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La Storia dell’Italia Unita

Dalle rivolte al brigantaggio, dalle atrocità subite dal Sud al disastro economico: Enrico Fagnano narra l’Italia unita dopo il 1860

L’ultimo libro di Enrico Fagnano, La Storia dell’Italia Unita (pubblicato e distribuito da Amazon), racconta ciò che accadde nel Meridione dopo il 1860 con particolare riguardo alle conseguenze economiche della cosiddetta unità.

Non tralascia altri aspetti, quelli più cruenti, legati alla rivolta popolare, il cosiddetto brigantaggio, peraltro in questi ultimi tempi attentamente indagato in numerosi testi, tra i quali si segnalano per completezza Il sangue del Sud (Mondadori, 2010) dello storico toscano Giordano Bruno Guerri, non certamente di parte, e per intensità Briganti (Utet, 2017) dello storico e giornalista di Il Mattino, il napoletano Gigi Di Fiore.

In conclusione, se l’Italia nel Novecento è diventata uno dei paesi più industrializzati al mondo (fu il sesto attorno al 1920 ad acquisire le caratteristiche per poter essere definito in questo modo), lo deve al contributo determinante, o sarebbe meglio dire al sacrificio, del sud. Le sue ricchezze hanno consentito la nascita della grande industria nazionale, concentrata nel nord, i suoi consumi hanno dato la possibilità alle imprese settentrionali di crescere e, infine, sono state le rimesse dei suoi emigranti, che hanno permesso a queste imprese di consolidarsi, per poi affrontare i mercati internazionali senza restarne schiacciate. La parte più progredita del Paese finalmente unito deve molto al Meridione e ai Meridionali. E il libro di Fagnano serve anche per non dimenticarsene.

Enrico Fagnano è stato fondatore e curatore delle riviste letterarie Brilliancity (1979-86), L’Erba (1986-87) e La parola abitata (1988-93).

Redattore di Radio Spazio Popolare, ha collaborato con Radio Kiss Kiss, con Radio Città e con i quotidiani Il Mattino, Napoli Oggi e Il Roma

Negli anni Ottanta è stato tra gli animatori del gruppo di I Poeti del Gambrinus, nel 1992 è stato tra i fondatori di Lo Stato dell’Arte e nel 2000 ha costituito l’associazione PARTENOPEversus, che fino al 2005 ha edito l’omonimo foglio.

Enrico Fagnano ha pubblicato Avvistamenti (coop. tam-tam, 2000), La bomba e il suo contrario (Cento Autori, 2007) e Alternative (Società Dante Alighieri, 2009) e ha curato le antologie Poeti di Hyria (2002), Accenti (2010), La Parola Abitata (2012) e Dintorni (2015).

Suoi testi sono stati ospitati da numerose riviste, tra le quali Offerta Speciale, Il Filo d’Arianna, Hyria, Inverso, Risvolti, Tracce e Silarus. È  presente inoltre in diverse antologie, tra le quali Tangram (1985), Scritture Giovani Anni Ottanta, a cura di Geno Pampaloni (1987), Le strade per l’India (1993), La parola negata, a cura di Mario Michele Gabriele (2004), Le città dei poeti, a cura di Carlo Felice Colucci (2005), Da Napoli/verso, a cura di Antonio Spagnuolo (2007), Dalla bocca del Vesuvio, a cura di Giancarlo Marino (2007), Mundus, a cura di Ariele D’Ambrosio e Mimmo Grasso (2009), Poeti al Mann, a cura di Marco De Gemmis e Ferdinando Tricarico (2012), Le strade della poesia, a cura di Domenico Cipriano (2013), L’assedio della poesia, a cura di Antonio Spagnuolo (2020) e Il pensiero poetante, a cura di Fabio Dainotti (2021).

Enrico Fagnano ha più volte collaborato con il Teatro Start e con il Teatro Spazio Libero di Vittorio Lucariello e nel 2000 ha fondato il Laboratorio permanente di poesia, tuttora in attività.

Dal 2006 al 2013 è stato vicepresidente della Società Dante Alighieri di Napoli, mentre attualmente è presidente dell’associazione culturale La parola abitata e dirige la collana editoriale della stessa I sedicesimi. Dal sito dell’associazione (www.laparolaabitata.it) è possibile seguirne l’attività e  scaricare gratuitamente i libri pubblicati.

Sul canale youtube Laboratoriopoesiana sono raccolti interventi e letture di Enrico Fagnano e degli altri soci di La parola abitata.

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