Cultura

Per le vie di Portici, appunti di toponomastica storica e popolare – II parte

di Teodoro Reale

Non di rado alcune località, cittadine o campestri, sin dal loro sorgere assumono una loro precisa denominazione popolare non codificata dalla toponomastica ufficiale, a volte soggetta per vari motivi a più cambiamenti nel corso del tempo, e con tali denominazioni continuano ad essere indicate e ricordate non soltanto dalle persone più anziane, ma continuano ad essere tramandate nel tempo. Anche a Portici, come ovunque del resto, vari luoghi o strade hanno mantenuto nel tempo le loro denominazioni più antiche nonostante l’avvicendarsi delle targhe stradali.

Cupa d’e Stinghi: Originaria denominazione di Via Bonaventura Zumbini dal nome della famiglia Stingo o Stinco, la cui casa sorge ancora nel tratto finale della Cupa, l’attuale Via Giuseppe De Nittis, come attesta un documento dell’Archivio Diocesano di Napoli riguardante l’edificazione della cappella di Santa Maria della Purità nell’omonima via, ad opera di Agostino Schisano accanto al suo palazzo nel 1766: «… Don Agostino Schisano supplicando espone a detta Signoria, come avendo già costituita una nuova cappella sotto il titolo di Maria SS. della Purità nella Real Villa di Portici, e propriamente nel luogo detto li Stinchi accosto delle case del supplicante, precedente assenso di questa Reverendissima Sacra Curia Arcivescovile, come che poteva visitarla e benedirla supplica perciò l’Eccellentissimo Vicario commettere detta visita e benedirla a chi meglio piacerà e l’haverà et Deus».

Successivamente la Cupa, per permettere un più comodo accesso al palazzo insieme all’attuale Viale Cassano, aperto per l’occasione, venne successivamente allargata e sistemata a spese del Duca Serra di Cassano, il quale con progetto dell’architetto Astarita aveva edificato nella via il suo palazzo nel 1752, venendo così denominata Via Cassano.

Cupa di Aniello in contrada Bosco: In questo modo venne indicata fino al 1835 l’attuale Via Addolorata, in quello stesso anno venne edificata la chiesa omonima che diede il nuovo nome alla via. Altra denominazione ‘ncopp’o Vuosco.

Mmiezo Cramano o Carmano: Viene così denominato quanto rimane dell’antico casale di Cambrano, ricordato da alcuni atti a partire dal X secolo, successivamente assorbito da Portici. L’etimologia deriverebbe dal latino crambe, che significa cavoli, corrottosi gradualmente in Cremano.

Mmiezo Cassano: Denominazione del piazzale antistante il palazzo Serra di Cassano.

Mmiez’o Cormons: Originariamente il largo tra Via Diaz, Via San Cristoforo e Via Vittorio Emanuele solo durante la Prima Guerra Mondiale venne intitolato Kormons, in omaggio alla prima conquista territoriale dell’esercito italiano, ma pochi anni dopo, nel 1917, in seguito alla scomparsa del professor Orazio Comes, direttore dell’allora Istituto Superiore Agrario che abitava nelle vicinanze, assunse il nome di Piazzetta Orazio Comes.

Mmiez’a Croce: L’attuale Largo Croce venne così denominato perché vi fu apposta una primitiva croce di legno per ricordare l’antica parrocchia di Santa Maria delle Grazie distrutta dall’eruzione del 1631. In seguito al furto, attribuito agli abitanti dell’allora Resina per ragioni campanilistiche originate dalla creazione della parrocchia di Portici separata da quella di Santa Maria a Pugliano, venne poi sostituita dall’attuale obelisco sormontato da una croce in ferro eretto nel 1751.  Il monumento venne nuovamente distrutto nel 1835, e restaurato nella forma attuale nel 1923.

Prima dell’eruzione, come ricorda il Nocerino,  «… nel vicolo sopra la Croce di marmo l’antico Portici prima del 1631, e chiamavasi questo vicolo la Piazza de’ Favoriti».

Tra le conseguenze dell’eruzione del 1631 vi fu l’alterazione del sistema delle acque, a causa dell’ostruzione degli antichi canali di scolo. Infatti prima dell’eruzione, come testimonia il Processo della lava della Barra, le acque di scolo del Vesuvio, dette anche lave in dialetto, provenienti dal Fosso Grande giungevano al mare «… per mezzo Portici, e propriamente avanti la chiesa di S. Maria della Grazia, dove oggi è la casa del R.do Parroco di Portici, e traversando la via regia poco distante la detta chiesa, mettevasi a mare sopra il Granatello».

Mmiez’o trio: Denominazione originata dalla confluenza delle Vie Gaetano Poli, Guglielmo Marconi e Carlo e Luigi Giordano.

‘Ncopp’o Lampione: Il 23 giugno del 1832, all’altezza di villa Meola, venne posto il primo lampione a petrolio. Entro la fine dell’Ottocento le strade di Portici vennero illuminate a gas.

‘Ncopp’a Riccella: Era l’antica denominazione dell’attuale Via Arlotta, all’altezza del palazzo Carafa di Roccella al civico 42, così: ricordato dal Nocerino: «Magnifico è ancora è il Palazzo del Signor Principe della Roccella, dove vi è una maestosa grada, per l’addietro della famiglia Perrelli».

Il palazzo sarebbe appartenuto ai primi proprietari intorno dal 1740, e prima del 1787, anno in cui venne edito il volume del Nocerino. 

‘Ncopp’o rarone: È il largo alla confluenza delle vie Madonna della Salute, Via Casaconte, Via dell’Immacolata, Via Lorenzo Rocco, e del Viale Luigi Ascione. Il nome deriva dai gradoni costruiti per sistemare la forte pendenza del luogo.

‘Ncoppo Sant’Antonio: Originaria denominazione dell’attuale Via dell’Università in direzione del convento di Sant’Antonio.

‘Ncop’e Terre: Indicava l’area allora campestre dove conduceva il vicoletto, oggi denominato Traversa Marconi, che da Via Marconi un tempo si inoltrava nella campagna.

Ncopo’o Vuosco: Era così denominata l’area alla confluenza di Via Vittorio Emanuele e Via dell’Addolorata. 

Fine seconda parte

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Un pensiero su “Per le vie di Portici, appunti di toponomastica storica e popolare – II parte

  • Lucio Sandon

    Interessantissimo l’articolo, e lo spaccato di storia che ne deriva. Complimenti.

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