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Il secondo convegno della Fondazione Portici Campus

di Tonia Ferraro

PORTICI (NA) – Al Galoppatoio coperto della Reggia borbonica,  sede del Dipartimento di Agraria dell’Ateneo Federico II mercoledì 21 novembre si è svolto il secondo convegno organizzato dalla Fondazione Portici Campus nell’ambito del progetto Portici Meta del Turismo Scientifico.

Moderato dal direttore generale della Fondazione dottor Bruno Provitera, il convegno Air Heritage. Progetto Urban Innovation per la qualità dell’aria, rivolto ad una interessatissima platea scolastica, è stato inaugurato dal direttore dell’ENEA di Portici dottor Ezio Terzini.

Dopo i saluti istituzionali del sindaco dottor Vincenzo Cuomo, del professor Stefano Mazzoleni in rappresentanza del direttore del Dipartimento di Agraria professor Matteo Lorito e dell’assessore comunale all’Ambiente Maurizio Minichino, si sono succeduti il dottor Saverio De vita per l’ENEA, l’architetto Anna Savarese per Legambiente,  il dottor Giuseppe  Maffeis per TerrAria s.r.l., partner di  ENEA,e il dottor Paolo D’Auria per l’ARPAC.

Dopo una pausa, il convegno è proseguito sul tema La ricerca applicata alla sostenibilità ambientale, relatore il dottor Umberto Bernardo del CNR IPSP.

Ezio Terzini

Introdotto dal dottor Terzini, il primo relatore ha subito coinvolto la platea studentesca parlando del suo sogno che si  è realizzato: già da ragazzo, facendo attività fisica lamentava la scarsa qualità dell’aria di Portici. Era tanta la voglia di cambiare veramente il mondo, però: ecco che anni dopo, progettato e realizzato in ENEA al Granatello, è nato il dispositivo multisensoriale MONICA (monitoraggio della qualità dell’aria).

Con  MONICA usata come app per cellulari gli utenti possono conoscere la concentrazione degli inquinanti e condividerne le misurazioni, così da ottenere una mappa pervasiva. L’elaborazione dei dati inviati dal dispositivo al database permetterà infatti di monitorare un’area più ampia rispetto al percorso da compiere, grazie a sensori che registrano l’inquinamento atmosferico, a un piccolo computer che elabora i dati e infine una parte di trasmissione che sfrutta la geolocalizzazione del cellulare e lo collega al dispositivo. Diventa quindi un unico strumento che “annusa” l’aria memorizzando i dati sull’applicazione e li trasmette in tempo reale. A fine percorso associa un indice qualitativo in scala cromatica: i vari dati messi insieme danno la possibilità di una mappatura che copra la città.

Ha poi preso la parola Giuseppe Maffeis di TerrAria,  la società milanese partner di ENEA che spazia dall’offerta di soluzioni e competenze informatiche specializzate e avanzate fino allo sviluppo di strumenti, energetico-ambientali. Il dottor Maffeis ha sottolineato la soddisfazione di far parte di questo complesso progetto che coinvolge vari enti di ricerca. Il compito di TerrAria è tradurre, con specifiche competenze, gli esiti degli studi in strumentazioni,  metodologie e processi che riguardano Ambiente e territorio a supporto di decisioni della partnership, in questo caso la tecnologia per determinare l’allerta smog, ma anche quella meteorologica. In poche parole TerrAria mette a sistema la competenza scientifica con misure e previsioni modellistiche integrandole con soluzioni idonee.

Ha poi continuato l’architetto Anna Savarese di Legambiente, confermando la collaborazione dell’associazione in questa sfida altamente tecnologica. Rivolgendosi ai giovani del terzo millennio della platea, ha detto che, avendo loro una mente in grado di capire il futuro, possono cambiare il presente, contrastando con l’impegno le cause degli stravolgimenti climatici che stanno funestando il Pianeta, andando verso un ambientalismo scientifico supportato da ricerca e innovazione. Ha sottolineato che il concetto Smart City prevede comportamenti corretti da parte dei cittadini, senza i quali le tecnologie delle strategie antinquinamento non sono efficaci. Bisogna perciò mettere in pratica una vera e propria citizen science: saranno proprio gli studenti di Portici che saranno di supporto all’ENEA nella fase sperimentale del progetto della mappatura dell’inquinamento del territorio.

Infine, ha concluso il dottor Paolo D’Auria dell’agenzia regionale ARPAC, chiudendo il cerchio di tutti i precedenti interventi, in quanto l’agenzia ha il compito di monitorare praticamente l’Ambiente, segnalare i problemi, evidenziare le criticità e relazionare gli scienziati sulle problematiche. Suddiviso il territorio in tre macroaree omogenee per impatto antropico, l’ARPAC ha creato una rete di monitoraggio della qualità dell’aria attravero centraline mobili e fisse, una delle quali si trova proprio nel parco superiore della Reggia. Monitorano la concentrazione atmosferica degli inquinanti informando le istituzioni nel caso superino i parametri stabiliti dall’UE. Infine eseguono indagini analitiche sui particolati raccolti dalle centraline.

Dopo il coffee break, sono ripresi i lavori con il convegno  La ricerca applicata alla sostenibilità ambientale: il dottor Umberto Bernardo del CNR IPSP (Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante) ha relazionato sull’interessante tema.

L’IPSP effettua la ricerca volta alla protezione delle colture agrarie e forestali, studiando ad esempio, le malattie e le conseguenti risposte agli attacchi di parassiti, allo scopo di individuare meccanismi di resistenza, processi di adattamento, e metodi di protezione, fino al potenziamento degli antagonisti naturali e dei metodi di biocontrollo dei parassiti, nonché al miglioramento qualitativo e quantitativo delle produzioni agroalimentari, alla selezione e risanamento di germoplasma vegetale di pregio, alla mitigazione dell’impatto della globalizzazione e dei cambiamenti climatici, favorendo una crescita sostenibile e rispettosa dell’Ambiente.

Siccità, insetti e microrganismi patogeni alieni all’habitat danneggiano le produzioni. Caso emblematico è la moria degli olivi nel Salento, causata dalla Xylella fastidiosa, batterio di provenienza orientale. O il fungo cinipide  che ha attaccato i castagneti, il fitoplasma agente della flavescenza dei vitigni, il cancro del cipresso

La mission dell’IPSP non è solo quella più di identificare gli organismi dannosi, miceti, insetti o virus e la loro variabilità biologica, ma soprattutto di cercare forme di lotta o di contenimento sostenibili nel rispetto dell’Ambiente: ad esempio, in un bosco di castagni non è possibile usare antiparassitari e fitofarmaci, e quindi si ricorre a sistemi integrati di contrasto sostenibile. Le ricerche dell’IPSP hanno portato all’utilizzo di organismi antagonisti – come la coccinella, insetto predatore – alla selezione di piante resistenti e al risanamento sanitario di suoli coltivabili.

Infatti i ricercatori dell’Istituto studiano anche la possibilità di creare piante maggiormente resistenti alla siccità e dare un apporto allo smaltimento dei rifiuti alimentari: analizzando il loro contenuto si possono estrarre sostanze da riutilizzare per contrastare la degradazione dovuta a elementi dannosi dei terreni.

L’appuntamento conclusivo del progetto della Fondazione Portici Campus Portici Meta del Turismo Scientifico si terrà mercoledì 12 dicembre alle 9.30, sempre al Galoppatorio Reale.

Il programma della mattinata prevede:

  • Il convegno Cibo, Ambiente e benessere psicofisico. La gastronomia sostenibile. Studenti, tutor e dirigenti scolastici saranno i protagonisti dell’evento.
  • Portici Campus ufficiale del Premio Portici Campus alla Ricerca.
  • Consegna del Premio Portici Campus alle Scuole vincitrici della I edizione del Concorso video-fotografico Portici Campus.
  • Consegna delle Borse di Studio Portici Campus riservate alle scuole di Portici, partner dell’evento: su indicazione dei dirigenti scolastici andrà un Premio al Merito per l’eccellenza ai migliori tre studenti – segnalati dai tutor che ne hanno curato l’attività – di ogni istituto che abbia partecipato al concorso indetto dalla Fondazione.

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