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Il Racconto, Come in una favola

di Giovanni Renella

Sapeva di essere seducente come poche e di esercitare un fascino irresistibile, capace di ammaliare tutti con la sua verve da incantatrice.

Eccitava i più giovani e ridava entusiasmo agli anziani, anche a dispetto delle rigide temperature che di anno in anno ne accompagnavano le sortite.

Concedendosi un lungo tempo di preparazione fra una performance e l’altra, alla fine produceva gli effetti di un afrodisiaco naturale, con gli annessi esiti corroboranti per lo spirito, ma anche per il fisico.

Approfittando di un sapiente dosaggio di luci diffuse, riusciva a risaltare in tutto il suo splendore  e, se il cielo era terso, le stelle contribuivano a darle quella lucentezza naturale che la rendeva ancora più accattivante.

Le sue uscite richiedevano che ogni cosa fosse predisposta con cura, senza affidare nulla al caso, e per l’occasione aveva scelto anche la musica adatta.

Anzi, a dire il vero, erano stati in tanti a proporsi per comporre e cantare canzoni per lei: tutte voci di prim’ordine, accompagnate da musicisti  ed orchestrali di talento!

Solo alla fine, dopo il check-up audio e video, quando tutto era pronto, lei si concedeva per poche e preziosissime ore, consapevole di rappresentare per tutti un’occasione unica e irripetibile.

Incurante della recente istituzione del rito del brunch, continuava ad essere tradizionalista e a fare il suo ingresso sulla scena solo all’imbrunire, al momento dell’aperitivo.

Poi, in un tripudio di prelibatezze magistralmente cucinate in occasione della sua venuta, seguiva la cena, che i più raffinati consumavano a lume di candela per prolungare la magia di quell’atmosfera.

E pazienza se qualcuno, ormai satollo e in preda ai fumi dell’alcol, cedeva all’abbiocco: lei restava lì, sino alla fine, a tenere compagnia a chi rimaneva sveglio per l’immancabile tombolata in attesa della mezzanotte; che puntuale arrivava, scandita dal suono dei turaccioli di spumante stappati fra gli scambi di auguri.

In quel preciso momento, allo scoccare dell’ultimo rintocco, come Cenerentola, la sera della vigilia si congedava dai festeggiamenti, per lasciare spazio al Natale; non prima, però, di aver garantito che sarebbe tornata il 24 dicembre dell’anno seguente, al tramonto del Sole, per la gioia di grandi e piccini.

Buon Natale a tutti!

 

Nato a Napoli nel ‘63, agli inizi degli anni ’90 Giovanni Renella ha lavorato come giornalista per i servizi radiofonici esteri della RAI. Ha pubblicato una prima raccolta di short stories, intitolata  “Don Terzino e altri racconti” (Graus ed. 2017), con cui ha vinto il premio internazionale di letteratura “Enrico Bonino” (2017), ha ricevuto una menzione speciale al premio “Scriviamo insieme” (2017) ed è stato fra i finalisti del premio “Giovane Holden” (2017). Nel 2017 con il racconto “Bellezza d’antan” ha vinto il premio “A… Bi… Ci… Zeta” e nel 2018 è stato fra i finalisti della prima edizione del Premio Letterario Cavea con il racconto “Sovrapposizioni”. Altri suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Sette son le note” (Alcheringa ed. 2018) e “Ti racconto una favola” (Kimerik ed. 2018).

 

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