Società

Marijuana, o tempora, o mores

Da Real Polverificio a manifattura tabacchi, fino al declino e a una piantagione di marijuana. Cosa direbbe Cicerone? 

SCAFATI (SA) – Il Real Polverifico fu fatto costruire da Ferdinando II di Borbone Due Sicilie a partire dal 1851 per la produzione di polvere da sparo. Sorgeva in una posizione ottimale, vicino alle vie d’acqua per il trasporto e separato dal centro abitato.

Il complesso monumentale è composto da edifici di epoche diverse. Quelli di maggiore importanza storica architettonica sono la Cappella dedicata a Santa Barbara, nonchè … l’ingresso monumentale all’area esplosiva, di cui si conserva il cancello originario in ghisa, e i padiglioni del laboratorio chimico e delle officine del Polverificio.

Nell’Italia postunitaria il complesso venne destinato alla produzione di tabacchi.

La struttura venne abbandonata nel 1980, per i danni dovuti al terremoto.

Dopo decenni di progressivo degrado, cominciarono i lavori di restauro. Destinato dapprima a sede museale del Comune di Scafati, è diventato pertinenza del Parco archeologico di Pompei, che da tempo sta curando la riqualificazione del sito.

Nel corso della bonifica – il Polverificio era diventato una discarica abusiva – è stata rinvenuta una coltivazione di marijuana impiantata da ignoti, in una parte inaccessibile del Parco.

Approfittando della presenza di alcune parti del complesso ancora infestate dal verde e dai rovi e quindi del tutto occluse alla vista, si sono introdotte delle persone che, dietro la coltre verde e alle spalle dell’alto muro di cinta in pietra, hanno organizzato una vera e propria piantagione, ora estirpata e bonificata grazie all’intervento dei Carabinieri di Pompei.

Il Parco Archeologico potrà quindi procedere a bonificare l’intero complesso monumentale dai rifiuti e dalla vegetazione infestante per liberare l’area e poter avviare il cantiere di recupero e restauro che consentirà la riapertura al pubblico di 5 ettari del parco storico, caratterizzato dal lunghissimo Viale dei Platani in doppio filare.

Insieme a queste operazioni si è avviata la procedura per la rete di videosorveglianza perimetrale del complesso che, una volta attiva, consentirà di avere il pieno controllo del monumento.

Così ha commentato il Direttore Generale Gabriel Zuchtriegel: Ringraziamo le forze dell’ordine per l’eccellente lavoro effettuato contro queste operazioni criminali. L’intervento dei Carabinieri è di fondamentale sostegno ai progetti di sviluppo che il parco sta portando avanti per la riqualificazione di tutta l’area. Proprio in questi giorni è stata avviata una procedura per affidare importanti lavori di riqualificazione del verde, finalizzati alla riapertura al pubblico di parte del complesso come parco. L’ impegno del parco archeologico di Pompei, attraverso i progetti messi in campo è quello di trasformare quanto finora è stato sfruttato in maniera illegittima in un bene di tutti e restituire alla comunità e alle famiglie un grande spazio verde urbano, pubblico e accessibile, evitando che si verifichino ancora episodi del genere.

 

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