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La La Land, su Sky Cinema la magia del musical premio Oscar 2017

di Renato Aiello

In onda su Sky Cinema Uno e Sky Cinema Due – il canale a ripetizione +1 – e su Sky Cinema Oscar, rispettivamente canali satellitari 301, 302 e 304, stasera 26 febbraio alle ore 21.15  – e a scorrere alle 21.45 e 22.15 – dopo la rubrica cinefila Cinepop è tempo di tornare nel clima e nelle atmosfere sognanti di La La Land, sospese tra Los Angeles e una Parigi onirica.

Mia e Sebastian si intravedono per la prima volta in auto, bloccati nel traffico, stanchi, frustrati e impazienti al volante. Non lo sanno ancora, ma sono destinati a incontrarsi ancora, prima in una sala addobbata a festa per Natale, in cui Sebastian verrà licenziato, e poi a una festa in piscina.

Del resto siamo a Los Angeles, la città che venera ogni cosa e che non dà valore a niente, come sostiene e dichiara nel corso del film lo stesso Seb, che arriverà a rilevare il locale dei suoi sogni, e a dargli proprio questo come,  su suggerimento dell’amata Mia, proiettata invece verso gli orizzonti di gloria che la settima arte prima o poi concede, non senza provini sfortunati, reading teatrali semideserti e problemi economici.

Nel mezzo c’è Los Angeles, la Mecca del Cinema, la metropoli megalopoli dei sogni, città degli angeli e soprattutto città di stelle, come canta Sebastian/ Ryan Gosling sul pontile ai signori passanti e alla sua anima. La La Land è un concentrato puro di energia visiva e carica musicale, di immagini splendidamente fotografate e numeri coreografati al ritmo del cinema classico: il tip tap, la citazione da Cantando sotto la pioggia alla luce del lampione nel parcheggio, momento di poesia spezzato solo dallo squillo troppo moderno di uno smartphone Apple, che interrompe per poco la magia.

Questa prosegue tra le stelle del Planetario losangelino, dove Ryan Gosling e Emma Stone avevano già recitato una scena in uno dei film precedenti girati insieme – sono alla terza collaborazione – e vengono i brividi a pensare ai loro personaggi ritratti da due attori diversi. L’alchimia non sarebbe stata la stessa forse con Dan Stevens e Emma Watson, dirottati sul più sicuro live action della Bella e La Bestia, altro bel musical dell’anno scorso, ora in gara con due nomination tecniche alla notte degli Oscar di domenica 4 marzo.

L’inizio folgorante vale l’intera visione, con il bellissimo long take fatto di riprese a schiaffo, girate con crane e steadycam e montate sapientemente: fluide, scorrevoli, affascinanti nel vortice rutilante dei colori, dei costumi e dei salti su cofani e tetti delle auto, scavalcate nel traffico sulle note di Another Day Of Sun, che oggi Mina ci ripropone nel jingle della Tim in televisione da Sanremo.

La La Land vinse 6 Oscar ma mancò quello più importante, al miglior film appunto, andato, non senza figuracce e confusione, al politically correct Moonlight, nell’anno della Hollywood opposta a Trump e orfana di Obama. Un’opera leggera e leggiadra che forse era poco adatta al momento storico e alle turbolenze che attraversavano l’America del 2017, uscita dalle elezioni più disastrose e polarizzate di sempre, e che l’attraversa ancora.

Forse meglio così, perché la mancata vittoria ha reso più simpatico e accattivante il film, cosa che forse al favorito della vigilia e poi vincitore non sarebbe accaduto. La La Land è entrato papa e ci è uscito cardinale, e per essere in linea con un bel prodotto audiovisivo firmato da Paolo Sorrentino, The Young Pope, la cosa non sarebbe dispiaciuta al giovane Papa Lenny Belardo, interpretato da Jude Law.

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