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Il soggiorno napoletano di Mozart

di Michele Di Iorio

Wolfgang Amadeus Mozart nacque a Salisburgo, Austria,  il 27 gennaio del 1756 e morì a Vienna il 5 dicembre del 1791. Bambino prodigio, nella sua breve vita compose 23 quartetti per pianoforte, clavicembalo e violino, 2 concerti per flauto, 7 per violino, 24 per pianoforte, 6 quintetti per archi, serenate divertimenti musicali,  le opere Le Nozze di Figaro, Cosi Fan Tutte, Il Flauto Magico e poi il famoso Requiem.

Wolfgang Amadeus era figlio di Leopoldo, uomo austero, sprezzante, persino violento, massone e illuminista. Il genitore era maestro di Cappella del Cardinale di Salisburgo, grande violinista: fu lui a dargli i primi rudimenti di musica sin dai 4 anni. Il piccolo genio di Salisburgo  eseguiva in pochissimo tempo gli esercizi musicali assegnati dal padre. A 5 anni già compose brevi pezzi musicali, e l’anno seguente si esibì al clavicembalo e al violino, all’organo, improvvisando e suonando con grande bravura.

A sei anni cominciò a girare per le corti europee con il padre e la sorella

Nannerl, maggiore di quattro anni, anch’essa bambina prodigio, suonando per i regnanti.  Dopo il lungo soggiorno a Londra del 1765, dove ebbe come amici e ammiratori  Haydn e lord William Hamilton, giunse in Italia. Dopo un tour che toccò varie città arrivò a Napoli, e su presentazione di Lord Hamilton venne ricevuto dalla regina Maria Carolina d’Asburgo al Palazzo Reale di Portici. Pare che nella sua permanenza si sia esercitato sull’organo che si trova nella Cappella della Reggia.

Il giovanissimo Mozart si appassionò della musica di Pergolesi e di Porpora. A Napoli suonò in casa Hamilton, Palazzo Serra di Cassano a Monte di Dio, presente anche la bellissima Emma. La tappa napoletana di Mozart lo vide esibirsi più volte dinanzi la nobiltà dell’epoca: tra tutti la principessa di Belmonte. I  Mozart, in marsina verde e parrucca incipriata bianca, tennero nella dimora principesca il loro concerto, coccolati con un raffinatissimo buffet: gelati, sorbetti, dolci, cioccolata, limonate e champagne, osannati dai nobili presenti.

Al concerto in casa Ernest conte di Kaunitz, ambasciatore austriaco, erano presenti il duca Pignatelli di San Demetrio, Pacheco, ovvero il giovane Marzio Diomede Carafa duca di Maddaloni insieme con suo zio, il principe don Raimondo de Sangro di Sansevero.

Appena il giovane virtuoso Mozart iniziò a suonare, lo sprezzante duca di Cattolica prese a sbeffeggiarlo perchè si presentava come Trazom. Intervenne in sua difesa Raimondo de Sangro, sottolineando che altro non era che l’anagramma di Mozart, quindi il nome d’arte di un promettente genio musicale. Poi rincarò la mano  dissertando su nobili invertiti che si beavano delle corna di mogli sconsolate …

Dovette intervenire il padrone di casa per sedare gli animi, che dopo il concerto portò i due Mozart insieme con Lord Hamilton e il principe di Sansevero a visitare la sua ricca scuderia di cavalli purosangue napoletani. Raimondo divenne così amico e protettore di Wolfgang Amadeus Mozart.

Il soggiorno italiano dei Mozart venne arricchito da visite culturali: furono agli scavi di Pompei fermandosi a suonare a Villa Prota, tra Torre del Greco e TorreAnnunziata, dimora dal colonnello Moscati, amico del Sansevero. Visitarono gli scavi di Baia, di Ercolano e di Miseno, la Solfatara. Si appassionarono ai papiri ercolanesi e alla loro storia narrata dal principe di Sansevero e da Lord Hamilton, appassionato archeologo. Salirono al Vesuvio, fermandosi poi a suonare a Villa Carafa di Torre del Greco, poi detta Villa delle Ginestre.

Continuarono a frequentare l’alta società napoletana, e anche ambienti massoni, che a quei tempi erano strettamente legati l’una agli altri. Anche la regina Maria Carolina era massone.

Ripartirono alla volta di Roma, dove papa Clemente XIV nominò il giovane Mozart Cavaliere dello Speron d’Oro, ritornando a fine gennaio del 1771 a Portici, ricevuti alla Reggia, dove tennero un concerto davanti la regina Maria Carolina e le sue dame,

Il giovane Mozart aveva ormai quindici anni. Per la terza e ultima volta ritornò con suo padre a Napoli per un concerto a Palazzo Maddaloni di Carafa.

Apprese  della morte di don Raimondo de Sangro e chiese al figlio, l’ottavo principe Vincenzo, di poter sostare da solo con lui  davanti la tomba del suo augusto padre, in Cappella Sansevero. Commosso e colpito, poco dopo compose nel vicino palazzo nell’attiguo Palazzo Sansevero La marcia del principe, una piccola sonata in memoriam di Raimondo …

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