Culturaracconti

Il Racconto, Sapore di mare

di Giovanni Renella

L’alba lo trovava già in piedi, pronto a uscire per raggiungere la spiaggia di primo mattino.

Certo era in vacanza e avrebbe anche potuto permettersi di svegliarsi più tardi e scendere di casa con comodo; ma tant’è, ormai ci aveva fatto l’abitudine e mentre gli altri ancora dormivano lui già si avviava verso il mare.

Gli piaceva raggiungere il lido quando gli ombrelloni erano ancora chiusi e il bagnino, pigramente, sorbiva il suo caffè prima di mettersi al lavoro.

Il guardaspiaggia lo osservava incuriosito e anche un po’ stranito, chiedendosi come mai un tizio in ferie dal lavoro la mattina si alzasse così presto per venire al mare: «Amerà la tranquillità della spiaggia prima dell’arrivo dei vacanzieri chiassosi», si era detto, premurandosi di aprirgli la sdraio non appena lo vedeva varcare l’ingresso dello stabilimento balneare.

L’uomo salutava educatamente il bagnino, riponeva la t-shirt e il pantaloncino sotto l’ombrellone, poggiava il quotidiano sulla stuoia stesa sulla sabbia e si avviava verso il bagnasciuga.

Lo spettacolo offerto da quello specchio d’acqua quasi immobile, mosso in maniera pressoché impercettibile solo dalla lenta risacca dell’onda lunga che s’infrangeva sulla battigia, lo ipnotizzava attirandolo verso il mare.

Dopo essersi accertato con un rapido giro d’orizzonte dello sguardo che tutt’intorno non ci fosse nessuno, solo allora accantonava ogni indugio e s’immergeva.

L’acqua salata lo accoglieva scorrendogli lungo il corpo, mentre con poderose bracciate si spingeva verso il largo.

La sensazione di freschezza che gli procurava quell’immersione mattutina lo ripagava ampiamente della levataccia cui si sottoponeva quotidianamente da quando era in vacanza al mare.

Il contatto con quell’acqua limpida e fresca era rigenerante e il vedersi lì da solo, a nuotare nelle acque  antistanti allo stabilimento balneare ancora deserto, gli procurava un piacere sottile.

E pazienza se gli amici o in famiglia pensassero che con l’età stesse diventando misantropo sino al punto di tuffarsi in mare solo all’alba, quando sulla spiaggia non c’era ancora nessuno.

Lui se la rideva, pensando a chi, più tardi, per rinfrescarsi dall’opprimente calura estiva si sarebbe immerso in quello stesso spicchio di mare in cui in tanti, grandi e piccini, fra una chiacchiera con gli amici, due tocchi di pallavolo e quattro bracciate, non avevano esitato a fare la pipì!

 

Nato a Napoli nel ‘63, agli inizi degli anni ’90 Giovanni Renella ha lavorato come giornalista per i servizi radiofonici esteri della RAI. Ha pubblicato una prima raccolta di short stories, intitolata  “Don Terzino e altri racconti” (Graus ed. 2017), con cui ha vinto il premio internazionale di letteratura “Enrico Bonino” (2017), ha ricevuto una menzione speciale al premio “Scriviamo insieme” (2017) ed è stato fra i finalisti del premio “Giovane Holden” (2017). Nel 2017 con il racconto “Bellezza d’antan” ha vinto il premio “A… Bi… Ci… Zeta” e nel 2018 è stato fra i finalisti della prima edizione del Premio Letterario Cavea con il racconto “Sovrapposizioni”. Altri suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Sette son le note” (Alcheringa ed. 2018) e “Ti racconto una favola” (Kimerik ed. 2018). Nel 2019 ha pubblicato la raccolta di racconti “Punti di vista”, Giovane Holden Edizioni.

 

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Un pensiero su “Il Racconto, Sapore di mare

  • Ami il mare come lo amo io. Gli parli e senti il contatto con lui come me. Sono certo che capita anche a te quando ti trovi da solo davanti a lui e noti un improvviso movimento del suo moto ondoso. Forse saranno solo percezioni ma sono certo che ci accomuna la nostra sensibilità di essere sempre presenti davanti a Dio.

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