Cultura

Quartiere Medea

di Tonia Ferraro

Figli di Medea, figli di una terra ingrata. È così che si chiama il cortometraggio del regista napoletano Mauro Di Rosa.

Un amore forsennato per la propria terra e il coraggio di restare. Perché in fondo non c’è paura o rassegnazione, ma c’è più che la speranza: la voglia di lottare.

La vita della periferia di una periferia che si dipana in un’atmosfera crepuscolare, minimal, senza sole di giorno e di notte, tra rumori di sottofondo, voci che scandiscono la routine di un luogo che sembra lontano e che invece è qui accanto, a due passi.

In questo quartiere che fagocita i suoi figli in una sorta di autolesionismo si svolgono esistenze al limite della sopravvivenza, un limite che non è solo fisico, fili intrecciati di persone con maschere da tragedia greca.

Le pennellate di Di Rosa tracciano i contorni di un garzone che ricorre alla poesia per dire del suo amore, ma per lui non c’è futuro … Un papà supereroe che sceglie la terra come campo di battaglia per la sua lotta senza paura … Chi non lavora, chi lo fa precariamente, chi vegeta stordendosi.

Un linguaggio crudo sferza le orecchie, ma lì non si potrebbe parlare diversamente. Parlare, non comunicare.

In questo scenario non c’è nessuna differenza tra assassini e indifferenti, in una terra avvelenata da sversamenti tossici, dove sembra che partire sia l’ultima speranza, dove il volersi bene viene raccontato ma non si dice, dove se more chianu chianu.

E poi c’è Michele, giornalista che non vuole fare solo la cronaca, quella che vende. Per lui il titolo non è tutto, vuole capire per far capire perché succede quello che succede. A dispetto del suo mestiere, la sua è una lotta silenziosa e solitaria. L’epilogo è ineluttabile, ma la sua anima rimane …

Michele

Scritto e diretto da Mauro Di Rosa, autore sia teatrale che cinematografico, acting coach. Un amore per il teatro, quello di Mauro, che cominciò ai tempi della scuola. In uno short movie ambientato a Monteruscello, attraverso Gianfranco Terrin, Pasquale Ioffredo, Antonio Vitale, Melania Pellino, Antonella Cioli, Enzo Perna, Egidio Carbone, Antonio Vitale, Imma Di Lillo, la piccola Federica Di Rosa, Melania Pellino, Carlo Gertrude e Marialuisa Colletta, De Rosa ha voluto risvegliare la speranza. Nonostante tutto.

«‘E radici meie so’ ‘nterrate ‘inta ‘na terra ‘ngrata,affussate ‘a mane callose e core amare. Nun vivono e nun morene, ma arriciateno a stiento comme ll’aneme ‘o priatorio. E radice meie cercano n’ata terra, addò nun se sente ‘o fieto ‘e chiumme, addò sarranno furastiere eterne. Lacrime e mamme, figlie luntane, famiglie spartute e suonne astipate, ‘nzerrate arete a ciento mandate. Accussì ‘e radice meie sarranno scurdate, ‘mprignate d’arsenico e collera d’a terra addò so’ nate».

“Figli di Medea” è stato realizzato col Patrocinio della Film Commission Regione Campania. Fondamentali le collaborazioni con: iDeMurofotografia Service, HM Make up Italy e Circus Studios. Si ricorda infine il Sostegno del Centro Studi “San Marco” di Pozzuoli.

Il cortometraggio è prodotto da En Art, associazione culturale nata nel 2012 che nel corso del tempo si è contraddistinta per i suoi lavori a forte impatto sociale sia in ambito cinematografico che teatrale. Tra le produzioni più importanti che hanno riscosso grande consenso sia da parte della critica che del pubblico “Turno di Notte”, “Se Steve Jobs fosse nato a Napoli e “Terra”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *