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Lo svelamento del Crocefisso al Carmine Maggiore

NAPOLI – Dopo trecento anni nella Basilica del Carmine Maggiore prenderà vita la ricostruzione storica dell’antica celebrazione dello svelamento del Crocefisso.

Il Crocifisso, XIII secolo, fu protagonista di un miracolo avvenuto durante la guerra tra Angioini e Aragonesi per il possesso della città di Napoli. Le cronache raccontano che nel 1439 il Cristo chinò il capo per schivare un colpo di bombarda sparato dagli Aragonesi.

Da allora, con una cerimonia solenne viene esposto alla venerazione dei fedeli nel periodo che va dal 26 dicembre al 2 gennaio.

Era usanza che il 26 dicembre le massime autorità della città andassero a prostrarsi per rendere omaggio al Crocifisso miracoloso. In tale occasione, il popolo fedele del Regno di Napoli, accompagnato dal suono delle Campane di tutte le chiese e dai colpi di cannone sparati dalle fortezze, rendeva omaggio al Crocifisso nella Basilica del Carmine Maggiore.

L’Associazione Culturale “I Figlioli di Santa Maria di Loreto” presentano due appuntamenti eccezionali, ideati in seguito alla riscoperta di documenti riguardanti le antiche cerimonie che erano solite svolgersi presso il Carmine Maggiore di Napoli.

Ispirandosi al nome di uno dei quattro antichi conservatori della città, l’associazione culturale fonda il proprio impegno nel recupero del patrimonio musicale napoletano, attraverso la riscoperta, lo studio, la ricostruzione filologica e l’esecuzione dell’immenso corpus di partiture a stampa e manoscritte conservate nei fondi e negli archivi cittadini e non solo, a dimostrazione della diffusione, del prestigio e dell’influenza che la Scuola Musicale Napoletana ha esercitato nella corso della Storia.

La festa che “I Figlioli di Santa Maria di Loreto” andranno a riproporre è quella del 1685, quando Gaetano Veneziano (1656 – 1716), al tempo Maestro di Cappella del Carmine Maggiore, pose in musica un Mottetto in Pastorale in lode del Santissimo Crocifisso del Carmine, a nove voci, violini, tromba, due flauti e due cornetti.

La partitura del Mottetto è custodita presso la Biblioteca dei Girolomini e sarà eseguita con strumenti antichi e con la partecipazione di musicisti e cantanti provenienti da tutta Italia e dall’estero.

L’associazione si presenterà con due eventi di interesse storico-musicale:

  • il 12 dicembre alle 16.30 presso il MeMus (Museo e Archivio Storico del Teatro di San Carlo) si terra una Tavola Rotonda organizzata in collaborazione con il Centro di musica antica Pietà de’ Turchini dal titolo “Musica e devozione al Carmine Maggiore: cerimoniali liturgici tra Sei e Settecento” con interventi di Giuliana Boccadamo, Antonio Dell’Olio, Paologiovanni Maione, Maurizio Rea e Giulio Sodano, in cui sarà affrontato per la prima volta un lavoro sulle celebrazioni che erano solite svolgersi presso il Carmine Maggiore di Napoli. Questo appuntamento prelude e arricchisce l’evento in cui sarà ricostruito tutto il cerimoniale dello svelamento del Crocifisso Miracoloso;
  • il 30 dicembre alle 20.30 alla Basilica Santuario del Carmine Maggiore di Napoli, quando sarà eseguito per la prima volta in tempi moderni, con strumenti originali, il Mottetto Pastorale di Gaetano Veneziano (1656 – 1716) di cui il prossimo anno ricorre il terzo centenario della morte.

Patrocinati dal Comune di Napoli, dal Teatro di San Carlo e dall’Istituto Banco di Napoli – Fondazione e grazie al supporto dell’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli, alla collaborazione con la Fondazione Pietà de’ Turchini, le Associazioni “I Sedili di Napoli-Onlus” e “Officina delle Idee”, ai Fanzago Baroque Ensamble, unitamente alla straordinaria partecipazione dell’Associazione Culturale NarteA, a cui è affidato il compito di ricostruire il Cerimoniale Liturgico in costumi d’epoca, e grazie al supporto tecnico di tante realtà presenti sul territorio, “I Figlioli di Santa Maria di Loreto”, fanno il loro ingresso nel panorama musicale cittadino.

Questo progetto abbandona l’idea della semplice esecuzione musicale e si propone parte dell’offerta culturale dando la possibilità di rivivere per qualche ora le atmosfere di una festa secentesca a Napoli. La caratteristica innovativa sarà proprio l’esecuzione dei brani musicali negli stessi luoghi che videro la loro composizione.

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