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L’IZSM impegnato nella lotta al Coronavirus

La cittadina vesuviana si conferma campus a cielo aperto: l’IZSM | Istituto Zooprofilattico Sperimentale per il Mezzogiorno in prima linea per l’emergenza Covid-19

PORTICI (NA) – In tempo di quarantena, tutti siamo responsabilmente a casa. C’è però ci continua a lavorare, svolgendo compiti essenziali per tutti noi. È il caso dell’IZSM | Istituto Zooprofilattico Sperimentale per il Mezzogiorno, che in questi giorni, con l’autorizzazione del Ministero della Sanità, ha approntato in ventiquattr’ore un laboratorio di classe 3, ovvero una struttura di contenimento in cui si compiono operazioni che presentano un rischio moderato per la salute umana e l’ambiente.

All’IZSM arrivano a ritmi serrati i tamponi orofaringei per essere analizzati, trasportati in barattoli a chiusura stagna e a loro volta inseriti in un altro involucro.

L’ IZSM e la sua storia. Diretto dal dottor Antonio Limone, è un Ente sanitario di diritto pubblico. La sua sede è ubicata dal 1924 all’interno del Bosco Soprano della Reggia borbonica, con ingresso da via della Salute. Il complesso occupa una superficie di due ettari, separati da un cancello dal Parco Gussone, affidato al Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II. L’ IZSM è quindi un Ente autonomo, anche se pochi porticesi conoscono la sua realtà.

L’Istituto ha una tradizione bicentenaria: nato dal Reale Istituto di Incoraggiamento alle Scienze Naturali, fondato nel 1806, fu la più antica delle Accademie sorte nel Mezzogiorno, assumendo un indirizzo prettamente scientifico, sociale ed economico.

Nel 1909 era denominato Stazione sperimentale per le malattie infettive del bestiame porticese, e fino agli ‘20 del Novecento annoverava tra le proprie strutture il Parco di Quarantena per animali del lago Fusaro.Nel 1970 la variazione della denominazione portò alla nascita dell’IZSM e definì la figura giuridica di tutti gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali operanti in Italia. Nel 1974 fu invece ridefinita la competenza territoriale dell’IZSM che comprende, a tutt’oggi, Campania e Calabria.

Oltre a svolgere servizi di pubblica utilità sanitaria, la struttura dell’IZSM dispone di aule, laboratori, sale conferenze e sale museali. Alle normali attività d’istituto, riguardanti l’igiene e la sicurezza degli alimenti, si associano importanti iniziative, come Fattorie Didattiche Aperte.

Il sindaco Cuomo e il direttore dell’IZSM dottor Limone

LoSpeakersCorner ha raggiunto telefonicamente il disponibilissimo dottor Antonio Limone, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale per il Mezzogiorno, per un aggiornamento sulla importante attività di ricerca che consente la diagnosi del Coronavirus in cui è impegnato l’Ente.

Dottor Limone, potrebbe spiegare il lavoro che state facendo i questi giorni?

Sostanzialmente abbiamo utilizzato due laboratori [al laboratorio di Portici si affianca anche quello di Casalnuovo, ndr] con attrezzature e operatori che vi si sono dedicati, coprendo tutta la filiera, dall’accettazione alla registrazione. Anche questa è una parte impegnativa: raccogliere decine di tamponi, registrarli singolarmente e poi inviarli al laboratorio che li esamina.

Non solo questo, c’è la parte più delicata e pericolosa: è un campione che potenzienzalmente contiene il virus. Quindi vanno attentamente seguite procedure per mettere gli operatori in condizioni di sicurezza quando manipolano un materiale ad alta patogenicità. È un laboratorio di classe 3, cioè adeguato a proteggere il personale e destinato a diagnostica specialistica e ricerca.

Dopo questo percorso, si estrae quindi l’*RNA su cui effettuare la *PCR. Nel momento in cui abbiamo il risultato lo mettiamo in rete.

Da dove arrivano i tamponi?

Dall’AslNapoli1, dall’ASLNapoli3, ma anche da Avellino e Benevento. Naturalmente sono tutte posizioni pubbliche, ospedali e ASL. Chiaramente non arrivano da privati.

Parte dell’attività dell’IZSM è dedicata alla Ricerca. Quali sono i partner?

Il gruppo di ricerca mette insieme IZSM, Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale, l’ospedale Cotugno, il Tigem | Istituto Telethon di Genetica e Medicina di Pozzuoli e Ceinge, che opera nel campo delle biotecnologie avanzate applicate alla Salute dell’Uomo.

Ognuno dei partner approfondisce e studia il Covid-19 secondo le sue expertize, creando una rete che in Campania ha avuto un certo successo. C’è infatti una attività di studio che non è da sottovalutare, fondata anche sulla sperimentazione della molecola curativa del farmaco Tocilizumab individuato dal dottor Paolo Ascierto.

*RNA: insieme al DNA, è materiale genetico della cellula

*PCR: tecnica di biologia molecolare che copia frammenti di DNA per milioni di volte impiegando un enzima (Taq-polimerasi), il frammento di DNA e una sequenza sintetica del frammento stesso.

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