in memoriamSocietà

Sante Grillo, un uomo che ci era entrato nel cuore

L’omaggio commosso al preside Sante Grillo, una persona speciale di altri tempi ma interamente proiettata nella società attuale, fino all’ultimo

di Maurizio Longhi

Ci aveva accolto nella sua casa con una signorilità d’altri tempi. Gli avevamo chiesto una intervista e lui fu contento di concedercela e ci aprì il suo cuore, commuovendosi come un bambino. Era il mese di gennaio, si stava preparando a spegnere 98 candeline. Poi ne avrebbe aggiunta un’altra ancora alla torta, peccato che quella del suo centenario non sia riuscito a spegnerla. Ci è andato proprio vicino, ma al di là delle poche settimane che mancavano al suo centesimo compleanno, ha comunque vissuto un secolo intero: era nato nel 1920 ed è finito nel 2020. Nel corso di quella lunga mattinata, ci ha raccontato le tante tappe della sua vita: quella militare, quella politica, quella da insegnante.

Ascoltare la sua storia è stato come leggere un romanzo, narrato direttamente dalla voce del protagonista: non c’è nulla di più bello che possa reggere il confronto. Soprattutto se parliamo di una vita, come quella del preside Sante Grillo, piena di avventure, di esperienze e di sfide stimolanti. Una vita che non è stata scandita solo dalle battaglie, dalle cattedre o da aule politiche, bensì anche da tante passioni come quella per la pittura, per la natura e gli animali, per lo sport.

Fino all’ultimo ha mantenuto uno spirito giovanile, l’elasticità mentale di chi ci teneva a restare sempre al passo con i tempi e con i progressi della tecnologia studiandone le innovazioni con la curiosità di un ragazzino disposto a scoprire il mondo. Era presente sui social network, e ne faceva un uso assiduo e corretto, tant’è che il sottoscritto è rimasto affascinato soprattutto leggendo i suoi commenti pieni di contenuti intelligenti e costruttivi nonché scritti con una sintassi inappuntabile.

Proprio restando in tema di modernità, si dice che quella che stiamo vivendo adesso sia una società liquida, dove le idee si possono cambiare con troppa facilità, dove gli elettori cambiano direzione a seconda del momento storico. Il preside, nel nostro indimenticabile incontro, ci disse: «Sono nato liberale e morirò liberale.» Un modo per affermare la sua fedeltà a determinati valori, uno spirito di appartenenza che non avrebbe rinnegato per nessuna ragione al mondo.

Grazie a persone come lui si sono conservati principi d’altri tempi anche nel 2020. L’inno alla fedeltà valoriale l’ha rinnovato fino all’ultimo, eppure ci disse di tollerare un cambiamento di idee purché non fosse mai motivato da ragioni utilitaristiche o economiche. Inutile aggiungere altro, magari tutti la pensassimo così.

Ma Sante Grillo non è stato solo un militare, un politico, un insegnante, un pittore, uno sportivo, uno studioso dei tempi moderni, una mente sempre lucida e vivace e un amante della natura. Una poliedricità che ne ha temprato lo spirito. È stato anche un marito, un padre, un nonno. La sua Lilina se l’è tenuta stretta fino alla fine. Ci sono stati anche momenti di dolore nella loro vita, come la perdita di una figlia, ma che li ha uniti ancora di più, perché la tenaglia di una sofferenza così lancinante solo se condivisa può diventare meno asfissiante.

Tra Sante e Lilina è stato vero amore. Lui diceva di non volere una donna che avesse le sue stesse passioni, ma una con la quale condividere momenti unici come la creazione di una famiglia e una sana educazione per i figli. Chi ama veramente non è interessato ai titoli di studio, al patrimonio economico o allo status sociale: con la propria anima gemella ci deve essere una connessione interiore.

Tutto questo è stato Sante Grillo, un uomo di grande esempio morale e professionale, dotato di un carisma innato e mai intaccato.

Salutiamo con profondo affetto e commozione una persona così speciale.

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