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Napoli da scoprire e ri-scoprire

Una città ancora tutta da scoprire, siti archeologici eredità dalle varie dominazioni che si sono succedute

di Antonio Vitale

Nel VIII secolo a.C. navigatori Greci provenienti dalla Eubea, approdarono sull’isola di Pitecusa (Ischia) e successivamente a Cuma, fondando due colonie.

Successivamente si spinsero verso il golfo di Napoli e approdarono sull’isolotto di Megaride, dove oggi si erge Castel dell’Ovo.

Individuarono, quindi, nel promontorio di Monte Echia un posto sicuro per fondare la città di Partenope, un luogo dal quale si dominava tutto il golfo di Napoli, da Capri alla Penisola Sorrentina, dal Vesuvio alla collina di Posillipo. Un territorio incantevole attraversato da un fiume, il Sebeto, le cui diramazioni alimentavano sorgenti di acqua dal sapore gradevolmente frizzante.

Sul Monte Echia, conosciuto oggi come Pizzofalcone, ci sono ancora testimonianze archeologiche da scoprire, come quella di un tempio scavato nel tufo, dal quale, si dice che partisse un Mitreo, che attraverso le numerose cavità, in parte naturali – in parte scavate dall’uomo – scendeva fino alla riva prospiciente l’isolotto di Megaride.

Trovando il territorio ideale e gradevole, i Greci decisero di formare un nuovo nucleo abitativo su un altra collina, l’odierna Sant’Aniello a Caponapoli, a valle della quale realizzarono una città dall’impianto urbanistico ispirato al principio di Ippodamo da Mileto. La città fu chiamata Nea Polis proprio perché considerata nuova rispetto a Partenope, che fu definita Palepolis (città vecchia).

La struttura urbanistica di Neapolis prevedeva tre grosse strade principali dette Decumani, e varie stradine secondarie perpendicolari che avevano una lieve pendenza verso il mare per favorire il deflusso delle acque piovane.

Il Decumano centrale (l’odierna via Tribunali) veniva definito major poiché ospitava le principali attività commerciali, abitazioni, templi, teatri che davano vita alla città.

Proprio in questo Decumano, nei pressi di piazza San Gaetano, all’incrocio con via San Gregorio Armeno, oggi si erge la basilica di San Lorenzo Maggiore, edificata in stile gotico su rovine preesistenti nel XII secolo.  Nel corso di scavi archeologici sono venute alla luce antiche strade e botteghe di epoca greco-romana:

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  • Un Aerarium Romano – il cui significato letterario è “riserva di monete” – che rappresentava il luogo  dell’amministrazione patrimoniale della Res publica romana.
  • Un criptoportico del mercato coperto, dove si può notare la formazione di banchi in muratura che servivano a rinfrescare il cibo con acqua con piani inclinati per favorirne il deflusso.
  • un’altra struttura commerciale dove si possono notare sotto i grossi massi di tufo greci e sopra la struttura in opus reticolatum.,
  • una cisterna costruita con i grossi massi di tufo, un raro esempio di costruzione a volta da parte dei greci.

Gli altri due Decumani erano quello superior, corrispondente all’odiernavia dell’Anticaglia, e quello inferior, l’odierna Spaccanapoli.

Nel corso dei secoli Napoli è stata abitata oltre che dal popolo autoctono dai vari popoli e dinastie che su sono succedute nel dominio di questa città meravigliosa.

Come si può evincere dalla tabella riassuntiva, la presenza delle tante  culture diverse hanno arricchito la città con costruzioni che rispecchiavano le tradizioni, la cultura e l’arte delle rispettive popolazioni.

Tutto questo fa capire quanto la città di Napoli possieda un grande tesoro ancora da scoprire, veri e propri siti archeologici da valorizzare e consolidare.

 

Le immagioni allegate all’articolo sono proprie dell’autore Antonio Vitale.

3 pensieri riguardo “Napoli da scoprire e ri-scoprire

  • Napoli per me è la più bella città!

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    • …sicuramente…unica …ricca di monumenti…chiese…siti archeologici… andrebbe valorizzata al meglio…
      Grazie.

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  • Non posso dire grazie x notizie e dati forniti a me ed altri privi di conoscenze del nostro passato e delle ns vie cittadine di cui ognuna e’ riconducibile a un periodo storico ricco di emozioni e fatti da cui oggi noi siamo attori non estranei al ns passato.

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