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Il Racconto, Vite parallele

di Giovanni Renella

Il racconto Vite parallele è stato scritto dall’autore partendo da un’idea di Crescenzio Rivellini

È proprio vero che si nasce con un destino già segnato.

C’è chi ha la fortuna di venire al mondo con la camicia, mentre ad altri tocca sudarle le famose sette camicie per giungere alla fine della giornata, senza aver fatto null’altro che percorrere la propria strada.

Ciò che fa più male, però, è dover provare quotidianamente il disagio di un’ingiustizia che si ripete, giorno dopo giorno, senza un apparente motivo.

Di che parliamo?

Un attimo di calma, perché la strada è in salita; e allora proviamo a percorrerla insieme e alla fine tutto sarà più chiaro.

È il racconto di due vite parallele, costrette a scorrere l’una accanto all’altra, dove una può respirare solo grazie al sacrificio dell’altra.

Ma partiamo dall’inizio.

È l’alba.

Come ogni mattina, le protagoniste della nostra storia si svegliano dopo una notte trascorsa a tirar tardi, fra un aperitivo al bar e una soirée a teatro, o una cena al ristorante e quattro chiacchiere con gli amici prima di rincasare.

Eppure i loro risvegli, pur vivendo così vicine, non potrebbero essere più diversi.

A una è riservato il suono ovattato del calpestio leggero dei cani portati a passeggio, il fruscio delle pagine di giornale fresche di stampa e il tono basso delle voci dei primi passanti.

L’altra, meschina,  si desta già intontita dal frastuono del traffico e ammorbata dalla puzza asfissiante dei gas di scarico di auto e moto intrappolate nei primi ingorghi della giornata.

Presa dallo shopping e dallo struscio, la più elegante delle due assiste serena, da una posizione privilegiata, allo scorrere della vita nel quartiere, avendo da tempo dimenticato cos’è lo stress, che invece tormenta l’altra lasciandole ben poche occasioni di cui compiacersi.

L’unica cosa che le accomuna è il tributo alla musica classica o meglio ancora a due celebri compositori nati o vissuti sul territorio; il che potrà anche nobilitare le loro esistenze, ma di certo non rende giustizia alla più bistrattata delle due, chiamata a sacrificarsi per il bene dell’altra.

Un sacrificio che si rinnova ogni giorno, da vent’anni, nel quartiere collinare del Vomero, a Napoli, dove la malcapitata via Domenico Cimarosa è costretta a sobbarcarsi tutto il traffico automobilistico della zona, per consentire a via Alessandro Scarlatti, la sua parallela, di continuare ad essere un’isola pedonale.

 

Nato a Napoli nel ‘63, agli inizi degli anni ’90 Giovanni Renella ha lavorato come giornalista per i servizi radiofonici esteri della RAI. Ha pubblicato una prima raccolta di short stories, intitolata  “Don Terzino e altri racconti” (Graus ed. 2017), con cui ha vinto il premio internazionale di letteratura “Enrico Bonino” (2017), ha ricevuto una menzione speciale al premio “Scriviamo insieme” (2017) ed è stato fra i finalisti del premio “Giovane Holden” (2017). Nel 2017 con il racconto “Bellezza d’antan” ha vinto il premio “A… Bi… Ci… Zeta” e nel 2018 è stato fra i finalisti della prima edizione del Premio Letterario Cavea con il racconto “Sovrapposizioni”. Altri suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Sette son le note” (Alcheringa ed. 2018) e “Ti racconto una favola” (Kimerik ed. 2018). Nel 2019 ha pubblicato la raccolta di racconti “Punti di vista”, Giovane Holden Edizioni.

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