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Il medico risponde: Sigarette elettroniche, un bene o un male?

di Carlo Alfaro

La moda dello “svapo”, ossia l’uso di massa delle sigarette elettroniche (e-cig), basate sul principio di ingerire nicotina attraverso dispositivi che non producono combustione, al fine di evitare gli effetti nocivi delle normali sigarette, si è diffusa a partire dagli anni 2000, manifestando un boom intorno al 2012-13, seguito poi da un declino dei consumi, anche per le notizie incerte sui rischi e benefici, che hanno scatenato un acceso dibattito all’interno della comunità scientifica.

Dopo l’iniziale successo e la successiva contrazione del mercato, le sigarette elettroniche stanno però vivendo un rinnovato interesse, grazie allo sviluppo di prodotti da vaping con sempre maggiori standard di qualità e sicurezza, supportati anche da evidenze scientifiche autorevoli come quelle emerse dallo studio pubblicato su Lancet di marzo 2016, secondo cui le e-cig sono meno tossiche del 95% rispetto alle normali sigarette e il fumo di sigaretta è almeno venti volte più dannoso del vapore.

In Italia, secondo gli ultimi dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità (maggio 2017) gli utilizzatori di sigarette elettronica sono circa 2 milioni, per la maggioranza fumatori duali, sia della sigaretta normale che di quella elettronica. Mentre il consumo di sigarette è in continuo calo, dal 2016 il mercato italiano del vaping si è attestato sui 280 milioni di euro, a fronte dei circa 190 registrati l’anno precedente, sulla falsariga della rimonta registrata in USA e nel resto del mondo occidentale. Sono soprattutto i giovani e i giovanissimi gli sponsor delle sigarette elettroniche: lo studio più recente, del 2017, commissionato dai National Institute of Health mostra che almeno l’11% degli adolescenti statunitensi di 17-18 anni, l’8,5% dei 16enni e il 3,5% dei 14enni “svapa” le e-cig, amando anche postare sui social network i propri “tricks”, cioè acrobazie effettuate con il vapore.

Sul piano dei rischi per la salute, va messo in conto che, benchè le sigarette elettroniche non contengano i prodotti tossici della combustione della nicotina del fumo di sigaretta (catrame, monossido di carbonio, cancerogeni derivati dalla combustione del tabacco), in uno studio della California University pubblicato su Pediatrics on line a marzo 2018 è risultato che gli adolescenti che fanno uso di sigarette elettroniche presentano livelli significativamente più elevati nelle urine rispetto ai controlli di alcuni metaboliti noti come cancerogeni: acrilonitrile, acroleina, propilene ossido, acrilammide e crotonaldeide. Inoltre, uno studio dell’Università di Rochester pubblicato su Frontiers Physiology online ad inizio 2018 ha trovato che i liquidi delle sigarette elettroniche, dolcificati con aromi come vaniglia e cannella, possono danneggiare i polmoni causando incremento dei biomarcatori infiammatori con possibile rischio di predisposizione a malattie polmonari infiammatorie. Infine, i giovani che “svapano” nicotina hanno un maggior rischio di utilizzare, poi, sigarette tradizionali: una ricerca del National Institute on Drug Abuse del 2016 ha trovato ad esempio che gli studenti che avevano usato le e-cig erano 4 volte più a rischio di fumare sigarette l’anno successivo, mentre uno studio appena pubblicato su Preventive Medicine, siglato da ricercatori dell’Università di Waterloo e della Wake Forest School of Medicine, ha evidenziato che gli studenti dai 13 ai 18 anni che hanno provato lo “svapo” sono a rischio aumentato di oltre 2 volte e mezzo di intraprendere la strada del fumo vero.

Un problema non da poco visto che il fumo è la principale causa di mortalità evitabile nei Paesi industrializzati: attualmente ogni anno si registrano circa 6 milioni di decessi dovuti al fumo, di cui 600.000 per fumo passivo e fumo di terza mano, cioè del particolato sottile e della radioattività che persistono nell’ambiente dove si è fumato. Possiamo concludere che le sigarette elettroniche rappresentano un mezzo prezioso per abbandonare il vizio del fumo (ad esempio, secondo i dati pubblicati sul British Medical Journal dai ricercatori dell’University College di Londra, le sigarette elettroniche avrebbero aiutato a smettere di fumare circa 18mila persone solamente nel 2015, il 40% di quelli che ci hanno provato rispetto al 26% di chi si è affidato ad altri metodi) ma andrebbero sconsigliate in chi non fuma, per evitare di prendere il vizio aprendo la strada al pericoloso fumo di sigaretta.

 

Il dottor Carlo Alfaro, sorrentino, 54 anni, è un medico pediatra Dirigente Medico di I livello presso gli Ospedali Riuniti Stabiesi della ASL NA3Sud, Responsabile del Settore Medicina e Chirurgia dell’Associazione Scientifica SLAM Corsi e Formazione, e Consigliere Nazionale della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza (SIMA).

Inoltre è giornalista pubblicista, organizzatore e presentatore di numerosi eventi culturali, attore di teatro e cinema, poeta pubblicato in antologie, autore di testi, animatore culturale di diverse associazioni sul territorio, direttore artistico di manifestazioni culturali.

 

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4 pensieri riguardo “Il medico risponde: Sigarette elettroniche, un bene o un male?

  • ingerire nicotina? mi pare si inali la nicotina con le sigarette elettroniche

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  • “benchè le sigarette elettroniche non contengano i prodotti tossici della combustione della nicotina del fumo di sigaretta”
    DELLA COMBUSTIONE DEL TABACCO …

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  • carlo alfaro

    Ciao Marco, grazie innanzitutto per aver letto con attenzione l’articolo…”ingerire” nel senso che il fumo passa per il faringe, via comune dell’apparato respiratorio e digerente…

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