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Il Mausoleo Schilizzi

Il Consigliere della Municipalità 1 di Napoli Francesco Carignani è impegnato nel recupero del Mausoleo Schilizzi e del suo magnifico parco

Francesco Carignani, napoletano, classe 1984, è laureato in Scienze della Comunicazione e in Management del patrimonio culturale. Attualmente svolge un dottorato di ricerca in Management.

Da diversi anni si occupa di valorizzare il territorio con iniziative volte a sensibilizzare i cittadini sull’importanza di siti come la villa di Lamont Young a Pizzofalcone o del restauro dell’arco borbonico antistante il Lungomare Caracciolo. Con entusiamo prosegue il suo impegno come Consigliere della Municipalità 1 di Napoli dove riveste il ruolo di Presidente della Commissione Trasparenza.

Recentemente ha puntato i riflettori sul Mausoleo Schilizzi, un monumento poco conosciuto e chiuso da tempo che si trova a Posillipo alla via Belsito

Il mausoleo in stile neo-egizio ha pianta simmetrica ed è realizzato con grossi blocchi in piperno, colonne monolitiche in granito di Baveno e pilastri in granito grigio nonché massicci architravi in pietra di Belona.

Alla struttura generale in muratura fu aggiunta da Camillo Guerra la copertura in cemento armato, materiale che a Napoli all’epoca era alle sue prime applicazioni. (da Posillipo di R. De Fusco ed. Electa Napoli e da Architettura del Novecento a Napoli di A. Castagnaro ed. ESI)

Ecco come Francesco Carignani ne racconta la storia.

Nel 1881, il ricco banchiere di origine livornese Matteo Schilizzi, decide di farsi erigere un grande monumento funebre per sé e per la sua famiglia qui a Napoli. Schilizzi chiama quindi un grande architetto dell’epoca, Alfonso Guerra, e lo incarica di costruire un maestoso monumento. I lavori si protraggono per molti anni, finché lo stesso Schilizzi non finanzia più i lavori del mausoleo, che resta per lunghi anni incompiuto. Nel 1921 il Comune di Napoli decide di acquistarlo dagli eredi di Schilizzi per farne un sacrario ai caduti della Prima Guerra Mondiale. Non disponendo delle risorse economiche necessarie, il Comune chiede ai napoletani di partecipare all’acquisto, con donazioni su di un conto bancario. I sentimenti del periodo post bellico, spingono tantissimi napoletani a partecipare alla raccolta fondi. Il Mausoleo viene quindi acquistato ed i lavori proseguono con il figlio dell’architetto Guerra, Camillo, che completa i lavori per l’inaugurazione del 1923.

In seguito il sacrario ospiterà anche i caduti della seconda guerra mondiale e gli eroi delle Quattro Giornate di Napoli, una delle pagine più importanti della città, quando il popolo si ribellò ai nazisti cacciandoli dalla città.

Oggi il Mausoleo non è agibile da diverso tempo. Importanti problemi strutturali rendono necessari lavori per circa 8 milioni di euro. Nonostante il progetto di restauro a cura dell’architetto Marco Dezzi Bardeschi sia già pronto, il Comune non dispone dei fondi necessari.

Negli anni mi sono occupato in prima persona del Mausoleo, prima provando ad aprirlo per le giornate FAI, poi chiedendo al Sindaco De Magistris di cederlo al Ministero della Difesa, visto che rappresenta l’unico Mausoleo d’Italia non di proprietà del Ministero. Abbiamo però anche condiviso l’idea che sarebbe più giusto provare a farlo rimanere comunale, visto l’enorme sforzo dei cittadini napoletani per acquistarlo all’epoca. Abbiamo provato a verificare con la Città Metropolitana l’idea di coprire l’importo dei lavori, ma senza risultati positivi. Decidemmo quindi di provare a chiedere al Ministero della Difesa la metà della somma necessaria e ad impegnare la Città Metropolitana per l’altra metà. Il Covid ha purtroppo fermato questo discorso, aprendone un altro: la possibilità di inserire il lavori di restauro tra quelli finanziabili con il Recovery Fund. Dopo aver personalmente aiutato a recuperare i progetti di restauro del Mausoleo ad accertandomi che le schede tecniche fossero compilate, venivo a conoscenza della rimozione del progetto tra quelli presentati a Roma.

Credo che il recupero del Mausoleo dovrà essere una priorità per la prossima amministrazione, per vari motivi. Lo stile neo-egizio rende il monumento particolarmente rilevante da un punto di vista architettonico. Non va neanche sottovalutato il valore storico e simbolico dell’edificio, che ricorda le Quattro Giornate di Napoli ed i suoi eroi. Infine anche un altro aspetto fondamentale: il mausoleo rappresenta un’importante polmone verde, un parco magnifico per i napoletani.

 

Ma sono anche convinto che il recupero dovrà anche essere una grande opportunità di sviluppo per Posillipo. Per i turisti il Mausoleo, con la sua passeggiata sui tetti da cui godere di una vista unica, potrebbe rappresentare la prima tappa verso la scoperta di quella zona. La mia proposta è di trasformare Piazza Salvatore di Giacomo in un vero e proprio HUB DEL MARE, con collegamenti ecologici verso il mare e le principali attrazioni turistiche: la Gaiola, Riva Fiorita, Marechiaro, ma anche il Virgiliano, Coroglio ed il Parco del Pausilypon. L’ex deposito ANM potrebbe diventare un grande parcheggio dove lasciare le automobili e scegliere di prendere questi collegamenti, o proseguire passeggiando o in bicicletta.

Il recupero del Mausoleo e delle aree limitrofi rappresenterebbe quindi un grande cambiamento in termini di vivibilità e turismo.

Per maggiori informazioni: www.francescocarignani.it

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(La foto di copertina del Mausoleo Schilizzi è di Tina Pane, per gentile concessione)

 

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