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La dolce tavola di Natale

La pasticceria napoletana è un tripudio dei sensi unica al mondo per varietà e gusto: anche quest’anno renderà più dolce il Natale

I dolci di Natale per Napoli sono un vero e proprio rito. Si preparano quasi religiosamente.

La città delle sirene vanta una grande varietà di specialità pasticcere, create sì con l’apporto delle diverse tradizioni culinarie delle dominazioni straniere, ma resi unici dalla genialità partenopea.

Spesso preparati nei conventi, dalle suore e dai monaci, i dolci di Natale venivano  donati alle famiglie nobili che li sostenevano con la loro beneficenza.

Il mostacciolo imbottito, prende il nome dal mosto. A forma di rombo, è uno scrigno profumato,  ricoperto da una glassa di cioccolato e all’interno una pasta morbida dal sapore speziato. Si può gustare in versione bianca o nera.

Il mostacciolo semplice, invece, è un biscotto. Si può trovare in versione bianca o nera, a seconda della glassa che ricopre la pasta morbida, il pisto, aromatizzato con cannella,noce mosata, chiodi di garofano e anice stellato.

 

Il roccocò, il dolce monastico per eccellenza. Venne “inventato” nel 1300 dalle suore del Real Convento della Maddalena. Duro o morbido, con mandorle o senza,  non può mancare sulla tavola natalizia.

Nel ‘400 le suore del monastero di Donna Regina confezionavano i susamielli biscotti speziati a forma di S a base di mandorle, miele e pisto

raffiuoli, invece, sono preparati pan di Spagna coperti da una glassa bianca al limone. In origine abbastanza semplici, e col tempo vennero arricchiti rispettivamente dai frati cucinieri del convento di Montevergine e da quelli di San Raffaele di Amalfi.

Si può dunque scegliere la versione farcita, conosciuta come cassatina napoletana o raffiuolo a cassata, delle deliziose “pagnottelle” con una base di pan di Spagna, con una farcitura composta da crema di ricotta e gocce di cioccolato. Al culmine una sorpresa: un pezzetto di naspro. Sono ricoperti dalla glassa reale.

La cassata napoletana, una vera squisitezza, si distingue da quella siciliana per una maggiore semplicità nelle decorazioni per leggerezza.

Gli struffoli,  il dolce napoletano più natalizio, sono conosciuti altrove come ‘mpagnuccata, cicerchiata, pignolata, cicerata o strufoli, e gustati in diverse parti d’Italia, in differenti periodi dell’anno. Si sa che nel ‘200 venivano preparati nel monastero di Santa Chiara.

In ultimo ma non ultimi, la pastiera e il babà.

Si, è vero, il babbà si mangia tutto l’anno, e la pastiera è il tipico dolce napoletano di Pasqua, ma sono così buoni che spesso non mancano in tavola a Natale.

La pastiera in particolare è la summa dei trionfi sensoriali sei dolci partenopei che “intrigano” tutti i palati: bella da vedere, indescrivibile gusto celestiale, morbida e profumata.

E con questa carrellata dei dolci napoletani più diffusi che caratterizzano le feste natalizie napoletane, LoSpeakersCorner coglie l’occasione per augurare a tutti i suoi lettori un buon Natale, pieno di salute, serenità e speranza e un 2021 decisamente migliore.

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