Cultura

Il Teatro, Io sono il re!

NAPOLI – Alla Galleria Borbonica in via Morelli sabato 4 e domenica 5 marzo andrà in scena con due repliche al giorno, alle 19.30 e alle 21, Io sono il Re – Filippo di Borbone: storia di un quasi re, della durata di 90 minuti.

Lo spettacolo, scritto e diretto da Franco Nappi, è ispirato a un racconto di Andrea Zappulli e sarà interpretato da Franco Nappi, Nello Provenzano e Chiara Vitiello, è una produzione Il Demiurgo srls. La rappresentazione si svolgerà interamente nella Napoli “di sotto”.

Sinossi. Filippo è il maschio primogenito di Carlo di Borbone e Maria Amalia. Dovrebbe ereditarne il trono, ma è afflitto da demenza. Così trascorre i suoi giorni nella Reggia di Portici, raccontando in maniera onirica e appassionata, tormentata e sognante il Mondo in cui vive. Un Mondo che oscilla tra la realtà e la fantasia, in cui distinguere la vita dal sogno è impossibile e la verità raccontata da un sovrano di carta rischia d’essere molto più profonda di quella vissuta da ciascuno di noi. Io sono Il Re è l’urlo dolce ma disperato d’un eterno fanciullo, che, tra le pieghe d’una innocenza disarmante e disarmata, che conferisce leggerezza e ironia a tutta la narrazione, nasconde una grande solitudine e un enorme dolore.

Nella struttura drammaturgica Filippo si presenta come un adulto dai modi fanciulleschi, che vive la sua vita come fosse un sogno, o un incubo. Attento a dettagli insoliti, distratto dal Mondo e dalla vita, vede scorrere i suoi giorni in modo ripetitivo e inusuale. Ma seppur simile più a un bambino che a un uomo, Filippo comincia a crescere. Lo incontriamo in scena oramai trentenne, alle prese coi più umani dei turbamenti adulti: il rancore, la passione, l’amore affacciatisi già in tenera età divengono oramai pulsioni inarrestabili: “sente” la vita come un adulto, Filippo. Ma ha strumenti da fanciullo a sua disposizione.

È il 13 giugno 1747: Carlo di Borbone, sul trono di Napoli da 13 anni, dopo cinque femmine festeggiò la nascita di un erede maschio. Il piccolo Filippo, nato nella Reggia di Portici, venne insignito del titolo di duca di Calabria, e salutato come erede al trono. L’Infante Don Filippo Antonio Gennaro Pasquale Francesco di Paola di Napoli e Sicilia, duca di Calabria verso i nove mesi ebbe una prima crisi epilettica. In seguito presentò inequivocabili segni di demenza, tanto che all’età di sei anni, dopo vari consulti medici, fu deciso di escluderlo dalla successione e poi relegato a Portici, lontano dalla corte. Il fratello secondogenito Carlo diverrà re di Spagna, il terzogenito Ferdinando re di Napoli e Sicilia.

La vita di Don Filippo scorrerà silenziosa e quasi dimenticata. Lo sfortunato principe era benvoluto dai porticesi che lo salutavano con affetto quando passava in carrozza per le sue passeggiate, lo avevano quasi “adottato”. Rimasto presto senza i genitori, quando Carlo e Maria Amalia si insediarono sul trono ispanico, gli fu vicino il fratello minore Ferdinando – allora aveva otto anni – che ebbe verso di lui, unico membro della famiglia rimasto a Napoli, sempre uno straordinario affetto. Ci giocava, e spesso si recava a Portici per visitarlo, assecondando Filippo nei giochi e nelle sue piccole manie, come quella di indossare una serie di guanti uno sull’altro: Ferdinando lo aiutava senza spazientirsi mai.

Don Filippo morì a Portici il 19 settembre 1777, a trenta anni. Venne sepolto presso il Complesso della Chiesa di Santa Chiara a Napoli.

Ferdinando IV scrisse affranto al padre questa breve lettera, con­servata nell’archivio di Simancas, Madrid (S. ria de Estado, Legajo 6082, f. 93): «Cattolica Maestà, Padre e signore. L’infelice Fratello Mio Filippo fino a jeri andiede col suo male regolar­mente. Iera sera cominciò a peggiorare, ed à peggiorato sempre, fino a chè oggi alle sei il signore se 1’ha chiamato alla sua gloria. Puol credere quale sia la mia afflizione, e con qual rin­crescimento sia a dare alla M. V. questa infausta nuova, cono­scendo quanto sia grande 1’amore della M. V. verso i suoi Figli, e specialmente verso di questo così infelice; in parte a me lo scema, e spero anche lo scemerà alla M. V. l’esser sicuro, che a quest’ora starà godendo della felicità eterna 1’anima sua. V. M. mi conservi il suo paterno affetto, mentre resto a suoi piedi chiedendole umilmente la Santa Benedizione. Di V. M. Obbe­dientissimo Figlio Ferdinando – San Leucio 19 septiembre 1777».

Questo è quanto riportato dal medico e letterato inglese Samuel Sharp, che visitò Napoli nel 1765 e vi si trattenne per 8 mesi. Tornato in patria dopo qualche anno pubblicò il libro Letters from Italy, describing cutsoms and manners in the years, [cfr 1700/1860 Son venuti a Portici e ne hanno scritto, 2003 Teodoro Reale e Stanislao Scognamiglio]

I posti per assistere allo spettacolo Io sono il Re sono limitati ed è quindi necessaria la prenotazione.

Per maggiori informazioni: 366.2080108 – 331.3169215 info.demiurgo@gmail.com

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