli,  nel 1757.

Immediatamente dopo la sua ordinazione sacerdotale, ha iniziato la sua attività filantropica.

Giovane abate, nel 1778, presso la sua abitazione in via Trentola, ha accolto alcuni sordomuti, per evitare «… che relegati ai margini della società e privi di istruzione, mendicassero per le strade».

Agli infelici affetti da sordità e mutismo, di ambo i sessi, attraverso lezioni «… impartite sia con il metodo mimico-gestuale che con l’insegnamento della parola», ha insegnato loro a leggere e a scrivere.

Questa sua esperienza, purtroppo, era inevitabilmente destinata a non avere seguito, a causa della sua poco esperienza.

Per porvi rimedio, nel 1786, ha deciso di recarsi a Roma, dove era già attiva una scuola per i sordomuti, per imparare «… l’arte d’iftruire i Muti e i Sordi».

Nella città eterna, mantenuto a spese del sovrano Ferdinando IV di Borbone (Ferdinando Antonio Pasquale Giovanni Nepomuceno Serafino Gennaro Benedetto: Napoli, 12 gennaio 1751 – ivi, 4 gennaio 1825), ha imparato con successo tale arte riabilitativa, esplicata seguendo «… il metodo dell’abate Tommaso Silvestri».

Rientrato da Roma, deciso di adottare lo stesso metodo a Napoli, ha proposto al regnante, «… di rendere pubblica la scuola e di assegnarle uno stabile finanziamento».

Nel 1788, con l’approvazione e il sostegno finanziario del re delle Sicilie, che vedeva «… mandare ad effetto il suo felice e generoso pensiero» di aiutare i suoi sfortunati sudditi, ha fondato la prima scuola per sordomuti del Regno di Napoli.

Così, ha dato inizio alla sua nuova esperienza di insegnamento seguendo il previsto programma didattico, praticato prevalentemente con la tecnica orale.

Contemporaneamente, della nuova scuola ha assunto anche la direzione, mantenuta fino alla sua morte.

Si è dedicato «… con tale ardore e impegno all’educazione dei sordi da venire definito il “padre dei sordomuti italiani”».

Il caritatevole sacerdote don Benedetto Cozzolino si spegne a Resina, il martedì 19 marzo 1839, alla veneranda età di ottantadue anni.

Le spoglie mortali del fondatore della scuola sperimentale per sordomuti, in rispetto alla sua volontà testamentaria, vengono inumate nella chiesa di San Pasquale Baylon al Granatello di Portici.

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