Cultura

Il Complesso della Santissima Annunziata

L’antichissima struttura rifugio dei neonati abbandonati e la sua sua bellissima Basilica: la Santissima Annunziata

di Antonio Vitale

CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – Il Complesso Monumentale dell’Annunziata fu fondato nel 1318, patrocinato dalla Congregazione della Santissima Annunziata.

Successivamente, nel 1343, la Regina Sancha di Aragona, moglie del re Roberto D’Angiò ne fece una congregazione giuridicamente riconosciuta come la Real Casa dell’Annunziata con lo scopo di tutelare i bambini abbandonati.

Il complesso comprendeva un ospedale, un ospizio per bambini, il convento e la chiesa ed un conservatorio per le giovani donne povere o senza famiglia che venivano prese in adozione e veniva offerta loro da parte delle famiglie nobili una dote per favorirne il matrimonio.

L’istituzione fu anche ristrutturata alla metà del XVIII secolo dai Borbone e rimase attiva fino alla metà del Novecento. Negli anni furono apportate ulteriori modifiche strutturali fino ai recenti reparti di Ginecologia e Pediatria.

Il complesso sorge fra i popolosi quartieri della Duchesca e Forcella, in via Egiziaca. Sulla strada si erge l’arco quattrocentesco d’ingresso al complesso, che fu commissionato a Tommaso Malvito dalla famiglia Caetani di Fondi come portale della chiesa.

Sulla sinistra dell’ingresso è stata lasciata l’apertura – oggi dotata di una grata –  attraverso la quale venivano deposti i neonati che le madri abbandonavano, per miseria o perché illegittimi.

All’interno, una struttura rotante portava al sicuro i piccoli. Per questo venne denominata Ruota degli Esposti. Si deve a questa pratica la diffusione a Napoli dei cognomi Esposito, Sposito e simili.

Allertati da una campana, religiosi assistevano immediatamente i neonati, che ricevevano le prime cure di igiene con il lavatoio ed il fasciatoio.

È ancora conservato l’archivio che, a partire dal XVI secolo, custodisce i registri dove venivano annotate il giorno, l’ora di ingresso, l’età ed i caratteri somatici dei bambini, nonché eventuali segni particolari, l’abbigliamento con il quale il bambino era stato lasciato nella ruota.

La prima struttura della Chiesa fu realizzata nel XIII secolo dagli Angioini. Successivamente fu ricostruita e ampliata nel 1513 e nel 1540 da Ferdinando Manli

Nel 1757 l’edificio sacro venne distrutto da un grande incendio. I lavori di ristrutturazione furono eseguiti da Luigi Vanvitelli, che riuscì a conservare gli ambienti cinquecenteschi incorporandoli nell’attuale struttura. Dopo la sua morte, l’opera venne portata a termine dal figlio Carlo.

Un ulteriore restauro fu necessario a seguito dei gravi danni conseguenti ai bombardamenti nella Seconda Guerra mondiale

Come in molte chiese napoletane si possono notare le variazioni stilistiche succedutesi nei secoli: nel Settecento la fattura era tardo-barocco, successivamente venne rifatta in stile classico francese dei secoli XVII e XVIII.

La facciata ha una pianta leggermente concava, con due ordini sovrapposti di colonne classiche e sulla sinistra si può osservare un imponente campanile del Cinquecento.

La navata della Basilica è a croce latina con una ampia navata unica e sei cappelle laterali, che presentano 44 colonne in stile corinzio, presenti in altre opere dei Vanvitelli.

Tra tutte spiccano la Cappella Carafa, con marmi e monumenti sepolcrali risalenti al XVI secolo, e la Cappella del Tesoro, realizzata alla fine del Cinquecento da Giovan Battista Cavagna, dove sono custodite le reliquie dei Santi provenienti dal feudo di Lesina.

Nella sacrestia si possono apprezzare gli affreschi di Belisario Corenzio e gli arredi lignei che avvolgono tutto l’ambiente, opere di Giovanni da Nola, Salvatore Caccavello, Girolamo D’Auria e Nunzio Ferraro.

Al centro della chiesa spicca la maestosa cupola di Carlo Vanvitelli, che raggiunge un’ altezza di 67 metri.

Inoltre, l’architetto realizzò un ambiente sotterraneo, definito succorpo, a pianta circolare con sei nicchie, indipendente dalla chiesa principale ma comunque posto in asse con la cupola.

Si possono ammirare numerose sculture fra le quali una Madonna con Bambino di Domenico Gagini, il Battesimo di Gesù di Andrea Ferrucci (1507) ed altre sculture del Settecento di Francesco Pagano, nonché numerosi bassorilievi ed altorievi.

L’intero complesso è da anni occupato da impalcature necessarie ai lavori di ristrutturazione, e molte aree sono chiuse anche per carenza di personale.

La Basilica, purtoppo, si avvale dell’opera di un solo sacrestano, il quale deve provvedere alle varie mansioni.

Considerando la mole della struttura, l’espletamento dei vari servizi, infatti,  richiederebbe la presenza di un personale più cospicuo.

 

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