Culturaracconti

Il Racconto, Pausa

di Giovanni Renella

Niente!

Non aveva nulla da dire.

Era uno di quei momenti bui in cui, per quanto ci si possa interrogare, ogni parola, scritta o detta, non riesce a illuminare la scena.

Però, di starsene lì all’oscuro, afono più che silenzioso, non voleva proprio saperne.

Considerava tutta la situazione alla stregua di uno smacco, una sconfitta personale per uno come lui che non si era mai tirato indietro, né si era preso una pausa da quando quell’avventura era cominciata.

Sempre lì sul pezzo, senza defezioni, quasi dovesse marcare un immaginario cartellino delle presenze, pronto a regalare qualche minuto di buonumore o un attimo di commozione, cercando di non scadere mai nella volgarità o nel patetico: due limiti che sperava di non aver mai varcato in quel fiume di parole che ormai scorreva alle sue spalle.

Tornando a ritroso lungo la strada che aveva percorso fino a quel momento, riscopriva passaggi su cui forse avrebbe dovuto soffermarsi con più attenzione, descrivendo con maggiore dovizia lessicale quel concetto, quell’idea o quel pensiero che aveva in mente e voleva condividere con gli altri.

Certo, i tempi stretti non sempre gli consentivano di indugiare sulla riflessione semantica, né voleva togliere spontaneità al costrutto che man mano prendeva forma nel susseguirsi di quel paio di migliaia di caratteri messi insieme nel giro di un paio d’ore al massimo.

La magia era tutta lì, nel rincorrersi rapido delle parole l’una con l’altra, sperando che non perdessero mai la scorrevolezza tipica della sintesi; se poi riusciva a dribblare anche gli indugi in agguato nelle pieghe di un lessico talvolta riottoso a lasciarsi plasmare in quelle figure plastiche che tanto amava rappresentare, allora la prosa diveniva addirittura effervescente.

Ma oggi no, non c’era verso di tirare il coniglio fuori dal cilindro e stupire il lettore in trepidante attesa dell’immancabile colpo di scena a cui l’aveva abituato.

Oggi no!

Per questo sabato aveva deciso di concedersi una pausa e di non scrivere un nuovo racconto.

 

Nato a Napoli nel ‘63, agli inizi degli anni ’90 Giovanni Renella ha lavorato come giornalista per i servizi radiofonici esteri della RAI. Ha pubblicato una prima raccolta di short stories, intitolata  “Don Terzino e altri racconti” (Graus ed. 2017), con cui ha vinto il premio internazionale di letteratura “Enrico Bonino” (2017), ha ricevuto una menzione speciale al premio “Scriviamo insieme” (2017) ed è stato fra i finalisti del premio “Giovane Holden” (2017). Nel 2017 con il racconto “Bellezza d’antan” ha vinto il premio “A… Bi… Ci… Zeta” e nel 2018 è stato fra i finalisti della prima edizione del Premio Letterario Cavea con il racconto “Sovrapposizioni”. Altri suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Sette son le note” (Alcheringa ed. 2018) e “Ti racconto una favola” (Kimerik ed. 2018). Nel 2019 ha pubblicato la raccolta di racconti “Punti di vista”, Giovane Holden Edizioni.

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