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Il Libro, Storia del tappeto di Fiori a Portici

Una forma di artigianato di alto livello, il tappeto di fiori a Portici: l’esperto Stanislao Scognamiglio ne racconta la stori dalle origini ad oggi

di Tonia Ferraro

Le prime notizie della tradizionale creazione di quadri con i fiori, risalgono alla prima metà del XVII secolo, quando a Roma Benedetto Drei, responsabile della Floreria vaticana, e a suo figlio Pietro, allestì un tappeto di… fiori frondati e minuzzati ad emulazione dell’opere del mosaico.

Qualche anno dopo Stefano Speranza, stretto collaboratore dell’architetto Gian Lorenzo Bernini, realizzò un altro quadro floreale.

Probabilmente proprio dalla Città Eterna l’arte effimera si diffuse in varie parti del territorio italico, dapprima nei Castelli Romani e, quindi, altrove. Dal Lazio, poi, quest’arte venne “adottata”in altre regioni d’Italia.

Anche a Portici, attecchì la cosiddetta arte effimera, vista la natura dei componenti, ovvero l’esecuzione di variopinti e profumati tappeti di fiori.

Spiega Stanislao Scognamiglio, autore del pregiato volume Storia del tappeto di Fiori a Portici dalle origini a oggi, edizioni De Porticibus: Risale al 1778 la prima infiorata con l’allestimento di alcuni quadri floreali nella via Sforza di Genzano in occasione della festività del Corpus Domini, o al 1782 con la realizzazione di un lungo tappeto che copre l’intera via.

Le località in cui vengono ancora oggi vengono allestite infiorate nella ricorrenza del Corpus Domini sono divenute sempre più numerose, in Italia e all’estero. In diverse località vengono approntate delle infiorate sul modello delle tradizionali, ma prive di legame con festività religiose cristiane.

Nella Real Villa di Portici, l’origine dell’allestimento del tappeto floreale è molto antica, per cui l’essere eseguito da tempo immemore ha generato una vera e autentica tradizione. Si tramanda, infatti, che questa … sarebbe nata a seguito dell’iniziativa estemporanea dei giardinieri reali di Carlo di Borbone e continuata nel tempo in forma di artigianato di alto livello.

Originariamente realizzato con soli elementi vegetali, il tappeto di fiori viene allestito con tecniche specifiche: per prima cosa occorre appianare il fondo prima di porre in terra lo strato di petali, che vengono selezionati per grandezza e, naturalmente, colore, secondo la parte del bozzetto precedentemente approntato.

Ultimamente, a Portici ha preso piede la realizzazione del suggestivo tappeto verticale. Solitamente di forma rettangolare – dalle dimensioni di cinque metri per due – su di una rete di plastica si crea un substrato verde, sempre con l’utilizzo di materiali vegetali. Poi si procede secondo tradizione: dopo aver creato il mosaico floreale si espone ai balconi o alle finestre. Sostituisce creativamente l’altra usanza, quella di stendere ’o cupèrtino, il più bel pezzo del corredo, al passaggio della processione religiosa.

Tanta storia per raccontare una tradizione porticese, che, per quanto ben radicata, non viene considerata, anzi, spesso è dimenticata. Proprio per ridare valore a questa antica consuetudine, lo storico Scognamiglio ha voluto citare i nomi di tutti coloro hanno dimostrato impegno e perizia nel realizzare questi spettacolari mosaici. Una lunga lista di nomi, corredata, per quanto possibile, da fotografie.

Nel libro Stanislao racconta che da bambino ha avuto modo di collaborare alla ricerca e alla selezione degli elementi vegetali, assistendo il padre Angelo, maestro infioratore.

Da sottolineare che l’amore per i tappeti di fiori tramandatagli dal padre, sia cresciuto negli anni, unitamente con l’altra delle sue passioni, la storia porticese, tanto che oggi viene riconosciuto come uno degli esperti di Infiorate in campo internazionale.

L’autore. Stanislao Scognamiglio, storico e ricercatore rigorosissimo, classe 1951, vive a Portici.

Laureato si laurea in Scienze Agrarie alla Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, nel contempo, assecondando le sue passioni, coltiva lo studio della storia locale, il giornalismo, l’educazione alimentare. Nel tempo libero si dedica all’attività arbitrale con il GGG-FIDAL (Gruppo Giudici Gare della Federazione Italiana di Atletica Leggera).

 

Interessato all’informazione, ha collaborato con testate giornalistiche cartacee, radiofoniche e on-line: Campania Sport – Radio Break Campania – Campania Agricoltura (servizi fotografici) – La Voce Vesuviana – Agrimonitor – Informacomune Portici on line – Obiettivo Campania Sapori e Tradizioni – Lo Speaker – Terronian Magazine – MATACultura. Ancor’oggi, collabora con il nostro Lo Speaker Corner e Teleradio News.

Persona schiva e stimata, … porticese “verace” che per passione è diventato uno degli storici più attenti e rigorosi della Città di Portici.

Al suo attivo ha diverse pubblicazioni di volumi e opuscoli:

  • Il tappeto di fiori a Portici. In Quaderni Porticesi – Storie di uomini e cose. Quaderno n. 9. Libreria S. Ciro Editrice. Portici, 1999.
  • Palazzo Valle Da residenza gentilizia … a quartiere militare, da caserma … a ospedale militare, da casa di pena… a scuola militare. Portici, 2006.
  • Mariano Fortuny e Portici. Portici, 2007. (offset)
  • Il Padre Salvatore Iovino e i Frati Francescani Minori in Portici. La Cetra Angelica. Portici, 2009. Con Oreste Casaburo, ofmconv.
  • Palazzo Valle Da villa rustica … a casa di letizia., da residenza gentilizia … a quartiere militare, da caserma … a ospedale militare, da casa di pena … a scuola militare. Portici, 2015.
  • Mariano Fortuny e Portici. Cento Giorni di Felicità. Portici, 2016.
  • Portici Lapidaria. Dal 1° Secolo dopo Cristo al 1900. Portici, 2019.
  • Portici Lapidaria. Dal 1901 al 2020. Portici, 2020.
  • Storia del tappeto di fiori a Portici dal 1921 a oggi. Portici, 2022.

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