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Il recupero sociale attraverso il lavoro

SAN GIORGIO A CREMANO  (NA) – Dai margini della società al mondo del lavoro, dall’isolamento estremo al reinserimento, passando per una tipografia, un laboratorio di sartoria e un orto sociale: un progetto lungo 18 anni che, dopo essere stato “costruito” giorno dopo giorno, si apre al territorio vesuviano, dove vivono, lavorano e vengono curati i destinatari di questo piano di recupero sociale rivolto a pazienti con problemi psichiatrici.

La cooperativa sociale Litografi Vesuviani – servizi, salute e lavoro per festeggiare la “maturità” che sarà celebrata il prossimo mercoledì 9 maggio alle 9.30 alla Fonderia Righetti di Villa Bruno a San Giorgio a Cremano con il convegno La storia siamo noi – Cooperativa di comunità – 18 anni di buone pratiche, guarda ad un modo tutto nuovo di “fare salute”. Un modo che viene da lontano, e che potrebbe concretamente rappresentare il futuro per i quasi 40 utenti, tra pazienti in carico ai servizi di igiene mentale della Asl Napoli 3 Sud e persone in formazione-lavoro per effetto del piano di budget-di salute normato dalla Regione Campania: l’interazione tra pazienti-lavoratori e il mondo esterno.

Tra gli ospiti che animeranno l’incontro, il deputato Raffaele Topo, la dottoressa Antonietta Costantini, direttore generale della ASL Napoli 3 Sud, Ferdinando Riccardi, sindaco di San Giorgio dal 1997 al 2007, l’attuale primo cittadino, Giorgio Zinno, psichiatri e infermieri che hanno seguito gli utenti. Inoltre ci sarà un confronto con le cooperative della rete CGM, il più grande network di cooperative sociali italiane, ed imprenditori partner della cooperativa.

Nel corso della mattinata alcuni dei pazienti racconteranno in prima persona le loro esperienze.

Inoltre si esibirà il coro Le menti libere UOCSM di Terzigno, Asl Napoli 3 Sud.

Per rendersi conto del lavoro che viene svolto quotidianamente da operatori e volontari, con il supporto dell’azienda sanitaria locale, basta fare una passeggiata lungo via Sandriana, fermarsi al civico 16, attraversare un breve vialetto e dare una sbirciatina: una parte degli utenti è lì, in tipografia, a stampare su tessuti colorati o a realizzare insegne pubblicitarie, sotto gli occhi attenti del tutor didattico Sergio Allocca. Altri pazienti sono proprio lì accanto, negli uffici, alle postazioni telematiche allestite per lavorare ai progetti grafici, ad archiviare fotografie, coordinati dal tutor amministrativo Luca Russo, o a smistare la posta, o a occuparsi della gestione di fatture e prime note cassa.

Un altro pezzo di vita  si svolge in un altro locale di via Sandriana, al piano terra di una struttura accogliente. Qui per cinque giorni alla settimana, sotto la guida di Raffaella Ascione, una decina di pazienti realizza con estrema professionalità, borse , borselli, grembiuli, pochette, profuma abiti, tutto rigorosamente a mano, coordinati da Francesca Panico. Spiega Ornella Scognamiglio, presidente della cooperativa, senza neppure tentare di nascondere la soddisfazione: «Quando abbiamo avviato il laboratorio di sartoria molti non riuscivano neppure a tenere l’ago:  è stato dimostrato che per i  pazienti psichiatrici, la cura e il percorso di guarigione sono costituiti per il 10 per cento dall’intervento farmacologico, e per il 90 per cento dal reinserimento sociale. Ecco, loro ne sono una testimonianza vivente. Proprio per questa ragione vogliamo aprirci al territorio, chiedendo aiuto  alle attività commerciali, alle organizzazioni culturali: aiutateci a costruire un ponte tra noi e la realtà del nostro territorio».

Alcuni dei manufatti realizzati da La Sartoria dei Vesuviani, costola dei Litografi, sotto la supervisione della vicepresidente Liliana Del Core si possono trovare dalla libreria Libridine di Portici, e altri commercianti si sono fatti avanti per rivendere le realizzazioni handmade.

Il progetto però è molto più ampio: sempre a Portici, in via Madonnelle, sotto la guida dell’agronomo Bruno Marfuggi  e  il coordinamento di Mario Riccardi, un piccolo appezzamento di terreno messo a disposizione da alcuni cittadini, curatissimo, ospita l’orto sociale coltivato dai pazienti e destinato a rifornire le tavole dei cittadini vesuviani di prodotti naturali a km 0.

L’orto prima e dopo

Da queste attività gli utenti ricavano un salario che per loro, fino a poco fa incapaci di badare e provvedere a se stessi, è motivo di soddisfazione ma anche di realizzazione personale e umana.

E non finisce qui: a Palma Campania infatti sorge la casa alloggio La Stella nuova, dove i pazienti in condizioni più particolari e disagiate trovano accoglienza svolgendo lo stesso tipo di lavoro in un agrumeto, guidati da Rossella De Angelis. Lo scopo, anche qui, è quello di restituire dignità, e offrire  una speranza per un futuro che senza questa opportunità sarebbe ancora più incerto.

In 18 anni di attività la cooperativa ha potuto offrire un supporto concreto alla riabilitazione di circa 130 pazienti: «Ecco perché abbiamo inteso festeggiare così i 18 anni raccontando, come si racconta la storia, le buone pratiche della cooperativa di comunità – conclude la Scognamiglio – A parte l’esperienza straordinaria fatta fino a oggi, quel che per noi adesso è importante è puntare a una radicalizzazione nella comunità locale perché crediamo fortemente che la comunità locale sia ciò che cura veramente il paziente psichiatrico. Una volta queste persone erano accolte dalla comunità e ne facevano parte, oggi invece la realtà ci dice altro, e il nostro proposito è quello di invertire questa tendenza la dignità del lavoro».

Per maggiori dettagli e informazioni: Ornella Scognamiglio 3312418164; Francesca Panico 3393590216;

PAGINE FACEBOOK:
@ortodeivesuviani (www.facebook,com/ortodeivesuviani)
@LaStellaNuova (www.facebook,com/lastellanuova)

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