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Il Premio La Ginestra 2017 a Fiorenza Ceragioli

TORRE DEL GRECO (NA) – Il Premio Letterario Leopardiano La Ginestra, giunto ormai alla XI edizione, è stato assegnato a Fiorenza Ceragioli.

La cerimonia di premiazione, in programma il prossimo 14 settembre, si svolgerà a Villa delle Ginestre in frazione Leopardi.

La serata, condotta da Donatella Trotta, sarà intermezzata da letture a cura di Massimiliano Foa e interventi musicali di Lucia Di Sapio.

La manifestazione è organizzata dal Rotary Club Torre del Greco-Comuni Vesuviani, in collaborazione con la Fondazione Ente Ville Vesuviane e l’Università degli Studi di Napoli Federico II con il contributo della Banca di Credito Popolare di Torre del Greco e le sponsorizzazioni tecniche di Casa Ascione e di Casa Rossa 1888 – Albergo e Ristorazione

Il comitato scientifico, presieduto da Gaetano Manfredi, Rettore dell’Università Federico II, è composto da Arturo De Vivo, Emma Giammattei, Paola Villani, Fabiana Cacciapuoti, Donatella Trotta, e dal coordinatore del Premio Matteo Palumbo.

Fiorenza Ceragioli, collaboratrice del Centro Nazionale di Studi Leopardiani in Recanati e membro del Comitato Scientifico, appartiene alla migliore tradizione della Filologia italiana. Formatasi all’Università di Firenze e poi alla Scuola Normale di Pisa, ha dedicato a Leopardi saggi notevoli, che l’hanno caratterizzata come un’interprete raffinata e rigorosa. I suoi studi mostrano una capacità acuta di indagare sulla forma dei testi, sulle radici che hanno nella storia intellettuale del poeta e sui legami con gli ambienti in cui nascono. Espressione di tale ricerca meticolosa e illuminante sono soprattutto i volumi I canti fiorentini di Giacomo Leopardi (1981) e Il percorso della poesia. Giacomo Leopardi a Pisa (2005).

Il centro del lavoro della professoressa riguarda in particolare la seconda fase della lirica leopardiana: quella che nasce appunto negli anni di Pisa e nella stagione di A Silvia. Si tratta di momenti decisivi nella storia del poeta.

La Ceragioli sottolinea il senso che la ricostruzione del passato e della giovinezza assume negli anni 1827 -28. Il ricordo si offre per il poeta come una materia di riflessione e di giudizio. Non rappresenta solo il richiamo di una stagione perduta della vita. Implica piuttosto la meditazione intorno al senso che la giovinezza e le speranze acquistano alla luce del presente e dell’esperienza che questo contiene.

Leopardi, come precisa la filologa, a partire dagli anni pisani intende «… riflettere quello ch’io fui, e paragonarmi meco medesimo». Questa coscienza costituisce uno snodo decisivo della riflessione teorica ed estetica e accompagna gli sviluppi finali della produzione leopardiana.

La competenza di Fiorenza Ceragioli si è concretizzata in ulteriori lavori, che mostrano la ricchezza dei suoi interessi. Ha organizzato una mostra fondamentale come quella allestita per il bicentenario della nascita del poeta, Leopardi a Pisa, e ha curato, insieme con Monica Ballerini, l’edizione critica informatizzata dello Zibaldone: uno strumento utilissimo per chi voglia interrogare un testo pieno di possibili incroci.

Non si può parlare dell’identità di studiosa di Fiorenza Ceragioli senza ricordare gli studi di edizione e di interpretazione che ha dedicato a un poeta come Dino Campana. L’autore dei Canti e quello dei Canti orfici, a partire dalla consonanza dello stesso titolo, si congiungono all’interno di una comune tradizione. Questa tradizione ha trovato proprio nelle ricerche della Ceragioli l’interprete più sapiente e legittimo.

L’ingresso alla manifestazione è gratuito.

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