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Il medico risponde. Emergenza influenza: come difendersi dal virus?

di Carlo Alfaro

Col brusco aumento in questi giorni, in tutte le classi di età, del numero di casi di influenza (sono in co-circolazione al 50% virus influenzali A e B), l’epidemia è in continua ascesa nel nostro Paese (come in tutta Europa) e i sistemi sanitari (Medici e Pediatri di famiglia, Guardie Mediche, 118, Pronto Soccorso) sono in tilt per l’intasamento di richieste. Il livello di incidenza in Italia è pari a 11,11 casi per mille assistiti, come riportato dai dati del portale della sorveglianza InfluNet, aggiornati settimana per settimana dal Dipartimento Epidemiologico dell’Istituto Superiore di Sanità: un’incidenza maggiore di quella osservata nella precedente stagione influenzale.

La fascia di età maggiormente colpita è quella dei bambini al di sotto dei cinque anni, con un’incidenza pari a circa 29,2 casi per mille assistiti, seguita da quella tra 5 e 14 anni con 19 casi, ma si registra un brusco aumento anche negli anziani in cui l’incidenza è arrivata a 6,3 casi per mille assistiti. Le Regioni più colpite, dove è stata superata la soglia dei 13,50 casi ogni mille assistiti (considerata intensità molto alta), sono Basilicata (34,89), P.A. Trento (22,02), Calabria (21,57), Marche (16,87), Liguria (14,97) e Piemonte (14,48).

Dall’inizio della sorveglianza – metà ottobre – sono stati registrati nel nostro Paese oltre 2 milioni di casi. Le visite dei Medici di famiglia sono aumentate in questi giorni del 30% circa rispetto allo stesso periodo degli scorsi anni, secondo i dati elaborati dalla FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale): per esempio dal 2 al 4 gennaio negli ambulatori dei 45mila Medici di famiglia italiani sono state visitate quotidianamente circa 51 persone, contro una media abituale di 30/35. Contro l’emergenza influenza, alcune regioni hanno dovuto mettere in atto misure straordinarie. Per esempio, negli ospedali di Torino e provincia sono stati attivati 330 posti-letto supplementari per fronteggiare il record di ricoveri. In Liguria invece, grazie ad un accordo tra Regione e Fimmg, i medici di famiglia vanno a rinforzare i Pronto Soccorso ospedalieri sovraffollati dai codici verdi e bianchi, mentre è stato ha predisposto anche il potenziamento della Guardia Medica e il raddoppio dei posti letto presso le unità di crisi, impiegando sanitari in lavoro straordinario. Ma il peggio deve ancora arrivare: le previsioni indicano che il picco si raggiungerà dalla metà di gennaio e non si esaurirà prima di fine febbraio.

Poche le armi per difendersi dai virus: rimanere a riposo, a letto e al caldo, bere molto, pulizia nasale con soluzione fisiologica, ventilazione della camera, umidificazione dell’aria, eliminazione del fumo dall’ambiente domestico, dieta adeguata, usare antipiretici e sintomatici per dolori, tosse, sintomi gastro-intestinali (comuni nelle forme infantili).

Anche con i sintomatici però va usata cautela: si raccomanda di non somministrare salicilati (tipo Aspirina) a soggetti con sindrome influenzale di età minore di 19 anni per il rischio di sindrome di Reye (una grave infiammazione di cervello e fegato), di non utilizzare mucolitici sotto i due anni causa numerosi casi di ostruzione respiratoria importante e di aggravamento di bronchiolite acuta segnalati nei bambini piccoli trattati con i mucolitici, e di non prescrivere metoclopramide (tipo Plasil) sotto i 16 anni per il rischio di reazioni neurologiche.

Si raccomanda poi di evitare gli antibiotici, se non nei casi di complicanze batteriche, quindi in genere mai all’inizio della sintomatologia. Peraltro, l’influenza è una malattia lunga: nei casi non complicati, i sintomi si risolvono spontaneamente in genere non prima di una settimana dall’esordio, quindi non bisogna aver fretta di guarire. L’uso di antibiotici non previene eventuali sovrainfezioni batteriche, e può anzi condurre ad un aumento del fenomeno dell’antibioticoresistenza. Si stima che un ciclo di antibiotici prescritto in maniera impropria aumenti del 50% il rischio di sviluppo di resistenza al farmaco.

È importante anche responsabilizzare i pazienti sull’importanza di evitare il ricorso alle strutture ospedaliere, facendo rendere conto alla popolazione che non esiste un valore aggiunto nel recarsi in Pronto Soccorso, anzi, il PS in periodo epidemico costituisce un luogo di maggior potenziale pericolo per il contagio e le complicazioni batteriche.

Riguardo alla prevenzione, chi volesse vaccinarsi può ancora farlo, ma la copertura non è garantita perché la sieroconversione, cioè la produzione di anticorpi in quantità sufficienti alla difesa dal contagio, può richiedere alcune settimane.

Il dottor Carlo Alfaro, sorrentino, 54 anni, è un medico pediatra Dirigente Medico di I livello presso gli Ospedali Riuniti Stabiesi della ASL NA3Sud, Responsabile del Settore Medicina e Chirurgia dell’Associazione Scientifica SLAM Corsi e Formazione, e Consigliere Nazionale della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza (SIMA).

Inoltre è giornalista pubblicista, organizzatore e presentatore di numerosi eventi culturali, attore di teatro e cinema, poeta pubblicato in antologie, autore di testi, animatore culturale di diverse associazioni sul territorio, direttore artistico di manifestazioni culturali.

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