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La rosa, un viaggio lungo 2000 anni

BOSCOREALE  (NA) – Nel giardino di Villa Silvana in via Nicola De Prisco mercoledì 6 giugno alle 17 saranno presentati i risultati della ricerca su La Rosa Antica di Pompei.

L’evento sarà introdotto dal direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei, professor Massimo Osanna, dal direttore del Dipartimento Di Agraria, professor Matteo Lorito, oltre che dal professor Luigi Frusciante, docente di Genetica Agraria, e Gaetano Di Pasquale.  ricercatore di Botanica Applicata all’archeologia, entrambi autori della ricerca.

Alla tavola rotonda, moderata dall’archeologa  Laura Del Verme,         saranno inoltre presenti:

  • Maurizio Di Stefano Presidente Emerito Icomos, Organismo Di Consulenza Unesco
  • Gianfranco Nappi, responsabile dei Progetti Strategici di Città Della Scienza Di Napoli
  • Giuseppe Marrazzo, coordinatore Distretti Turistici Della Campania
  • Pietro Amitrano, sindaco di Pompei
  • Vincenzo Ascione, sindaco di Torre Annunziata
  • Giuseppe Balzano, sindaco di Boscoreale
  • Pietro Carotenuto, sindaco di Boscotrecase
  • Raffaele De Luca, sindaco di Trecase
  • Francesco Ranieri, sindaco di Terzigno

Pompei è fonte inesauribile di bellezza e conoscenza, anche attraverso la sua flora. La rosa era presente già nell’ antica città di Pompei  nei più svariati usi. Come ornamento, nelle decorazioni parietali, nell’alimentazione, per la salute ed il benessere, o ancora in cosmesi. Di recente La Rosa Antica di Pompei è stata oggetto di studi, nell’ambito di un progetto di ricerca condotto dal Parco Archeologico di Pompei (Laboratorio di Ricerche Applicate) con il Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II dal professor. Luigi Frusciante, docente di Gendetica e Gaetano Di Pasquale, ricercatore di Archeobotanica  e l’Associazione La Rosa antica di Pompei, che ha contribuito ad arricchire la conoscenza scientifica della specie, oltre a fornire informazioni sul contesto storico e naturalistico del territorio pompeiano e vesuviano.

La ricerca è finalizzata alla costituzione di una rosa riconducibile al genotipo/fenotipo più diffuso a Pompei e in Campania in epoca romana. Ed è fondata su indagini di archeobotanica su specie antiche coltivate nell’area pompeiana, oltre che su un’ accurata analisi genica e di comparazione tra le varietà e le specie di rose rinvenute e conservate presso gli Orti botanici, i cimiteri monumentali campani e negli erbari antichi italiani.

Il progetto è stato promosso e finanziato dall’associazione La Rosa Antica di Pompei, che ha messo a disposizione gli spazi del roseto di Villa Silvana per la coltura delle giovani piantine di rose. L’Associazione cura tra l’altro, su autorizzazione del Parco Archeologico di Pompei, la piantumazione delle rose antiche in alcuni giardini di domus pompeiane, come la Casa del Fauno, la Casa di Loreio Tiburtino e la Casa del Profumiere.

Al termine del dibattito seguirà un concerto di musica classica degli Amici del ‘700 Napoletano, con musiche di Pergolesi, Bach, Mozart ed esecuzione di  classici napoletani.

 

La manifestazione è organizzata nell’ambito della IV Festa della Rosa, divenuto ormai un appuntamento consueto per Villa Silvana.

«La coltivazione della rosa nell’antica Pompei aveva raggiunto raffinatezze degne delle attuali tecniche agronomiche e anche la produzione di essenze e profumi, ad essa collegata, aveva raggiunto sofisticati livelli tra i profumieri pompeiani. In Campania, in particolare nelle zone di Pompei, Paestum e Capua, la produzione e la lavorazione della rosa erano destinate ad un mercato più ampio della sola penisola italiana, affermandosi come attività di gran pregio sulle sponde dell’intero Mediterraneo antico.

Nella dimensione privata, invece, i roseti assunsero un’importanza crescente come motivo ornamentale dei giardini classici pompeiani, come testimoniato dai numerosi ritrovamenti archeologici – come nella casa dei Vettii – e dalle pitture vesuviane.

Il dominio campano nella produzione di rose e dei suoi prodotti è durato qualche secolo. Studi su materiali disponibili ci informano che in realtà non esisteva una sola specie di rosa in Campania e a Pompei, quanto invece un gruppo di piante che comprendeva specie spontanee ed ibridi; tuttavia, tra esse, la rosa a fiore doppio e rifiorente è quella più frequentemente rintracciabile, anche grazie all’abbondante presenza nei dipinti rinvenuti nei siti archeologici della Campania. È noto anche che la rosa che noi oggi chiamiamo di Pompei fiorisse due volte all’anno e fosse rossa».

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