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Il Racconto, Amici per la pelle

di Giovanni Renella

Non poteva lamentarsi, perché finché era durata aveva goduto, eccome, della situazione in cui si era trovato.

Da quelli che c’erano passati prima di lui, aveva avuto rassicurazioni sul fatto che, comunque fosse andata, ne sarebbe valsa la pena.

E ora a cose fatte, anche se era esausto, non poteva che confermare la piacevolezza dell’esperienza vissuta.

Solo quell’improvviso voltafaccia finale gli aveva lasciato l’amaro in bocca.

L’euforia dell’ospite, al quale si era accompagnato, l’aveva contagiato fin dall’inizio.

Una simpatia a pelle, di quelle che ti portano a voler essere un tutt’uno con l’altro, in un contatto così stretto da lasciare solo un po’ di spazio libero in cima ai propri pensieri.

Fra loro si era stabilità un’intimità immediata, consolidata dalla condivisione di un percorso che avrebbe soddisfatto entrambi.

Ora che era lì, dove per lungo tempo aveva anelato d’essere, si trovava davvero a suo agio e si rendeva conto di essere stato concepito proprio per quello scopo: a saperlo, sarebbe venuto prima allo scoperto!

Eppure la sua vocazione era stata tenuta un po’ nascosta nel corso degli anni, come se avesse dovuto vergognarsene.

Quelli come lui, messi in disparte e quasi celati alla vista dei più, solo da poco tempo avevano guadagnato la ribalta, facendo bella mostra di sé in prima fila.

Ai più fortunati capitava di essere scelti dalle donne e per loro c’erano solo certezze; alla stragrande maggioranza toccavano gli uomini e tutto si riduceva a mere speranze.

Quando giungeva il momento, però, anche l’attesa più lunga e spasmodica finiva con l’essere ampiamente ripagata.

Adesso, alla fine, ciò che non riusciva a mandar giù era l’esser stato gettato via, vittima di un karma ripetitivo e immutabile; come se, d’incanto, si fosse persa anche la memoria dei bei momenti vissuti insieme fino a pochi istanti prima.

«Altro che amici per la pelle! », rifletteva sconsolato il povero condom.

(Foto by Sharon McCutcheon-Unsplash)

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