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Figli di Portici famosi: Placido Errico

di Stanislao Scognamiglio

Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende.  Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.

Placido Errico è nato a Napoli nel 1909.

Appena adolescente, ha conosciuto e stretto amicizia con il pittore napoletano Luigi Crisconio (Napoli, 1893 – Portici, 1946).

Ha Iniziato a dipingere sotto la guida dell’amico,  seguendolo «… nelle sue faticose peregrinazioni per le campagne vesuviane e le spiagge del golfo di Napoli, con lunghe soste sotto il sole, alla ricerca del motivo». Anteponeva il cognome al nome firmandosi Errico Placido.

Pittore, «… di grande istintività, autodidatta, lavorando incessantemente tutti i giorni si è liberato di ogni influenza del maestro raggiungendo un suo stile, ritrovando un suo mondo poetico».

Prestigioso artista, ideale prosecutore della tradizione pittorica della Scuola Resina o Repubblica di Portici, della quale certamente sarebbe stato indiscusso protagonista, con la sua «… pittura semplice, ma viva e penetrante; pittura senza scorie di artificiosità; pittura tutta carica di bontà», nei suoi soggetti, è stato «… capace di fornire un’indagine delicata e intensa nell’approfondimento psicologico delle personalità dei suoi modelli, che restituisce sulla tela come portatori di puntuali identità e non come tipi».

Ha proposto le sue opere: paesaggi, nature morte, clowns e figure, in numerose rassegne e mostre collettive e personali in tutta Italia.

Nel 1938, ha raggiunto la piena affermazione, esponendo alla Sindacale d’Arte di Napoli..

Poeta ha composto versi in lingua e, soprattutto, in napoletano.

Tra i suoi scritti, evidenziamo:come egli stesso in un epigramma, in maniera schietta e diretta, abbia sintetizzato la sua arte «… Credo che la pittura sia poesia delle immagini e sono felice di averle offerto la mia esistenza, sereno malgrado stenti, ansie e fatiche. Ho cercato di carpire al tempo briciole di vita; di registrare l’eco del mare; di cogliere il vasto respiro della mia terra;di esaltare la fatica degli umili; di confortare il dolore della mia gente».

Porticese d’elezione, alla città che l’ha ospitato sin da bambino, ha dedicato varie tele e qualche poesia.

Il pittore e poeta Placido Errico. muore a Portici nel 1983.

Passanno pe’ sti vvie:

Quanno te veco a te, Puortece mia, i’ penzo ’o tiempo comme se ne vola.

Tu ca mm’ha fatto cumpagnia’a quanno piccerillo i’ jevo ’a scola.

Quanna ricorde ’e te mme so’ restate, mo stanno  tutte  ccà, dint’ a sta mente.

Chelli staggione, chi se ll’ha scudate, cantavano ’e ccicale alleramente.

Ll’addore d’ ’e ciardine tutte ’nfiore, sciure d’arance, belle e delicate.

’E te ne songo sempre nnammurate, si pure mo sì triste e abbandunata.

Miez’ a sta piazza ’a sera doppo ’e ddiece, sta ’a meglia giuventù tutta drugata…

Nterra assettata, nnanz’a chesta chiesa…

Che brutti tiempe…tutto s’è cagnato.

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