Società

Figli di Portici Famosi: Nicola Nettuno

di Stanislao Scognamiglio

Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende.  Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.

Nicola Nettuno nasce a Resina, oggi Ercolano, il 19 novembre 1884, da una modesta famiglia.

Dopo un costruttivo apprendistato presso un artigiano falegname, è divenuto un provetto ebanista.

Grazie alle sue indiscusse capacità tecniche, ventiduenne, nel 1906, assunto, è «… a lavorare presso la fabbrica di ascensori e montacarichi Stegler, come operaio specializzato».

Dopo trentacinque anni di lavoro, portati avanti con pura abnegazione e adamantina fedeltà, raggiunti i limiti d’età, è stato posto in quiescenza.

Uomo pio e devoto, ha avuto in dono l’edicola votiva dedicata alla Madonna del Buon Consiglio, posta al corso Umberto I di Portici, «… corrosa dalle intemperie e dal tempo».

Nonostante non disponesse di floride risorse economiche, nella domenica 25 Aprile 1943, si è accollato «… l’onere di custodire e ripristinare abbellendola materialmente l’icona abbandonata».

Una breve iscrizione, ricorda l’avvenimento: NEL GIORNO 25 APRILE DEL 1943 / QUESTA CAPPELLA E’ PASSATA A CURA / ……………………………………………………………. / E DEL SIGNOR NETTUNO NICOLA.

Da allora, arricchendosi nello spirito, «… gli stenti e le fatiche sopportate […]  sembravano una cosa insignificante, un nulla: si era ingaggiata tra lui ed il male, una lotta che egli doveva vincere e che in parte ha vinto. Il male non era altro che l’impassibilità generale, la mancanza di sovvenzioni, o almeno di consigli, di incoraggiamenti».

Nella mattinata del 14 febbraio 1947, ha visto premiare le sue estenuanti e incessanti fatiche, allorquando  ha avuto una meravigliosa visione: «... una Signora tutta vestita in bianco, radiosa come una stella», la quale fissandolo, con soave voce gli diceva: «… Tu edificherai un Tempio alla Madonnina di Lourdes».

Scomparsa all’istante, qualche attimo dopo gli è riapparsa e, ancora una volta, con dolcissimo suono gli ripeteva: «… Tu edificherai un Tempio alla Madonna di Lourdes».

Nel corso del 1948, dal sindaco di Portici, Giuseppe Naldi ha avuto la concessione di occupare un piccolo pezzo di terreno incolto, in realtà «… uno sversatoio di immondizie (“è un’offesa a Maria!”)», situato a ridosso dell’ingresso secondario alla Villa Comunale.

Su questo, legandolo alla preesistente edicola votiva dedicata alla Madonna del Buon Consiglio, ha cominciato a innalzare un minuscolo tempio, che ricordi i santuari di Gennazzano e di Lourdes.

Con un minuzioso e paziente lavoro, con le pietre regalategli dagli scalpellini ercolanesi, infatti, ha edificato «… una grotta con un enorme ammasso di schiuma di lava, volendo simulare la grotta di Lourdes, mettendoci in alto una statuetta della Madonna di Lourdes, ed un ammasso di valve di conchiglie marine, di anfore ed altri aggeggi in modo da formare un monumento».

Infine, ha adornato «… la scalinatella che sale alla grotta» con numerose anfore romane ritrovate al largo del Granatello dai pescatori porticesi, e l’ha «… sovrastata da una scritta al neon accesa notte e giorno

Completata l’opera, a lato della grotta ha posto una lapide commemorativa.

Sulla grigia pietra di lavagna, disposta su più righe e con lettere in oro, ancora oggi, si legge la seguente iscrizione: GENNAZZANO E LOURDES / I DUE SANTUARI MARIANI MONDIALI / SONO QUI RIEVOCATI / LA VERGINE DEL BUON CONSIGLIO / IMMACOLATA DEI PIRENEI PROTEGGA IL NOSTRO POPOLO / LA NOSTRA PATRIA / BENEDICA I PASSANTI / CHE LE PRESTANO IL LORO / FILIALE OMAGGIO / A DEVOZIONE DI N.LA NETTUNO / 1948.

Durante l’anno 1970, i costruttori del modernissimo parco edilizio, che si stava erigendo, hanno tentano l’acquisto dell’area su cui poggiava il tempietto, popolarmente detto la piccola Lourdes.

In cambio del piccolo pezzo di terra e conseguente abbattimento del tempietto gli hanno offerto due moderni appartamenti.

All’allettante proposta, opponendo un netto rifiuto, ha risposto: «… Io la casa già la tengo, al cimitero».

Fermo nel suo convincimento, fronteggiando anche qualche velata minaccia, ha difeso il suo con grande cuore il suo omaggio alla Mamma celeste.

Vinta anche quest’ultima battaglia, il cuore del pio Nicola Nettuno, ha cessato di battere a Portici il 31 luglio 1974.

 

 

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