Culturaracconti

Il Racconto, Nomen omen

Il racconto del nostro autore fa il focus sulle coincidenze, in special modo quelle che si verificano tra il nome e la persona che lo porta…

di Giovanni Renella

Quel sabato mattina Mika si risvegliò nella sua casa alla periferia di Tokyo prima del sorgere del sole.

Odiava svegliarsi così presto, specie da quando aveva letto da qualche parte di quanto incidesse sul buon funzionamento dell’orologio biologico il rispetto dei ritmi circadiani, che la mattina imporrebbero di non destarsi mai prima dell’alba.

Quella notte, però, non era riuscito a riposare, perché nella testa continuava a frullargli la stessa, identica domanda che gli si riproponeva da più parti.

All’inizio la curiosità insita in quell’interrogativo l’aveva divertito e anche un po’ lusingato: non si aspettava di suscitare tanto interesse.

Aveva candidamente risposto che era solo una questione di mancanza di tempo e non di volontà.

Ma di fronte all’insinuazione, permeata un tantino di perfidia, che alla base di quell’assenza prolungata ci fosse una crisi, Mika c’era rimasto un po’ male.

Del resto era trascorso poco più di un mese e non gli sembrava che fosse poi un tempo così lungo.

Quell’attività la svolgeva per passione e per diletto e tutto ciò che produceva era da considerarsi una storia a sè stante.

La spinta a fare aveva un solo fine: suscitare un’emozione capace di far vibrare se stesso prima ancora degli altri.

Gli stati d’animo che voleva condividere finivano per prendere forma nella sua mente fino a trasformarsi in affabulazioni, attraverso un processo che lui faceva apparire più semplice di quanto in realtà non fosse.

La fruizione veloce, resa ancora più agevole da una forma scorrevole, non rendeva giustizia all’impegno settimanale di Mika, peraltro dispensato generosamente, senza contropartita.

Aveva abituato male un po’ tutti e ora che sembrava volessero chiedergli addirittura conto e ragione del perché non stesse più pubblicando su quel blog i suoi piccoli racconti con la consueta cadenza settimanale, lo scrittore giapponese, fra il rassegnato e il divertito, si limitò a rispondere esclamando solo il suo nome e cognome: Mika Li Kako!

Giovanni Renella, nato a Napoli nel ‘63, vive a Portici. Agli inizi degli anni ’90 ha lavorato come giornalista per i servizi radiofonici esteri della RAI. Ha pubblicato una prima raccolta di short stories, intitolata  “Don Terzino e altri racconti” (Graus ed. 2017), con cui ha vinto il premio internazionale di letteratura “Enrico Bonino” (2017), ha ricevuto una menzione speciale al premio “Scriviamo insieme” (2017) ed è stato fra i finalisti del premio “Giovane Holden” (2017). Nel 2017 con il racconto “Bellezza d’antan” ha vinto il premio “A… Bi… Ci… Zeta” e nel 2018 è stato fra i finalisti della prima edizione del Premio Letterario Cavea con il racconto “Sovrapposizioni”. Altri suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Sette son le note” (Alcheringa ed. 2018) e “Ti racconto una favola” (Kimerik ed. 2018). Nel 2019 ha pubblicato la raccolta di racconti “Punti di vista”, Giovane Holden Edizioni. Il libro ha meritato il Premio Speciale della Giuria al Premio Letterario Internazionale Città di Latina.

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