Società

Figli di Portici famosi: Amalia Bordiga

di Stanislao Scognamiglio

Si parla spesso di  personaggi porticesi per nascita dei quali si sta perdendo il ricordo. Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende.  Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.

Amalia Bordiga è nata a Portici, il 26 ottobre 1890.

Secondogenita, è figlia di Oreste Bordiga, docente alla Scuola Superiore di Agricoltura di Portici,  stimato studioso di scienze agrarie, e di Zaira Amadei, discendente di un’antica autorevole famiglia fiorentina.

È sorella di Amadeo Bordiga, futuro capo della principale corrente che ha portato alla fondazione del Partito Comunista d’Italia dopo la scissione avvenuta al Congresso di Livorno del Partito Socialista Italiano nel 1921, e di Agusto Bordiga, morto in battaglia durante la Prima Guerra Mondiale.

Storiografa, nel 1932, ha iniziato la collaborazione giornalistica, scrivendo per il Corriere della Sera.

Per Il Mattino illustrato ha pubblicato biografie di personaggi notevoli e avventurosi della storia italiana. Per Il Giornale e Il Mattino, ha scritto anche pezzi di critica teatrale e cinematografica, nonché di argomenti pedagogici e di moda.

Nel giugno del 1936, un mese dopo la proclamazione dell’Impero, mentre il Regime Fascista sta tentando «… di convincere le donne italiane a seguire i propri mariti, proprio per evitare che l’uomo, preso da sentimenti di nostalgia e sconforto, potesse essere preda dello “sconcio di eventuali accoppiamenti con donne indigene, con la nefasta procreazione di meticci”», ha steso per Il Mattino Illustrato l’articolo Donne italiane in Africa, manifestandosi «… lieta di perorare la causa della donna nelle colonie, consigliando l’abbigliamento e l’equipaggiamento più appropriati».

Amalia Bordiga ha pubblicato novelle sui maggiori periodici, alcuni romanzi brevi su una rivista.

Al concorso per un saggio storico, bandito dalla Nuova Antologia nel 1933, presenta un suo studio Maria Carolina d’Austria e il Regno delle Due Sicilie. Il lavoro ottiene una «segnalazione con lode».

Buona traduttrice dall’inglese, nel 1966, ha curato la traduzione del Th. Hughes di Tom Brown, edito in Italia con il titolo Gli anni di scuola.

Attiva fino agli anni Sessanta del Novecento, si è spenta poco dopo il 1970.

Tra le maggiori sue opere, segnaliamo:

  • Maria Carolina d’Austria e il Regno delle Due Sicilie, Napoli, 1934
  • Miele e assenzio, romanzo, Milano, La prosa, 1937;
  • Galatea, romanzo, Milano, F.lli Treves, 1938;
  • Il sultano, novella, Milano, Corriere della Sera, 1941;
  • Io, Lorenzo, collana I Libri della Gioventù, Salani, 1950;
  • Gli anni di scuola, versione Italiana del Th. Hughes, Milano, Paoline, 1966.

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