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Il Racconto, La serrata

di Giovanni Renella

Lei era lì e osservava i primi effetti di quella serrata che tanto aveva temuto e che alla fine era arrivata.

Dall’altra parte della barricata c’era lui, con il suo sguardo di sfida stampato su quella faccia da schiaffi.

Entrambi sapevano che tutto stava nel non essere i primi a cedere.

Le trattative, bruscamente interrotte pochi istanti prima, si erano protratte a lungo, causando un generale raffreddamento della materia del contendere che, contrariamente alle attese, non aveva giovato alla causa.

Per convincere la controparte, che sapeva essere riluttante solo per partito preso e per un’avversità preconcetta a qualsiasi cambiamento, aveva messo in campo una strategia ben articolata e curata nei minimi dettagli e, per extrema ratio, non avrebbe disdegnato il ricorso alla sottile arte della seduzione pur di vederlo capitolare.

Al tavolo delle trattative era giunta con un corredo di argomenti di tutto rispetto ed anche il tono della sua voce era apparso suadente e conciliante sin dalle prime battute.

L’aveva presa partendo da lontano, provando a convincerlo della bontà di quanto gli stesse proponendo, magnificando l’offerta di cui si ostinava a elencare le qualità: peccato che ad ascoltarla ci fossero orecchie poco disposte a sentire e ancora meno propense a recepire.

Di fronte a quell’ostinazione, sorda a qualsiasi lusinga, il registro delle comunicazioni era diventato dapprima meno dolce e, con il trascorrere del tempo, complice una crescente irritazione, alla fine si era trasformato in un vero proprio scontro verbale.

Urla e strepiti si levavano da entrambe le parti, nel disperato tentativo di sopraffarsi l’un l’altro a suon di decibel.

Se in quei momenti lei avesse potuto guardarsi allo specchio, avrebbe stentato a riconoscersi in quell’immagine deformata dal nervosismo che vedeva riflessa.

Eppure la sua era una buona proposta e il fatto che non riuscisse a farglielo capire le faceva venire da piangere.

Alla fine si arrese, abbandonandosi al pianto, di fronte alle labbra serrate di suo figlio che, seduto sul seggiolone, si rifiutava di mangiare il passato di verdure.

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