Cultura

Il Teatro, Io sono … Alfie

NAPOLI – Al Teatro Elicantropo in vico Gerolomini ospitare, giovedì 23 marzo alle 21 (in replica fino a domenica 23) ospiterà il debutto, in prima assoluta, dello spettacolo Io sono…Alfie, dal romanzo dello scrittore irlandese Bill Naughton, nell’adattamento e regia di Mariano Bauduin.

Presentato da Gli Alberi di Canto Teatro, l’allestimento vedrà protagonista in scena Maurizio Murano e le voci di Simona Esposito, Renata Fusco, Lello Giulivo, Anna Spagnuolo, Patrizia Spinosi, avvolti dalle musiche di George Gershwin, Irvin Berlin, Henry Mancini e Tom Waits. Il disegno luci è a cura di Guido Levi, il video e i suoni di Alessandro Papa, i costumi di Marianna Carbone. Durata della rappresentazione: 75’ circa, senza intervallo

Con milioni di copie vendute dal 1966, anno della sua prima pubblicazione, Alfie è un classico moderno controverso, che si legge tutto d’un fiato.

Alfie è uno che non prende mai se stesso, o qualsiasi altra cosa, sul serio. Instancabile conquistatore, non dice mai di no a una donna, concedendole persino di restare per la notte, a patto che prepari la colazione, naturalmente, e che mai, mai chieda quando potrà tornare. Ama, lascia e, quando occasionalmente combatte con la propria coscienza, vince sempre. Quasi sempre.

Lui è diverso, è Alfie,un uomo così affascinante, irritante, opportunista, odioso, ma, al tempo stesso, così ingenuo e tenero da sembrare quasi buffo. Nonostante sembri un po’ maschilista, in realtà è un novello Casanova, che ama le donne, basse, grasse, giovani, vecchie, single o sposate.

Non ha scrupoli nel rubare la donna di un amico per una notte, elargendo anche consigli su di esse, che seguono una logica tutta loro, ma opportunamente giustificati, sotto ogni profilo o angolazione.

Il personaggio creato da Bill Naughton in realtà è senza tempo. Ancora oggi il suo romanzo incolla il lettore ad ogni pagina, finché non si è finito di leggere il libro, perché Alfie è una personalità che magari risiede in ognuno di noi, se non altro per alcune delle sue più singolari sfaccettature.

Ci si trova sempre sul punto di odiarlo, di disprezzarlo, ma è impossibile riuscirci.

«Ho pensato di affidare al giovane attore Maurizio Murano – ha spiegato Mariano Bauduin – il personaggio di Naughton, rendendolo ancora più ambiguo con un contrappuntistico gioco musicale, costruito sui materiali di George Gershwin, Irvin Berlin, Henry Mancini, Tom Waits. Tutto come se si evocasse quell’ambigua solitudine dei quadri di Hopper, che ha saputo raccontare un mondo, quello americano, ipocritamente affollato di anime solitarie e condannate a una disperata solitudine».

Mariano Bauduin, classe 1979, ha studiato drammaturgia al DAMS di Bologna e armonia e contrappunto presso il Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, proseguendo gli studi musicali incomposizione con il Maestro Francesco D’Avalos.

Dal 1997 è assistente del Maestro Roberto De Simone.

Dal 2004 si è dedicato ad attività di ricerca nel campo dell’etnomusicologia e dell’antropologia su tutto ilterritorio della Campania, sotto la guida di Roberto De Simone per conto del Museo di arti e tradizionipopolari di Roma e dell’Accademia di Santa Cecilia in Roma.

Nel 2012 ha crea Gli Alberi di Canto Teatro, una compagnia teatrale in cui si coniugano tradizione e innovazione, musica colta e musica popolare, ricerca e conservazione della memoria.

Vincitore del premio Sipario-La Nuova Critica 2012 Sezione Musicale, Bauduin attualmente è direttore artistico del Beggar’s Theatre – Il Teatro dei Mendicanti e dirige la Compagnia teatrale Gli Alberi di Canto Teatro.

Per maggiori informazioni: 3491925942 (mattina), 081296640 (pomeriggio) email promozionelicantropo@libero.it

 

 

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