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Ocho, il Tango a Napoli

Mario Scippa, architetto, è un’artista a tutto tondo. Con Ocho  ci accompagna nel mondo del Tango, sua ultima passione 

Ocho è la figura più importante del tango.

Ballerini, maestri, filosofi, scrittori, poeti, in ogni tempo hanno pronunciato questa frase, ma mai nessuno ha veramente spiegato il perché.

Ocho | Il tango a Napoli, ultimo libro di Mario Scippa, ci aiuta a capire perché questa figura sia così importante: è l’essenza stessa del Tango.

Sinossi. Maurizo, un giovane laureato in filosofia, insieme al suo professore sta conducendo una ricerca sull’estetica delle danze popolari, sta per arrivare ad una teoria sulla spiegazione del perché l’ocho sia considerata da tutti, in tutto il mondo, la figura più importante del tango. È un noir ambientato a Napoli. Una storia che porta per mano in una città rappresentata in mille modi diversi ma mai tra i tangheri che la popolano ogni notte con i loro sogni, desideri, amori, paure, speranze. Una straordinaria comunità sempre uguale e sempre diversa che vive ogni notte sotto la pelle della città.

Maurizio conosce Angela e la sua vita prende una piega diversa. Dopo qualche mese arriva un figlio. Si sposano e lui per far fronte alle esigenze della famiglia abbandona quella ricerca per un posto di lavoro che gli garantisse un minimo di sicurezza economica. La vita diventa per lui alienante e abitudinaria. Il bambino non nacque mai.

Doppo vent’anni 20 anni il rapporto Tra Maurizio e Angela è ormai consumato. Avevano la morte dentro. Lei lo tradisce e lui dopo una ennesima provocazione va via di casa. Mentre sta preparando la borsa con le cose più importanti da portare via, trova due lettere che aveva segnato tanti anni prima su una lavagna. Gli fanno ritornare in mente i suoi vecchi studi sull’estetica del tango.

Nel suo vagare per Napoli, senza più punti di riferimento, per caso si trova in una scuola di Tango. Si iscrive e inizia a praticarlo. Dopo alcuni mesi si muove già a tempo di musica. In una milonga conosce un vecchio  ballerino cieco, don Giorgio Borghese, famoso ballerino di tango, nato e vissuto per metà della sua vita in Argentina. La seconda la trascorre Napoli, città di origine della sua famiglia.

L’incontro di quella sera segnò il suo vero ingresso nel mondo del tango. Comincia a vivere spazi e situazioni sempre diversi.

A un certo punto, il passato di Maurizio ritorna prepotentemente sotto forma di un duplice omicidio …

Mario Scippa, Napoli, 1961, architetto, è un’artista a tutto tondo. Dalla fotografia, alla scrittura, al teatro, esprime trasversalmente la sua creatività nel mondo dell’Arte: insieme al fratello Gennaro gestisce a Napoli la Galleria di antiquariato Antichità Scippa. Una particolarità: è la terza generazione di antiquari che svolge l’attività a Napoli nella sede di via Vannella Gaetani.

Ha messo in scena diversi spettacoli originali: Onde, Magma,I l Mare e il Vecchio Pulcinella Borghese, Cartellone, Uraganon Don Fernando, quest’ultimo con musiche del Maestro Franco De Biase.

La drammaturgia Don Fernando è stata oggetto di studio per la tesi di laurea di II livello del Maestro De Biase, in Composizione per la musica applicata alle immagini, discussa al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli.

Nel 2011 ha aperto il Salotto culturale Antichità Scippa arteecultura, dove ogni mercoledì tiene lezioni di antiquariato.

Nel 2012 ha ricevuto un Premio alla carriera al Festival Internazionale delle Arti e delle Scienze. È stato citato tra le eccellenze culturali napoletano nel libro Assaggi di Napoli, Graus Edizioni, del filosofo napoletano Aldo Di Mauro.

Prima di Ocho | Il tango a Napoli, Mario scippa ha pubblicato Il costruttore di illusioni, ‘12, Toglietemi gli specchi, ‘ 14, Don Fernando, ‘14, Bolle, ’14, Io parlo web e tu?, ’14.

Ocho. Mario Scippa, ma cos’è per te il Tango?

ll tango per me è anche passione, come malinconia e allegria, gioia, seduzione. È  ciò  che è  la vita tutta, è  la metafora della vita.

È un gioco il tango, come dovrebbe essere un gioco la vita.

E come I bambini sono seri quando giocano così si dovrebbe giocare seriamente nel Tango come nella vita.

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