Cultura

La Rivolta di Masaniello – Seconda parte

di Michele Di Iorio

Tramite il cardinale Filomarino Masaniello incontrò Rodrigo Ponce de León che  disse di voler scendere a patti con lui. Qui Masaniello cadde in deliquio, un primo segno dell’epilessia di cui soffriva. Il pescatore venne nominato Capitano generale del fedelissimo popolo napoletano.

Dopo un lauto pranzo innaffiato da abbondante vino Masaniello uscì dal palazzop vestito di bianco con manto in filo d’argento, cappello pieno di pennacchi, belle scarpe, bastone da passeggio dando il braccio alla moglie Bernardina vestita come una regina e con una collana di diamanti.

Per Masaniello iniziò una nuova vita: invitato da tutti i nobili, in casa di don Onofrio Cafiero pare venisse fatto ubriacare con vino rosso pieno di roserpina, una forte droga molto usata a quel tempo dagli spagnoli.

Andò a trovarlo persino il cardinale Trivulzio, presidente  del Regno di Sicilia in visita a Napoli ossequiando lui e sua moglie come sovrani, offrendo regali costosissimi e del vino pregiato, si dice drogato con l’allucinogeno …

Il povero ed esaltato Masaniello cominciò ad avere strani comportamenti: fece uccidere 80 persone dalla banda del suo amico il  bandito Perrone di Amalfi. Nella mattina del 16 luglio si presentò alla basilica del Carmine, progettando di far diventare porto la piazza del Mercato. Voleva abbattere le case di tutti i nemici e confiscare tutti i loro beni se non si arrendevano a lui, nuovo re di Napoli.

Masaneillo poi si addormentò risvegliandosi di colpo pieno di sospetti e paure: vedeva ombre nella chiesa che gli sembravano reali. Salì sul pulpito per arringare la folla, nudo come San Francesco, ma diventava sempre più strano: aveva momenti di assenza, si addormentava di colpo. I monaci lo portarono al sicuro in una cella per farlo riposare.

Il 16 luglio, giornata della festa della Madonna del Carmine, venne raggiunto da cinque capitani delle ottine dei quartieri napoletani al soldo degli Spagnoli. Chiesero di entrare, ma Masaniello non aprì. Uno dei cinque, l’Ardizzone, lo convinse ad aprire la robusta porta con chiavistello interno. Masaniello venne crivelatto da 5 colpi di archibugio: uno alle spalle, uno nella pancia, uno nei reni, uno alla gola,  uno in petto.  Finì a terra in un mare di sangue: il panettiere Paolo Catania si scagliò addosso a lui e con un coltello lo decapitò. La testa  fu posta su di una picca,  mentre i sicari del  viceré fecero a pezzi il corpo gettandolo poi tra l’immondizia in vari punti della città.

Finì così miseramente la breve parabola della rivolta di Masaniello, durata sette giorni.

La moglie Bernardina con la suocera e la giovane cognata fuggì su un carro. Le donne vennero fermate prima di entrare a Gaeta. Antonia e Chiara d’Amalfi vennero impiccate per ordine del viceré, che aveva già fatto giustiziare i capi della rivolta, compreso Giovanni, il fratello minore di Masaniello. Bernardina, incinta, fu risparmiata.

La capitale venne presidiata da 40mila soldati spagnoli e mercenari.

80mila popolani resero omaggio a Masaniello al suo funerale: ironia della sorte, dopo la morte venne riabilitato.

Benardina Pisa, la vedova, per mantenere sé e i suoi numerosi figli, non trovò altro modo che prostituirsi in un vicolo di Sant’Antonio abate, detto dei Femminelli.  I suoi clienti, quasi tutti soldati spagnoli, la picchiavano, la violentavano e le rubavano i  miseri guadagni.

Per ordine del nuovo viceré la sventurata donna venne rinchiusa nel 1649 nel Maschio Angioino in una profonda segreta sotto il fossato. Nel 1656  morì ufficialmente di peste, ma secondo le cronache del carcere del Castello e la leggenda fu divorata dal coccodrillo che viveva nelle segrete del Maschio Angioino …

«A lu tiempe de disperazione Masaniello se veste a lione … A lu tiempe de tradimiento Masaniello ‘o vestono argiento … A lu tiempe de ll’intrallazzo Masaniello è vestuto da pazzo … A lu tiempe de ‘sti scunfuorte Masaniello è vestuto da muorto … Masaniello s’ credono muorto …», canto del popolo.

Fine della seconda e ultima parte

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