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Il Film, Porta Capuana

NAPOLI – La Parallelo 41 produzioni presenta Porta Capuana, il film di Marcello Sannino (ITA, ’18).

Il film sarà in concorso al 36esimo Torino Film Festival giovedì 29 e venerdì 30 novembre, nella sezione Doc Italiana.

Sinossi. La Porta con le sue antiche pietre che traspirano storie del passato, la Porta testimone di un presente dove ancora quasi tutto appare possibile, mutabile, fluido. Porta Capuana è l’emblema della cosmopoli, il luogo di arrivo e di partenza. Torri che sovrastano il giorno e la notte, l’incedere del quotidiano durante il quale, da secoli, prende forma il meticciato inevitabile. Il riproporsi di ritualità e trascendenza che continuano – senza sosta – a manifestarsi e rimodularsi. Un film sullo spaesamento. Lo spaesamento fisico, sociale, storico. Un villaggio globale, statico e contemporaneamente in movimento, come un unico organismo vivente le cui molecole vivono di vita propria, autonoma, distinte ma indissolubilmente legate a quel tutto da cui succhiano linfa vitale. Il racconto della frontiera fluida di una città porosa. 

Verrà il giorno che aspetto –sento un aprirsi d’ala. Ma il vivo pensier-freccia troverà il suo bersaglio? Se no, tornerò dov’ero, conclusi viaggio e tempo: là – amare non potevo, qui – amare mi spaventa. (Osip Mandel’stam)

https://vimeo.com/235896238

Si legge nelle note di regia: A Porta Capuana, luogo di frontiera tra passato e presente, si vive in una condizione di continuo spaesamento. Aldilà delle attuali politiche governative di stampo repressivo, già iniziate con le sciagurate leggi sulla regolamentazione migratoria degli ultimi venti anni, o malgrado esse, esiste un quotidiano, un fluido inarrestabile di rapporti, di contrasti, di viaggi, di visi, sorrisi e lacrime.

Sappiamo bene che chi arriva fin qui, in Italia, ha affrontato viaggi strazianti, ha visto compagni e familiari morire, si è lasciato dietro guerre e miserie, e approda con un carico di speranza quasi sempre tradito.

Ho cominciato a realizzare questo film nel 2010. Durante le riprese di un cortometraggio per il film collettivo Napoli 24, capii che quel brevissimo lavoro era solo l’inizio di una lunga storia. Cominciai a frequentare assiduamente il quartiere, in tutti i momenti del giorno attratto dalla complessità e dalla continua trasformazione della zona che, nonostante ciò, conservava nella sua essenza l’antico ruolo di frontiera della città, di un mondo.

Ho deciso di raccontare la sensazione di spaesamento che riguarda le persone e i luoghi in questa parte di città che diviene mondo. Lo spaesamento di un vecchio avvocato nell’attraversare il luogo che ha vissuto per cinquant’anni (Castel Capuano l’ex Tribunale) e che ora è vuoto ma carico di memoria; lo spaesamento dei nuovi arrivati, i migranti dalle zone povere e disastrate del mondo, lo spaesamento di chi a Porta Capuana ci è nato, ci vive e ci lavora. La sensazione labirintica che si percepisce negli spazi enormi delle vecchie fabbriche abusive all’interno del Lanificio Borbonico. E poi la babele del mercato del Borgo di Sant’Antonio che vede nei nuovi arrivati la possibilità di continuare ad esistere e resistere alla concorrenza dei centri commerciali,ma deve affrontare nuovi bisogni, nuovi costumi.

Stare sotto l’arco della Porta Capuana è come mettersi al centro del continuo flusso tra passato e presente e farsi attraversare dalla carica emotiva che  porta con sé. Le molecole di questo organismo sono eterogenee, vi si intrecciano la memoria e la malinconia, la speranza e i progetti, la fretta di andare altrove, la voglia o la necessità di rimanere, il desiderio di affermare un’esistenza e quello di cambiarla radicalmente.

Bisogna cercare le giuste inquadrature per racchiudere la tensione del perdersi dell’attesa, della disperazione, della speranza, del movimento e della staticità, trovare la giusta distanza dalle cose e dalle persone. Per fare questo c’è bisogno di entrare in sintonia con ciò che si filma, cercando di far sparire la macchina da presa, rimanendo presente, cosciente di quel che accade.

Così ho strutturato il film, facendo attenzione all’intreccio di problematiche politiche e affettive che segnano indelebilmente i luoghi e il nostro tempo. Entreremo ed usciremo dalle dimensioni scelte con fluidità, seguiremo le persone e con loro scopriremo il modo di stare a Porta Capuana, di stare al mondo. In una contrapposizione dialettica nei confronti della realtà, il film alterna campi lunghi descrittivi a primi piani di volti che diventano paesaggi che raccontano storie.

Un riferimento visivo possono essere quei quadri di Bosch che si presentano nella loro composizione d’insieme come un enorme spazio caotico e indefinito, ma se ci si avvicina al quadro si scorgono infinite molecole di vita, e i ritratti di Antonello da Messina con tutta la bellezza e la profondità che li pervade.

Il regista porticese Marcello Sannino, classe 1971,  dopo aver svolto l’attività di libraio dal 1995 al 2001, decide di dedicarsi a tempo pieno all’attività cinematografica.

Oltre l’impegno come regista, dal 2008 al 2016 collabora con l’Arci Movie di Ponticelli, Parallelo 41 e Figli del Bronx curando alcuni laboratori sul linguaggio cinematografico presso gli Istituti di Istruzione Superiore e realizzando insieme agli allievi cortometraggi che hanno partecipato ai festival di categoria.

Al suo attivo le opere:

  • Decroux e il mimo corporeo (2003) Regia, fotografia. Un viaggio nel pensiero del grande mimo e attore attraverso le testimonianze dei suoi ultimi allievi.
  • La passione Suessana (2004) Regia, fotografia. Un racconto sulla ritualità del canto polifonico a tre voci durante la settimana della Passione.
  • Streets of Naples, di Alda Terracciano, Fotografia
  • L’ultima Treves (2007) Regia, fotografia, sceneggiatura. Una storica libreria sotto sfratto, un atto di resistenza, un ritratto del mestiere del libraio. Premiato al Napoli Film Festival 2008.
  • Corde (2009) Regia, fotografia, sceneggiatura. Le scelte di vita del giovane pugile Ciro Pariso, un’opera sulla crescita più che un film sulla boxe. Premio Speciale della giuria al Torino Film Festival 2010 |Premio Casa rossa a Bellaria Film Festival 2010 | Miglior regia a Salina Film Festival 2010 | Miglior documentario al Festival del Cinema Italiano di Tramblay en France 2010 | Miglior Documentario Napoli Film Festival 2010.
  • In purgatorio (2009) di Giovanni Cioni Fotografia
  • Napoli 24 (2010) Regia, fotografia e sceneggiatura dell’episodio Porta Capuana. Ventiquattro sguardi sulla città, prodotto da Indigo film, Skydancers, Teatri Uniti
  • La seconda natura (2012). Un ritratto di Gerardo Marotta, mecenate moderno e la sua visione dello Stato Italiano dalla nascita della Repubblica ad oggi. Il film ha ricevuto il riconoscimento di interesse culturale dal MIBAC. Menzione Speciale Torino Film Festival 2012 | Miglior Documentario al CONTEST-Film di Roma 2013 con premio di distribuzione
  • Appunti sulla fine del mondo (2014) Cortometraggio di finzione realizzato con studenti del corso Movielab di Arci Movie.
  • For ever (2016) Cortometraggio prodotto da Figli del Bronx e realizzato con allievi dell’Istituto Casanova di Napoli. Perduto amore (2017) Cortometraggio realizzato con gli allievi del laboratorio “La scena del reale” a cura di Paralleo 41 produzioni.
  • Rosa, Pietra e Stella (in produzione) Lungometraggio di finzione attualmente in preparazione. Prodotto da Parallelo 41 con Bronx film e PFA film

 

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