Culturaracconti

Il Racconto, Rivelazioni

di Giovanni Renella

Procedeva, metodico, con il suo incedere regolare.

Dai suoi gesti traspariva la profonda consapevolezza dell’impegno culturale che era chiamato a svolgere: quasi una sorta di sacerdote laico designato ad officiare un rito d’iniziazione.

Con il passare degli anni aveva affinato la tecnica di approccio ed ora procedeva per gradi, senza fretta di concludere.

Da giovane si era lasciato trascinare dalla foga e non sempre era stato preciso, procurando qualche slabbro di troppo; ma, si sa, ai ragazzi si perdona tutto, tanto più che i danni inferti erano leggeri e anzi donavano quell’alone di “vissuto”, must di ogni generazione a qualsiasi latitudine.

Ormai maturo, aveva imparato ad assaporare con lentezza, godendo istante dopo istante, l’esplorazione di quei mondi, sempre diversi, che si schiudevano al suo passaggio.

Sottile era il piacere di svelare gli ambiti più reconditi di accadimenti che pian piano si  sarebbero palesati ad occhi avidi e curiosi.

Quasi impalpabile il tocco che precedeva l’epifania di storie che non sarebbero durate troppo a lungo.

Viveva per l’attimo in cui sarebbe stato chiamato ad insinuarsi fra i due margini e separarli, per portare alla luce ciò che, per convenzione, poteva esser rivelato solo dietro pagamento di un corrispettivo.

Non gli garbava, però, che tutto fosse ridotto a una questione di vile moneta, specie dopo che Calvino lo aveva celebrato in una pagina del famoso romanzo “Se una notte d’inverno un viaggiatore”.

E proprio perché inorgoglito dall’illustre citazione, si sforzava di tenere separata la sua funzione, che riteneva dovesse essere collocata a metà strada fra la maieutica e l’ esegesi, dalla volgare transazione commerciale, tipica dell’acquisto, che precedeva il suo intervento.

Ora era lì, a schiudere con i suoi fendenti l’ignoto celato dietro gli angoli di congiunzione, con colpi precisi che non procuravano ferite, ma tutt’al più piccoli trucioli di carta.

Come si addice ad ogni tagliacarte che si rispetti, alle prese con un libro intonso.

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