Culturalibri

Il professor De Crescenzo e i Primati duosiciliani

Il genio dei napoletani: fantasia, intuizione, precisione e velocità di esecuzione. Ecco perché furono possibili 135 Primati

di Tonia Ferraro

PORTICI (NA) – Nella Sala Massimiliano Kolbe del Convento di Sant’Antonio in via dell’Università n. 74, venerdì 6 dicembre alle ore 19 il professor Gennaro De Crescenzo presenterà, per la prima volta dalla sua uscita nelle librerie, la sua ultima opera  Il libro dei Primati del Regno delle Due Sicilie.

Al dibattito, moderato dallo storico Stanislao Scognamiglio, ne discuteranno con l’autore gli scrittori Alfredo Carosella, Vincenzo Russo e Lucio Sandon.

«Che cosa è il genio? Fantasia, intuizione, precisione e velocità di esecuzione!»

È la celeberrima frase del film di Monicelli Amici miei, ma sembra “pittata” per un popolo che man mano ha perso la propria identità, quello duosiciliano. Infatti è proprio questo il fine dell’ultimo libro del professor Gennaro De Crescenzo Il libro dei Primati del Regno delle Due Sicilie: non un mero elenco di obiettivi raggiunti, non una vanteria e, soprattutto, non un lamento nostalgico per quello che fu il regno di sovrani illuminati. Naturalmente, i detrattori dicono che i Borbone furono reazionari, mentre invece dovrebbero leggere contestualmente all’epoca il loro operato di governo.

Infatti, prima che l’accozzaglia di stati, traditori, canaglie e società segrete decretasse la fine di una nazione legittima, i viaggiatori stranieri che giungevano nel Regno si ritrovavano immersi in una realtà accogliente, ricca d’arte e cultura, all’avanguardia in tutti gli aspetti della società, un Paese felice che aveva per capitale Napoli, la città più grande di quella che sarebbe diventata l’Italia.

In Il libro dei Primati del Regno delle Due Sicilie il professor De Crescenzo illustra 135 Primati raggiunti in ogni campo, la loro storia ben documentata e illustrata, fatti difficilmente contestabili. Sicuramente i soliti noti avranno da ridire, definendo il professore un nostalgico dei “Borboni”, sbagliando persino il nome della dinastia che ha fatto grande il Sud, i Borbone Due Sicilie.

Perché? Come scrive il giornalista Pino Aprile: «… perché per i custodi del pregiudizio, se il fatto smentisce il pregiudizio eretto su dati falsi e deliberatamente falsificati, il fatto è sbagliato. Anzi: sovversivo, “antiunitario”.»

Dal 1860 gli appagati cittadini del Regno delle Due Sicilie divennero non solo sovversivi, ma briganti, mostri lombrosiani. Il motivo? Non vollero piegarsi al regime unitario.

Il libro dei Primati del Regno delle Due Sicilie ridà voce e dignità a quegli uomini e quelle donne, condannati senza appello alla damnatio memoriae.

E, forse, un giorno Gennaro De Crescenzo scriverà con la stessa passione Il libro dei soprusi perpetuati ancora oggi nei confronti del Sud. Ma questa è un’altra storia! …

2 pensieri riguardo “Il professor De Crescenzo e i Primati duosiciliani

  • Augusto Marinelli

    Gentile signora Ferraro, lei sa che buona parte dei pretesi primati elencati dal De Crescenzo sono inesistenti? Non vorrei che anche per lei, “se il fatto smentisce il pregiudizio eretto su dati falsi e deliberatamente falsificati, il fatto è sbagliato”. Cordialità.

    Rispondi
    • Gentilissimo signor Marinelli, la ringraziamo per l’attenzione prestata alla nostra testata. Spero che lei possa documentare quanto asserisce, allo stesso modo in cui sono documentati i primati elencati dal professor De Crescenzo. Distinti saluti.

      Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *