Senza categoria

Il camposanto di Poggioreale

di Michele Di Iorio

A Napoli non esisteva una vera è propria area destinata a zona cimiteriale. Le salme  venivano inumate negli ipogei delle chiese e nelle cappelle nobiliari. C’era inoltre il Cimitero delle Fontanelle, un grande ossario comune ricavato da enormi cavità tufacee

L’attuale zona cimiteriale della città si trova nel quartiere di Poggioreale, sorto in epoca angioina fuori delle mura della capitale dopo la Villa Reale o Casa Regia fatta edificare nel 1308 da Carlo II d’Angiò per uno dei suoi figli, avendo espropriato l’anno precedente una proprietà templare. In questa residenza sul fiume Sebeto, chiamata Casanova, re Carlo morì nel maggio del 1309.

L’area del Ponte di Casanova originariamente si estendeva fino alla villa rinascimentale costruita nel 1487 per re Alfonso d’Aragona da Giuliano da Maiano, nella zona già detta Poggioreale e fino alla cinta daziara della città, l’odierna via Stadera.

Durante l’epidemia di peste del 1528 molti dei soldati francesi del Lautrec furono precipitosamente seppelliti in una cava, la grotta degli Sportiglioni, dando inzio all’uso sepolcrale della zona. Così anche nella successiva epidemia del 1656: ben 100mila vittime vennero inumate alla rinfusa negli anfratti di Poggioreale. In superficie venne edificata la chiesa di Santa Maria del Pianto, opera di Bartolomeo Picchiatti.

Nel 1762 iniziarono gli scavi per la costruzione del cimitero pubblico, sepolture comuni a pianta quadrata di circa 7 metri di profondità, lavori che iniziarono sotto il regno di Ferdinando IV di Borbone.

Le opere, dirette dell’architetto  Ferdinando Fuga, terminarono l’anno seguente: 361 fosse comuni a pianta quadrata di circa 7 metri di profondità disposte in 19 file, che nel giro di un anno accolsero ben 7mila salme dei poveri di Napoli, provenienti dalla piscina carnaria, una grande cavità al di sotto del Real Ospedale degli Incurabili, e dal Real Albergo dei Poveri.

I becchini usavano gettare dall’alto i cadaveri nelle fosse, ed era divenuto un macabro spettacolo per i cittadini di Napoli che accorrevano ad assistervi: secondo come i corpi cadevano venivano tratti i numeri da giocare al Lotto. Si pose fine a questa brutta situazione nel 1890, quando la grande sepoltura comune venne chiusa al pubblico.

Dopo l’editto napoleonico di Saint Cloud del 1806 in materia di cimiteri, nel 1812 per volere di re Gioacchino Murat l’architetto Francesco Maresca progettò il grande Cimitero Monumentale pubblico di Poggioreale.

I lavori vennero intrapresi nel 1821 dagli architetti Ciro Cuciniello e Luigi Malesci e terminarono nel 1837, mentre il monumentale ingresso in stile dorico fu completato due anni dopo da Stefano delle Gasse.

All’interno del perimetro vi era il monastero dei padri Cappuccini, sostituiti nel 1872 dai padri diocesani.

Sempre nella zona di Poggioreale nel 1889 venne costruito il Cimitero della Pietà nel 1936 il Cimitero Novissimo.

Vi sono a Napoli altri cimiteri di epoca ottocentesca:

  • cimitero di Fuorigrotta
  • cimitero inglese alla Doganella
  • cimitero di Barra
  • cimitero San Giovanni a Teduccio
  • cimitero di Ponticelli
  • cimitero di Secondigliano
  • cimitero di Miano
  • cimitero di Chiaiano
  • cimitero di Pianura
  • cimitero di Soccavo

Articolo correlato: http://wp.me/p60RNT-Qj

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *