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Il Teatro, Maledetti

NAPOLI – Negli spazi del Teatro Elicantropo giovedì 8 febbraio alle 21 (repliche fino a domenica 11) va in scena Maledetti di Salvatore Cantalupo. L’attore e regista partenopeo, attraverso i linguaggi di danza, teatro e musica rappresenta parole e voci per indagare l’attuale condizione della vita umana sulla Terra.

Maledetti è uno spettacolo di “contro-informazione” presentato da Teatro del Sottosuolo e Memini Mutamenti Teatro. L’allestimento tende a condurre lo spettatore alla riflessione, trascinandolo in un labirinto fatto di racconti incredibili, fantastici ma anche crudeli e spietati, provando a fornire, proprio, uno tempo di riflessione.

In scena, oltre allo stesso Cantalupo, saranno Gianluca Guarino, Alessia Guerriero, Ambra Marcozzi, Amelia Longobardi, Cristina Messere, Ramona Pisano, Anna Ragucci, Carolina Romano, Bruno Toro, Sara Volpe.

Aiuto regia e organizzazione di Amelia Longobardi.

Le coreografie sono a cura di Ambra Marcozzi e le musiche saranno eseguite dal vivo, oltre che da alcuni degli interpreti, da Carl Marino Robinson alla batteria, Rosario Di Lullo e Vittorio Zimardi alle chitarre.

Lo spunto alla pièce Il Mulino di Amleto è dato dalla lettura di Il Mulino di Amleto di Giorgio De Santillana e Hertha Von Dechend, testo dedicato a miti, leggende e tradizioni.

Così il regista Salvatore Cantalupo: «Il testo è stato uno spartiacque che ha mutato il nostro sguardo sul mito e sulla struttura del tempo e in generale su tutto ciò che si è soliti definire pensiero arcaico, introducendoci a miti, leggende, tradizioni presenti in tracce nella cultura originaria di ogni popolo della terra».

Un contributo decisivo alla messinscena è stato dato dagli scritti biblici e sumeri, restituiti dai traduttori Giovanni Pettinato, Zacharia Sitchin e Mauro Biglino, dalla Bibbia e dall’ironica satira dell’autore di fantascienza Robert Scheckley.

Le tavolette sumere, ritrovate nei territori della Mezzaluna fertile dagli scavi dell’inizio Ottocento, scritte in cuneiforme e accadico, mostrano i segni di una cultura superiore già seimila anni fa, rivelando una civiltà dotata di profondissima sensibilità e di inestinguibile sete di conoscenza.

La Bibbia, a sua volta, è parsa un libro a contenuti storici, legislativi, profetici, apocalittici, sapienziali. In essa si riconoscono i racconti, spesso violenti, di miti già descritti sulle tavolette sumere, anche se i protagonisti dei racconti portano altri nomi.

(Foto by Federico Guerci)

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