Società

L’Inghilterra offende, l’Italia si indigna e Giletti persevera

di FRANCESCO DE CRESCENZO

Certo l’Italia è uno strano Paese, si indigna quando dal Regno Unito arriva la notizia di un modulo scolastico, presente in alcuni distretti inglesi e in Galles, in cui si fa la differenza fra italiani, italiani napoletani e italiani siciliani, ma poi si distrae quando a fare del razzismo territoriale sono gli stessi italiani.

Personalmente ho provato ad analizzare la vicenda per fare chiarezza, prima per capirci di più io stesso e poi per aiutare chi legge a farsela.

In realtà è meno complessa di come si presenta, poi lo sapete, io sono il solito malpensante, così ho scoperto che la reazione italiana all’affronto inglese è arrivata dall’ambasciatore italiano (napoletano) Pasquale Terracciano, sollecitato da nostri connazionali (napoletani) residenti nel regno unito.

Da un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano l’ambasciatore Terracciano ha spiegato che: «Si tratta di iniziative locali motivate probabilmente dall’intenzione d’identificare inesistenti esigenze linguistiche particolari e garantire un ipotetico sostegno. Ma di buone intenzioni – aggiunge – è lastricata la strada dell’inferno: specie quando diventano involontariamente discriminatorie, oltre che offensive per i meridionali».

questionarioonline Ma forse non tutti sanno che questi moduli scolastici sono presenti in rete in Inghilterra da almeno dieci anni. «Ma allora – starete pensando – com’è che la reazione è arrivata solo adesso? » Forse perché Terracciano è console in Inghilterra dall’1 maggio 2013?

La spiegazione potrebbe essere questa, ma peccherei di superficialità come certi presentatori televisivi, gli stessi che spesso – quasi con cadenza settimanale – offendono Napoli e i Napoletani (vedi Giletti), incrementando quei luoghi comuni che da oltre 150 anni ci vogliono brutti, sporchi e cattivi.

Come dicevo la vicenda è meno complessa di come si presenta, le chiavi di lettura possono essere due, o almeno tante ne ho individuate io.

La prima è che gli inglesi, come altri popoli del globo, sono stati influenzati dalla cattiva pubblicità che l’Italia stessa fa di Napoli e del sud, attraverso televisioni pubbliche e private, radio, quotidiani, settimanali e chi più ne ha più ne metta.

Come è accaduto di recente con le solite offese razziste del solito Cruciani attraverso i microfoni di radio24, oppure, come dicevamo prima, con cadenza quasi settimanale attraverso quei così detti salotti “culturali” che la tv pubblica (che paghiamo noi) fa gestire a personaggi scorretti e per niente professionali come Giletti.

L’altra chiave di lettura è meno amara, forse poco realistica, ma che comunque va presa in considerazione, e cioè quella suggerita da eminenti protagonisti del mondo meridionalista, come Gennaro De Crescenzo, presidente del Movimento Neoborbonico.

De Crescenzo, durante l’ultimo ignominioso attacco di Giletti nella sua “arena”, ha risposto al presentatore invitando i meridionali a boicottare il programma inviando mail di protesta agli sponsor.

Il Presidente dei neoborbonici, non nuovo a questo tipo di iniziative, ha letto la vicenda dei moduli scolastici inglesi, oltre che come un atto razzista, anche come «RISPETTOSI dell’identità dei meridionali: sanno che esistono due italie per storia e per cultura e, da 150 anni, per diritti, servizi, occasioni e speranze e non fanno finta di ignorarlo come i nostri opinionisti e/o politici finto-ipocriti-indignati di queste ore».

Oppure, aggiunge;
«PROFETICI: sanno che, prima o poi, di fronte alle colpe dei politici italiani e con il dilagare di verità storica e orgoglio, il Sud ritroverà la sua autonomia e la sua dignità».

C’è di fatto che comunque questa Italia resta un Paese curioso, che gira la faccia dall’altra parte quando si tratta di difendere una parte del territorio ma che, quando è costretta a farlo, dà il peggio di sé, con quella finta indignazione e una massiccia dose di ipocrisia che è un costume tipico di certe lande del cosiddetto Bel Paese.

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